Mancano solo due giorni alla prima semifinale dell’Eurovision 2023, in programma a Liverpool (Regno Unito) dal 9 al 13 maggio. Come da tradizione, la kermesse musicale più seguita al mondo ha avuto il suo metaforico “calcio d’inizio” con il Turquoise Carpet – evento che ha visto tutte e 37 le delegazioni sfilare davanti a fan e stampa accreditata nella meravigliosa cornice della St. George’s Hall.
Baciata da un sole primaverile, la cerimonia si è svolta senza alcun intoppo: tutti i cantanti hanno disceso la scalinata e si sono fermati per una breve introduzione con i presentatori dell’evento, l’ucraino Timur Miroshnychenko (già conduttore dell’Eurovision 2017 e dei Junior Eurovision 2009 e 2013) e la britannica Sam Quek. A seguire, la lunga passerella in cui gli artisti hanno potuto sfoggiare i propri outfit e incontrare sia i circa 1000 fan ammessi all’evento che i giornalisti e i fotografi di TV, radio, giornali e siti internet da tutta Europa.
La svedese Loreen e il finlandese Käärijä, rispettivamente prima e secondo nelle quotazioni degli scommettitori, sono stati ovviamente fra gli artisti più intervistati e si sono concessi più a lungo di tutti gli altri all’attenzione dei presenti. Molto apprezzata è stata anche l’italo-norvegese Alessandra Mele, prima artista ad affrontare il tappeto turchese in un elegante abito nero e l’ormai immancabile tiara; a farle da contraltare il lungo vestito verde della polacca Blanka Stajkow, che ha dimostrato grande autoironia facendosi stampare la parola “Bejba” (ovvero “baby”, il verso che apre la sua canzone ormai diventato un meme tra i fan per il modo in cui lo pronuncia) a grandi lettere sullo strascico.
Infine Marco Mengoni, un altro degli artisti più “cercati” – arrivato sul carpet in gilet e pantaloni di pelle nera firmati Versace, ha sostituito lo smanicato con una giacca sartoriale per il tratto all’ombra del percorso. Ai microfoni di Quek e Miroshnychenko, Marco ha dichiarato di non vedere l’ora di salire sul palco e di vivere la sua seconda partecipazione all’Eurovision (a 10 anni di distanza dal 7° posto di Malmö 2013). Inoltre, ha ribadito più volte il suo legame con il logo di questa edizione (“United By Music”, uniti dalla musica) e ha raccontato di starsi preparando alle performance con lunghe sessioni di meditazione e respirazione controllata.
Parlando di Liverpool – la città ospitante di questa 67° edizione dell’Eurovision – Marco ha ricordato i Beatles e la sua versione gospel di Let It Be con la quale ha ottenuto la prima posizione nella serata di Sanremo 2023 dedicata alle cover.
Queste le dichiarazioni a caldo che abbiamo raccolto da alcuni concorrenti in gara:
David Meilak Jr., The Busker (Malta): “Non sono un grande fan della musica come competizione. Ho utilizzato la mia partecipazione a X Factor Malta come parte del mio percorso d’apprendimento, per aiutarmi a migliorare la mia carriera e progredire dalla mia stanza a un palco più grande. In confronto al talent show, l’Eurovision è diverso perché devi essere immediatamente pronto per il palco più grande – devi essere in grado di metterti in una situazione dove sei subito pronto ad esibirti.”
Andrejs Reinis Zitmanis, Sudden Lights (Lettonia): “La cosa più bella dell’Eurovision è la positività che si respira, l’amore per la musica, per le persone e per la diversità. Abbiamo sempre seguito l’Eurovision, essere qui è un sogno che si realizza.”
La Zarra (Francia): “(Crescendo in Canada) conoscevo l’Eurovision perché mia madre mi cantava la canzone di Marie Myriam, L’oiseau et l’enfant. La vera introduzione al contest l’ho avuta più avanti, quando mi sono trasferita in Francia.”
