Niente da fare… passano i mesi, gli appelli da parte del mondo della musica si susseguono ma dal governo sembrano non sentire. Ma Enzo Mazza, CEO della FIMI non ci sta e fa sentire la propria voce a nome di tutta l’industria discografica.
Del resto viene da chiedersi perché la musica è sempre stata in prima linea quando le istituzioni hanno chiamato (e anche quando non lo hanno fatto) mettendo la propria arte e popolarità al servizio di grandi cause… due esempi su tutti il concerto Amiche per l’Abruzzo organizzato da Laura Pausini per dare un sostegno economico concreto dopo il terremoto, o il live voluto da Loredana Bertè e Fiorella Mannoia per combattere la violenza contro le donne), mentre quando è la musica, maestranze e artisti emergenti su tutti, ad avere bisogno cala il silenzio.
Quella della musica continua ad essere vista come un’emergenza di Serie B. E infatti mentre si parla di riaprire gli spazi all’aperto per i concerti con un massimo di 1.000 persone mentre per il calcio, che probabilmente muove interessi più grossi, viene approvato un piano per cui oltre 16.000 persone potranno assistere allo Stadio Olimpico agli Europei di calcio. Una capienza del 25% come richiesto dall’Uefa.
ENZO MAZZA, industria musicale infuriata, 16.000 persone all’Olimpico e concerti con 1.000
Il Ceo FIMI, Enzo Mazza, ha dichiarato all’Ansa:
“È evidente che siamo di fronte ad una farsa. Si dibatte su protocolli stringenti sui quali dovrebbe esprimersi il CTS, per consentire quest’estate eventi musicali con mille o poco più persone all’aperto, e nello stesso momento si approva un piano per l’accesso di oltre 16 mila persone all’Olimpico in occasione degli europei di calcio?”
“I danni causati al mondo dello spettacolo e della musica dal vivo dopo oltre un anno di pandemia e restrizioni sono immensi. Un settore distrutto, lavoratori dispersi e senza risorse, piccoli club che hanno chiuso per sempre e ora si scopre che una decisione politica può derogare alle restrizioni sanitarie? È ridicolo.
Penso che artisti e addetti ai lavori non debbano accettare una discriminazione di tale portata. Deve essere immediatamente aperto un tavolo di confronto per ottenere quanto meno un trattamento equivalente. Se è possibile accedere in uno stadio con 16 mila persone per il calcio deve essere possibile anche per un concerto. È una questione di principio, il mondo della cultura non può essere trattato in questo modo”, conclude il Ceo di Fimi.
All Music Italia ovviamente non può che appoggiare queste parole di Mazza permettendosi di aggiungere una richiesta per il CEO della FIMI. Non scordiamoci di mettere il focus anche sugli artisti emergenti, quelli che non guadagnano grazie alle ospitate in tv, a sponsorizzazioni o ADV, quelli che, insieme alla maestranze, stanno soffrendo maggiormente in questo momento senza sbocchi ne luoghi dove esibirsi per riuscire a far ascoltare la propria musica.