1 Maggio 2024
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1 Maggio 2024

Eurovision 2024: guida, recensioni e video delle 37 canzoni in gara. Parte 1 di 3

Ventisei nazioni, tra cui l'Italia saranno le qualificate all'atto conclusivo della rassegna

Eurovision 2024 pagelle
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🇦🇱 ALBANIA: Besa Kokëdhima, Titan ☆

Il Festivali i Këngës (Festival della canzone albanese), che da due anni stabilisce il rappresentante dell’Albania all’Eurovision mediante una votazione a parte decisa dal solo televoto, ha premiato un po’ a sorpresa questa artista originaria del Kosovo e attiva in patria da oltre vent’anni.

La canzone, che nella versione originale era in albanese e si configurava come una ballata tradizionale con elementi folk, è stata tradotta e riarrangiata da Darko Dimitrov (produttore macedone molto attivo nella scena ESC, con ben 13 canzoni in gara dal 2006 a oggi) ed ha perso un po’ l’unicità e l’originalità che la contraddistingueva nella sua versione originaria, enfatizzando una parte etnica più “parodistica” e uno switch di genere negli ultimi 30 secondi che ricorda abbastanza gratuitamente le hit di Dua Lipa.

L’Albania ha la fortuna di essere inserita nella seconda semifinale con diversi paesi “amici”, che potrebbero dare a Besa la spinta per superare l’asticella (in verità abbastanza bassa) del decimo posto che vale la qualificazione. In finale, però, è difficile aspettarsi un piazzamento al di fuori delle posizioni di rincalzo.

🇦🇲 ARMENIA: Ladaniva, Jako ☆☆

I Ladaniva sono un duo world music originario di Lille (Francia) e formato dalla cantante Jaklin Baghdasaryan e dallo strumentista Louis Thomas. Portano un pezzo fortemente ispirato alla tradizione musicale armena, con forti elementi etnici e un ritornello trainato da un “la-la-la-la-la” tutto da ballare. Dopo diverse proposte armene che guardavano totalmente ad Ovest (tra cui la stessa Snap di Rosa Linn, che a giorni passerà la soglia del miliardo di streaming su Spotify) questa è la prima entry da diversi anni a puntare tutto sull’eredità culturale della piccola nazione del Caucaso.

La performance promette di essere allegra e caciarona, inserendosi pienamente in una quota “folkloristica” che all’Eurovision finisce molto spesso per pagare dividendi. L’Armenia non vede la top10 dal 2016 (7° posto di Iveta Mukuchyan con LoveWave) e questo potrebbe essere l’anno giusto per ritornare nei piani alti della competizione.

🇦🇺 AUSTRALIA: Electric Fields, One Milkali (One Blood) ☆

A ormai nove anni dalla prima partecipazione dell’Australia all’Eurovision (quando l’EBU decise di invitarli “una tantum” per festeggiare la 60° edizione del contest, invito che poi fu esteso diventando una partecipazione in piena regola) si può dire che l’esperimento sia riuscito solo a metà, con l’Eurovision che non è entrato del tutto nella cultura australiana moderna al di là dell’interesse generato dai superfan dell’evento – anche, banalmente, per una ragione di “distanza” fisica tra Europa e Oceania che rende difficile per gli artisti australiani promuovere i loro brani durante la stagione di avvicinamento al contest.

La scelta è caduta quest’anno sugli Electric Fields, duo electro-pop di origini aborigene che aveva già sfiorato la vittoria nella selezione australiana del 2019 venendo sconfitto sul filo di lana da Kate Miller-Heidke. La proposta che hanno concepito per questa edizione porterà sul palco la cultura e la lingua dei più antichi abitanti del continente oceanico, ma non sembra in grado di convincere particolarmente gli spettatori di tutta Europa e potrebbe mettere la parola “fine” sulla storia dell’Australia all’ESC.

🇦🇹 AUSTRIA: Kaleen (Marie-Sophie Kreissl), We Will Rave ☆☆

L’Austria mette in campo un superteam svedese-danese di autori apprezzati nella scena ESC (Jimmy “Joker” Thörnfeldt, vincitore dell’ultima edizione come firma di Tattoo di Loreen; Anderz Wrethov, Thomas Stengaard e Julie Aagaard) e una proposta che ripercorre l’eurodance e la techno in voga nei primi anni ’00 e in qualche modo riscoperti in questi ultimi anni.

La parte debole del pacchetto è probabilmente l’interprete, una coreografa e insegnante di danza con esperienza quasi nulla nel canto. Nell’avvicinamento all’Eurovision non ha mai convinto, portando a casa diverse performance abbastanza discutibili e dimostrando di non reggere (almeno sulla carta) l’impatto con una canzone molto forte, ma non semplice da eseguire live. L’Austria ha sicuramente la possibilità di portare a casa un risultato dignitoso, ma sarà fondamentale il modo in cui verrà gestita la realizzazione della performance e non va escluso totalmente lo spettro di una sorprendente eliminazione in semifinale.

