L’Eurovision Song Contest 2018 entra ufficialmente nel vivo stasera con la prima semifinale! 19 paesi si affronteranno a caccia di uno dei 10 posti che valgono la qualificazione alla finale di sabato 12, a cui è già qualificata l’Italia con Ermal Meta & Fabrizio Moro e la loro Non mi avete fatto niente.
Ieri si sono tenute all’Altice Arena le prime due prove generali dello spettacolo, che tradizionalmente viene ripetuto tre volte prima della diretta finale. La prima prova si tiene a porte chiuse, con solo la presenza in arena della stampa accreditata; la seconda invece prevede la presenza del pubblico e soprattutto del voto delle giurie internazionali, che deciderà il 50% del risultato finale di stasera. Ho seguito entrambe le prove e sono pronto a portarvi le ultime impressioni dal Press Centre, cercando di evidenziare quali potrebbero essere le sorprese (positive e negative) all’apertura delle buste questa sera.
Al grido di “Fuego!” la cipriota Eleni Foureira ha scalzato l’israeliana Netta dalla prima posizione della classifica delle scommesse sia per quanto riguarda il passaggio del turno che per la vittoria finale. La performance di Cipro è una sorta di memory lane che porta indietro all’Eurovision di dieci anni fa (uptempo pseudo-etnica tenuta su da una dance routine eseguita dalla cantante assieme a quattro ballerine/coriste), ma è costruita in modo impeccabile e sarà sicuramente sostenuta anche dalle giurie. Convince sempre meno invece Israele, nazione favorita alla vittoria fin dal giorno 1 che però non ha saputo catalizzare sul consenso raccolto in tutta Europa da Netta Barzilai e dalla sua Toy: l’assenza degli schermi LED nel palco di quest’anno mortifica oltremodo un’esibizione un po’ caciarona ma in cui manca la stessa carica travolgente del video ufficiale.
Dovrebbe essere scontato il passaggio del turno dell’Estonia con la sua canzone in stile opera pop eseguita in italiano, oltre che della Bulgaria e della Repubblica Ceca. Sta passando abbastanza inosservata ma rischia di fare il colpo grosso l’Armenia, che quest’anno ha portato in gara una ballata tradizionale in lingua eseguita con grande trasporto da Sevak Khanagyan (una delle più belle voci maschili di questa edizione). In sala stampa nessuno punta sul passaggio del turno di Qami, ma le platee dell’Est Europa sosterranno questa proposta e un posto nei 10 per gli armeni sembra a mio parere più che probabile.
La lotta per gli ultimi posti in finale vede una bagarre fra nove o dieci nazioni, in una delle semifinali di livello più alto nel recente passato. L’Austria canterà dopo la pausa pubblicitaria (posizione sempre da evitare) ma dovrebbe essere molto sostenuta dai giurati, che non potranno non essere colpiti da una performance di stampo fortemente “internazionale” e una voce all’altezza del contest; la Grecia vanta sempre uno zoccolo duro di patriottici sostenitori al televoto e ha portato un brano che sembra in grado di risvegliare l’orgoglio ellenico all’Eurovision, sopito da qualche anno dopo una serie di top10 raccolte sul finire del decennio scorso. É ormai considerata in pianta stabile fra le possibili finaliste anche la Lituania, cresciuta tantissimo prova dopo prova: Ieva Zasimauskaitė conta tantissimi sostenitori in sala stampa e la sua ballata When We’re Old può davvero toccare una corda molto particolare nel cuore dei telespettatori di tutta Europa.
Capitolo no hopers: tolte Islanda e Bielorussia mai veramente in gara per un posto nei 10, la vera palma in negativo di questa semifinale va per me alle esibizioni presentate rispettivamente da Repubblica di Macedonia e Finlandia. Della prima dicemmo già a tempo debito durante la presentazione dei brani (impossibile pensare di portare a un contest musicale una canzone composta da tre stili musicali differenti, specialmente si rende necessario coprire le sue lacune con un “trucco magico” di ripresa e un cambio d’abito a metà performance totalmente senza senso). Discorso diverso per la finlandese Saara Aalto, che vanta un grande sostegno tra gli eurofan per il suo passato come concorrente di X Factor UK: la messa in scena eccessivamente kitsch, in ritardo di oltre dieci anni quanto a idea e realizzazione, più una cantante le cui doti comunicative vengono messe troppo spesso in secondo piano dal suo esibizionismo sembrano pronosticare un fallimento sonoro per un progetto che era partito con ben altre ambizioni.
Gli scommettitori danno ancora dentro il Belgio, anche se le quotazioni di Sennek sono sembrate in caduta libera fin dalla prima prova, e l’Azerbaijan, malgrado la performance vocale di Aisel sia stata un po’ zoppicante durante l’esibizione giudicata ieri sera dai giurati. A mio parere la vera sorpresa potrebbe essere la Svizzera: gli Zibbz sono arrivati a Lisbona accreditati di pochissime speranze di finale, ma hanno stupito tutti durante le prove con un’esibizione caratterizzata da una fortissima personalità e trainata dal carisma della cantante Corinne Gfeller. Gli elvetici mancano la finale dal 2014, ma potrebbero tornare a festeggiare questa sera e sarebbe una qualificazione decisamente meritata.
É tutto per ora dalla Sala Stampa, appuntamento a questa sera dalle ore 21 per seguire la prima semifinale su Rai 4 con il commento di Carolina Di Domenico e Saverio Raimondo. Continuate a seguirci per tutti gli aggiornamenti da dietro le quinte in diretta da Lisbona!
(Foto: Andres Putting, Thomas Hanses/EBU)