Gianluca Grignani torna al Festival di Sanremo con il brano Quando ti manca il fiato. Ripercorriamo il suo percorso all’Ariston.
Inquadrare il percorso sanremese di Gianluca Grignani non è fra le cose più semplici da fare. L’artista, che quest’anno compirà 7 partecipazioni all’Ariston in 29 anni di carriera, è infatti uno degli artisti che ha vissuto un rapporto contrastato con la manifestazione. Difficilmente l’ha cercato, spesso è stato cercato, non sempre ha risposto.
Quando Gianluca debuttò al Festival, all’epoca solo ventenne, diede all’Italia tutta un’immagine di se che ricordava i migliori natali degli artisti rock a cui, in qualche modo, s’ispirava anche lui: figli artistici degli anni 70, che rifuggivano dal “plasticume” degli 80 che pur avevano cavalcato, che sbeffeggiavano il playback e si mostravano terribilmente umani con le loro angosce, tic, imprecisioni, ma in tutta la loro essenza, la loro verità.
L’artista milanese in questo aveva una marcia in più, di quelle che, non facciamo gli ipocriti, aiutano moltissimo ad emergere: il bel faccino!
Al pari del suo primissimo disco, quel Destinazione Paradiso, iper incensato dalla critica e da numeri da capogiro ( 2 milioni di copie vendute ), per Gianluca era quello un periodo anche di copertine di giornaletti per teenagers in età da cotte impossibili; da tutto questo Gianluca è scappato quasi subito, e anche Sanremo che lo avrebbe voluto vedere imporsi come big (facendo infuriare Baudo, tra l’altro), ha aspettato ben 4 anni per rivederlo fra questi e credo oggettivamente mai raccogliere quanto forse avrebbe facilmente raccolto ai tempi.
Di questo lui è sicuramente consapevole e forse poco gli è importato, almeno ai tempi di sicuro, ma andiamo di analisi per capire meglio.
Gianluca Grignani al festival di sanremo
1994 – La Mia Storia Fra Le Dita – Qualificata come Nuova proposta 95.
Il primo step non vede Gianluca come vero e proprio gareggiante del Festival di Sanremo. Erano quelli anni di Baudiana onnipotenza ed il Pippo nazionale si era inventato un pre-show nei mesi autunnali in cui far gareggiare giovani talenti proposti dalle discografiche per selezionare le nuove proposte del Sanremo successivo. Arrivavano anche artisti senza contratto alcuno e magari un piazzamento o la passerella riuscita permetteva loro di porsi all’attenzione di questa o quella etichetta.
Il milanese Grignani si presenta con un brano che s’intitola La Mia Storia Tra Le Dita e chissà se si rendesse conto al momento che proprio quella canzone stava scrivendo la storia che dalle sue dita si spostava in milioni di lettori cd in giro per il mondo.
La canzone colpisce subito: è uno spaccato generazionale trattato con lucidità e sentimento, sorta di poesia a metà fra la propria cameretta e la strada della vita. Gianluca è giovanissimo ma appare subito maturo e stacca immediatamente non solo il biglietto per il palco per la categoria cantautori (al fianco di Gigi Finizio e Daniele Silvestri ), ma sotto grandissima richiesta pubblica vede quel brano pubblicato come singolo volare fra i più suonati in radio e fra i più venduti, fino al n° 14, cosa molto difficile per un artista non ancora affermato.
1995 – Destinazione Paradiso – Nuova Proposta 6° posto
Ed arriva così il primo Sanremo effettivo. Gianluca Grignani è una nuova proposta in un’annata particolarmente agguerrita, come Baudo effettivamente seppe costruire in quegli anni. Sono molti gli artisti che hanno dato il via a carriere importanti e fra tutti forse è proprio la sua quella più longeva. Presenta Destinazione Paradiso brano che darà anche il titolo al suo atteso primo album e già qui cambia completamente le carte con cui si era presentato qualche mese prima.