🇦🇿 AZERBAIGIAN: Fahree feat. Ilkin Dovlatov, Özünlə apar ☆

Dopo essersi storicamente affidato ad autori e produttori occidentali per scrivere i brani da portare in gara all’Eurovision, da un paio d’anni l’Azerbaigian ha deciso di puntare tutto su una partecipazione totalmente autoctona. Per la prima volta in assoluto quest’anno la canzone vedrà la lingua azera come protagonista, con il vocalist Fahree affiancato da un cantante di mugham (tradizionale stile di canto dell’Azerbaigian) in una proposta comunque moderna e dai canoni più o meno contemporanei.

La mossa serve soprattutto a mobilitare i tanti spettatori turchi in giro per l’Europa, orfani della partecipazione della propria nazione (che ha abbandonato l’Eurovision nel 2012 e non si è mai guardata indietro). In una prima semifinale con solo 15 canzoni in gara, potrebbe bastare a riportare l’Azerbaigian in finale dopo due anni: i fasti della scorsa decade, in cui riuscivano a portare a casa cinque top5 consecutive e una vittoria tra il 2009 e il 2013, sembrano però ancora lontani.

🇧🇪 BELGIO: Mustii, Before The Party’s Over ☆☆

Annunciato a novembre 2023 come rappresentante belga, Mustii sembra voler riportare il Belgio nel solco dei binari che gli hanno garantito un discreto successo negli ultimi anni: proposte pop eleganti e minimaliste, più incentrate sulla “canzone” in sè che sulla messa in scena e sull’impatto visivo dell’esibizione.

Il brano (firmato da Nina Sampermans, autrice di Tout l’univers di Gjon’s Tears, terza classificata all’ESC 2021 per la Svizzera) ha una sezione corale finale molto convincente, ma ci mette veramente tanto a prendere vita e non sembra avere l’impatto che il palco dell’Eurovision spesso richiede: inizialmente era nella rosa dei favoriti, ma ha perso quota dopo le prime esibizioni live di Mustii (apparentemente non il performer più carismatico in circolazione). Sicuramente resta candidato a un posto in finale e a una potenziale top10 grazie a un ricco apporto potenziale da parte delle giurie internazionali.

🇨🇾 CIPRO: Silia Kapsis, Liar ☆☆

Cipro propone una ricetta già vista spesso negli anni: pop femminile mediterraneo, coreografia pensata e provata al millimetro con quattro ballerini che enfatizzano le movenze della cantante, ritornello che si “appiccica”, ritmo e sex appeal per attrarre il pubblico di tutta Europa. L’interprete è nata in Australia, ha 17 anni e questo Eurovision segna il suo ingresso vero e proprio nella musica che conta; la canzone è scritta da Dimitris Kontopoulos (decano di tante partecipazioni greche all’ESC) e si sa essere stata originariamente scartata proprio dalla Grecia nella selezione interna del 2023.

L’effetto “Eleni Foureira” (seconda classificata nel 2018 con Fuego) è estremamente difficile da ripetere, però è anche vero che questo tipo di proposta ha sempre un certo mercato nella scena ESC e basta una performance ben pensata per elevarlo a un piazzamento più che onorevole. Vedremo se l’isola di Afrodite sarà in grado di tornare nella metà sinistra del tabellone dopo il 12° posto di Andrew Lambrou l’anno passato.

🇭🇷 CROAZIA: Baby Lasagna, Rim tim tagi dim ☆☆☆

Originariamente, questo artista di Umago non doveva nemmeno prendere parte alla selezione croata; rientrato in gara per la defezione di un’altra concorrente, ha shockato tutti e vinto il concorso portando a casa oltre il 50% del televoto su 16 proposte in gara. Nella sua proposta si vede – come in diverse altre canzoni in gara quest’anno – l’influenza del finlandese Käärijä, arrivato secondo a furor di popolo nella scorsa edizione con la sua Cha Cha Cha; allo stesso tempo si differenzia mettendo in campo sonorità rock/heavy metal e il tema dei tanti ragazzi che lasciano il suo paese per cercare migliori opportunità in nazioni più ricche.

Una proposta del genere potrebbe fare sfracelli in un anno più “conservativo” dove non sia costretta a disputarsi il voto con altre performance ancora più estreme e provocatorie. Il messaggio della canzone è forte e può fare breccia in tutta l’Europa dell’Est, che però marca quest’anno le defezioni di diverse nazioni (Romania, Bulgaria, Macedonia del Nord, Montenegro, Bosnia-Erzegovina) tutte o quasi ritirate per problemi finanziari. La sensazione è che la Croazia sarà una delle protagoniste di questo Eurovision, ma che le mancherà qualcosa per potersi giocare fino in fondo la sua prima vittoria.

🇩🇰 DANIMARCA: Saba Lykke Oehlenschlæger, Sand ☆

Nata in Etiopia ed adottata da una famiglia danese assieme alla sorella gemella, Saba è un’artista emergente che arriva sul palco dell’Eurovision con una canzone firmata da Melanie Wehbe e Jonas Thander (entrambi autori apprezzati del Melodifestivalen svedese, la più importante fra le selezioni nazionali dell’ESC assieme a Sanremo). Con Sand ha vinto il Dansk Melodi Grand Prix in modo abbastanza controverso, senza conquistare il primo posto al televoto ma emergendo nella superfinale grazie al fortissimo supporto dei giurati.

