A febbraio Gianluca Grignani salirà per la settima volta come artista in gara sul palco dell’Ariston per il Festival di Sanremo 2023. Con lui a dirigere l’orchestra ci sarà uno dei musicisti, compositori e produttori più stimati in Italia, Enrico Melozzi.
Il debutto del cantautore rock avvenne nel 1994 sul palco di Sanremo Giovani con La mia storia tra le dita brano che gli permise di gareggiare tra le Nuove proposte nel 1995 con l’iconica Destinazione paradiso.
Passarono quattro anni prima che Gianluca decidesse di tornare al Festival. A condurre c’era Fabio Fazio e il brano era Il giorno perfetto. Tre anni dopo, nel 2002 reincontra Pippo Baudo e presenta in gara Lacrime dalla luna. Entrambe le volte le giurie non sono giuste con il cantautore e lo relegano nelle ultime posizioni. Il pubblico sceglierà poi diversamente e in entrambe le annate Grignani sarà l’artista che venderà più copie (cosa che era già successa al debutto nel 1995, tra l’altro).
Nel 2006, conduce Giorgio Panariello, porta Liberi di sognare, nel 2008 Cammina nel sole (c’è nuovamente Baudo alla guida) e nel 2015, ben sette anni dopo tornerà con Sogni infranti in una delle tre edizioni condotte da Carlo Conti.
Da quell’ultimo Festival di anni ne sono passati 8 e, dopo l’ospitata dello scorso anno al fianco di Irama, Amadeus ha voluto fortemente Gianluca in gara al Festival.
Il brano in gara si chiama Quando ti manca il fiato ed è una canzone molto difficile in cui il cantautore racconta il difficile rapporto con il padre. Gianluca ne ha parlato così:
“È una canzone di cui è difficile parlare perché è una canzone che ha un testo tosto. Ci ho messo un po’ prima di decidere di cantarla e l’ho scritta tempo fa. Però è una canzone che bisogna avere le palle, o non averle, essere incosciente, per riuscire a cantarla.”
Gianluca grignani a Sanremo 2023 diretto da Enrico Melozzi
Come dicevamo in apertura il cantautore ha voluto al suo fianco come direttore d’orchestra un numero uno. Dettaglio che è stato svelato nelle scorse ore sulle pagine social del cantautore (i cantanti in gara al Festival sono impegnati in questi giorni nelle prove a Roma con l’orchestra),ovvero Enrico Melozzi.
Nato a Teramo il 22 giugno 1977 inizia a studiare pianoforte da autodidatta a 8 anni. Successivamente si impegna con nuovo strumenti e studia anche canto lirico prima di diplomarsi al Conservatorio in violoncello. Ha ricevuto il titolo di Fellow of the London College of Music dopo la laurea in composizione.
Il suo curriculum conta tantissime collaborazioni con artisti italiani e internazionali oltre a 16 album in studio pubblicati, 28 colonne sonore e 8 opere audiovisive. È anche fondatore dei 100 Cellos.
Il suo rapporto con Sanremo inizia nel 2012 quando dirige l’orchestra per Noemi in Sono solo parole e continua, sempre con Noemi, nel 2014 con Bagnati dal sole e Un uomo è un albero. Il 2019 è la volta di Achille Lauro che debutta con Rolls Royce e nel 2020 è addirittura il direttore che dirige più artisti. Tra questi i Pinguini Tattici Nucleari con Ringo Starr (2° posto).
Nel 2021 dirige Fasma e i Måneskin per per cui realizza uno speciale arrangiamento di archi sul brano Zitti e buoni che evincerà prima il Festival di Sanremo quindi l’Eurovision Song Contest.
Nello stesso anno è anche Maestro Concertatore della Notte della Taranta.
Lo scorso anno Enrico Melozzi è tornato per il sesto anno palco dell’Ariston per dirigere Highsnob & Hu, Ana Mena e Giusy Ferreri, in gara, oltre ai Måneskin (ospiti).
Tra gli ultimi lavori prima del ritorno al Festival con Gianluca Grignani la collaborazione con Niccolò Fabi per la realizzazione dell’album orchestrale Meno per Meno. Al Festival inoltre Melozzi dirigerà anche Mr.Rain.