Mimicat (Portogallo): “Penso che sia importante portare (all’Eurovision) un pezzetto della tua cultura, nella musica o nei vestiti o in qualsiasi elemento. Ma alla fine, penso che la cosa più importante sia saper rappresentare bene sé stessi e la propria nazione, anche se questo implica non portare nessuna influenza culturale.”
Victor Vernicos (Grecia): “Ho seguito l’Eurovision per anni, infatti la prima canzone che ho cantato dal vivo è stata Heroes, di Måns Zelmerlöw. Avevo solo otto anni, l’ho cantata ad un campo estivo, quindi in un certo senso l’Eurovision è sempre stato parte di me e sono grato di stare su questo palco.”
Iru Khechanovi (Georgia): “Avendo partecipato e vinto allo Junior Eurovision nel 2011, sento di essere già abituata alla pressione dell’evento e a lavorare in una squadra come questa. L’Eurovision è un’esperienza così bella, è davvero divertente e sono così contenta di avere la possibilità di essere di nuovo qui.”
Marco Sgaramella, Piqued Jacks (San Marino): “L’idea (di partecipare a Una voce per San Marino) è venuta molto naturale, perché abbiamo cantato sempre in inglese… il bacino di utenza che vogliamo è l’Europa, qualcuno che capisca l’inglese, insomma… con Sanremo era un po’ più difficile. Abbiamo visto Achille Lauro l’anno scorso, abbiamo detto “perché non ci proviamo?”. Ci abbiamo provato, come qualsiasi altro contest… è andata molto bene!
Bojan Cvjetićanin, Joker Out (Slovenia): “Penso che l’influenza dei Måneskin sia stata enorme, non solo nella scena eurovisiva ma in quella internazionale. Penso che grazie ai Måneskin ora le band abbiano maggiore riconoscimento all’Eurovision, il che è una cosa buona.”
Ashley Doodkorte, Voyager (Australia): “Ha molto senso che l’Eurovision stia diventando più rock. A noi è sempre sembrato un po’ strano che non ci fosse tanto rock all’Eurovision, se ci pensi cosa c’è di più teatrale di una canzone dal sound bello pesante? Nel rock c’è drama, c’è intensità, ci sono grandi immagini, e per noi questo è tutto quello che l’Eurovision rappresenta. É bellissimo che la comunità eurovisiva stia abbracciando tutto questo e permettendoci di mostrarlo sul più grande palco al mondo.”
Gustaph (Belgio): “É bellissimo rappresentare il mio Paese con un messaggio di positività e inclusività. Ed è anche bello (dopo aver preso parte all’Eurovision da corista nel 2018 e 2021) essere finalmente in grado di portare la mia visione sul palco. Seguo l’Eurovision da quando avevo sette anni e vidi vincere Johnny Logan con Hold Me Now… un altro momento che ho nel cuore è stato la vittoria di Dana International (nel 1998), per il ragazzo queer che ero fu la dimostrazione che le cose stavano cambiando.”
L’Eurovision Song Contest 2023 andrà in onda dalla Liverpool Arena di Liverpool (Regno Unito), con le due semifinali in onda su Rai 2 martedì 9 e giovedì 11 maggio alle 21.00 mentre la finalissima sarà trasmessa da Rai 1 sabato 13 maggio alle 20.40.
Ventisei nazioni, tra cui l’Italia (ammessa di diritto in quanto membro dei Big 5, le cinque nazioni che contribuiscono maggiormente alle finanze dell’EBU), saranno le qualificate all’atto conclusivo della rassegna. La conduzione sarà affidata a un’inedita coppia formata da Gabriele Corsi e Mara Maionchi, mentre il commento in simulcast su Rai Radio 2 e sul canale 202 del digitale terrestre vedrà impegnati LaMario, Saverio Raimondo e Diletta Parlangeli.