Non è un pezzo che reinventa la ruota, ma sicuramente si pone come una delle migliori proposte pop dell’edizione e potrebbe riuscire nell’impresa di riportare in finale la Danimarca dopo cinque lunghissimi anni. Se poi riuscisse davvero a raggiungere l’atto conclusivo, potrebbe anche ritagliarsi un’ottima posizione finale con il sostegno delle giurie.

🇪🇪 ESTONIA: 5MIINUST & Puuluup, (Nendest) narkootikumidest ei tea me (küll) midagi ☆

Dopo tanti anni di scelte safe (spesso comunque premiate dai risultati finali, come con l’insperato ottavo posto di Alika Milova l’anno passato) l’Estonia ha deciso improvvisamente di cambiare rotta e affidarsi a una collaborazione inedita fra un collettivo hip hop e un gruppo folk, che ha ottenuto un successo incredibile in patria e vinto senza grossi problemi un’edizione di Eesti Laul con tante proposte spendibili in gara. Sicuro ha contribuito l’impatto della vicina Finlandia e di Cha Cha Cha, vincitrice al televoto dello scorso Eurovision e hit dell’anno solare 2023 anche nella stessa Estonia.

Il vero problema di questa proposta, che ripeteremo per diverse altre proposte in gara, è il fatto che sarà costretta a giocare contro diversi emuli di Käärijä e in questa categoria non sembra decisamente la più competitiva. Il “caos controllato” dell’esibizione nella finale estone ha funzionato davanti a un pubblico ricettivo a questo tipo di proposta e al momento i siti di scommesse li danno tranquillamente in finale, ma non sarei particolarmente stupito se questo tipo di “umorismo” non funzionasse allo stesso modo in tutta Europa e se l’Estonia finisse per rimanere addirittura in semifinale.

🇫🇮 FINLANDIA: Windows95man, No Rules! ☆

In nessuna nazione il secondo posto di Käärijä e Cha Cha Cha ha avuto un impatto quanto in Finlandia, che ha deciso di insistere sulla linea “it’s crazy, it’s party” tracciata dal suo scorso rappresentante e portare una proposta visivamente ancora più estrema. No Rules! è il progetto del disc jockey Windows95man (che ha rischiato modifiche al suo nome d’arte per l’uso del marchio registrato legato al primo sistema operativo “commerciale” lanciato nel 1995 da Microsoft) e del vocalist Henri Piispanen, che lo sorregge nei tre minuti di una trashissima proposta eurodance fuori tempo massimo e incentrata soprattutto sul gimmick della finta nudità dell’artista che nell’ultimo minuto trova sul palco dei provvidenziali pantaloncini di jeans a coprire le sue parti intime.

É un tipo di umorismo che i finlandesi sentono molto vicino, ma che non risuona allo stesso modo nel resto d’Europa, e questo è stato abbastanza dimostrato dalla fredda reazione che la canzone ha ricevuto nella comunità dei fan fin dalla sua vittoria nella selezione finlandese. Potrebbe sicuramente riscontrare il gusto di una certa sezione di pubblico occasionale, che in un’edizione non esattamente super competitiva basta ed avanza per garantire il passaggio del turno: vero è, però, che una proposta del genere è totalmente invotabile da parte delle giurie, e questo inevitabilmente costringerà la Finlandia a ritornare nelle ultime posizioni dopo lo storico argento del 2023.

🇫🇷 FRANCIA: Slimane Nebchi, Mon amour ☆☆☆

La Francia ha scelto una strategia particolare per introdurre il suo rappresentante a questo Eurovision: addirittura a inizio novembre ha presentato la sua scelta (Slimane, popolarissimo interprete pop già vincitore della quinta edizione francese di The Voice) e rilasciato la canzone con cui avrebbe preso parte alla manifestazione. Il tutto aveva ovviamente un doppio fine promozionale: cercare di “mungere” il più possibile la popolarità del brano, condizionare le scelte delle altre nazioni portando una proposta con cui sia difficile reggere il confronto (perlomeno nel campo delle ballatone maschili) e utilizzare l’artista come veicolo di promozione della musica francese a livello nazionale, in un anno che la Francia sente come particolarmente “patriottico” per quello che è l’avvicinamento alle Olimpiadi di Parigi.

Il risultato può dirsi positivo, perché inevitabilmente i transalpini giocheranno per un altro piazzamento di prestigio e potrebbero addirittura vincere la classifica delle giurie. Slimane è l’artista più esperto e carismatico di questa edizione, sicuramente metterà in scena una proposta convincente e se dovesse esibirsi nella seconda metà della finale potrebbe anche convincere abbastanza televotanti da permettere alla Francia di raggiungere l’insperato trionfo che inseguono da anni. Il rischio è di suonare un po’ troppo pretenzioso e autoreferenziale, in un contest che spesso ha premiato proposte più immediate e genuine (ma che ha anche permesso a Voilà di Barbara Pravi di contendere fino all’ultimo la vittoria ai MÃ¥neskin).

 

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