Il brano infatti non è una canzone d’amore e nemmeno un pezzo impegnato socialmente; si tratta di una canzone che mette l’artista allo specchio con se stesso, con la propria esistenza e con una possibilità di porne fine. E’ un testo forte per un ventenne che decide anche di dissacrare il palco dove tutti cercano di essere più in tiro possibile, cantando una sera con giacca a coprire un maglioncino opinabile e l’altra con un altro maglioncino oversize, facendo fare gli straordinari a cameramen e tecnici del suono per seguirlo sul palco e non perdere molto del suo intonare il pezzo.
Non è certamente l’esempio del bel canto ma è il caso di dirlo: chissene!
Gianluca Grignani è bravo perché è artista, non dice banalità, lo devi seguire, leggere fra le righe. E’ stimolante e, cosa strana, in genere di fronte a queste proposte la gente lo stimolo lo percepisce col tempo. In questo caso invece viene subito raccolto e sia album che singolo diventano un successo senza tempo. Album fino al n° 2 ma in classifica praticamente per due anni quasi. Oltre 950.000 copie vendute in Italia e 2 milioni nel mondo.
1999 – Un Giorno Perfetto – 13° posto
Dopo l’enorme successo del 1995 tutti si aspettano Gianluca come big candidato alla vittoria l’anno successivo ma, colpo di scena, l’artista decide di non presentare nessun brano a Sanremo. Si dice che stia lavorando con tutta la voglia possibile di cancellare il personaggio che hanno cercato di costruirgli intorno, che stia cercando un’essenza stilistica che con Sanremo non c’entrerebbe nulla, quindi meglio non esserci, non essere inquadrabili.
Effettivamente La Fabbrica Di Plastica disco che verrà fuori qualche mese dopo Sanremo 96, chiarisce a tutti ancora una volta la schizofrenia dell’artista dal punto di vista artistico. E’ un album simbolo, altrettanto iconico della sua discografia, ma di sicuro non adatto al palco dell’Ariston.
Non si capisce perché però torni in gara un po’ a sorpresa nel 1999 quando, dopo un ulteriore album di discreto successo, Campi Di Popcorn del 1998, è evidente non abbia granché da regalare al pubblico.
Tutto è decisamente minore, persino l’attesa dell’artista. Il Giorno Perfetto è una sorta di negazione di Destinazione Paradiso, una dichiarazione di voglia di vivere di cui non mi stanco mai . Eppure non ha quella forza, non è così credibile, così come l’interpretazione stonacchiata che non da la sensazione però di maledizione che fa perdonare il tutto.
Il brano anticipa una collezione ( dallo stesso titolo ) che arriva dopo appena 5 anni di carriera, un lavoro che sembra quasi un canto del cigno, una chiusura discografica con il contentino di andare a Sanremo a far che non si capisce. Il brano va male in quel del Festival ( arriva penultimo ) e anche in classifica il successo è decisamente limitato, con la collezione che fa capolino al n° 17, ma si sgonfia in fretta.
2002 – Lacrime Dalla Luna – 12° Posto
Possiamo considerare questa canzone la partecipazione come la pace fra Grignani e Baudo? Nessuno dei due dichiarerà mai la cosa, però Gianluca è stranamente in radio con un brano che s’intitola come il suo prossimo album Uguali e Diversi che sta girando molto bene. Il singolo è uscito a Gennaio ed è per questo che non ci si aspetta che il cantautore rilanci subito con una seconda uscita un mese dopo, tale da partecipare al Festival.
Eppure la scelta stavolta è ottima. Gianluca arriva al Festival convinto di avere una buona canzone, ci crede e si vede al punto che lotta con lo stesso Baudo che avrebbe voluto al Festival un altro brano del disco, Angeli di città. Ovviamente non essendo un cantante tecnico, scricchiola non poco nelle esecuzioni live, ma a tutti appare chiaro che l’artista si sia ritrovato e abbia un buona freccia al suo arco. Il pezzo ha un sapore settanta, con un’apertura d’inciso battistiana per un racconto della nascita di una canzone, nella semplicità di una stanza, pronta a volare fuori dalla finestra per tutti.
Il singolo raggiunge la n° 14 in classifica ma trascina l’album al n° 1 qualche settimana dopo, la prima volta per l’artista, e all’ottimo risultato di 600.000 copie vendute.
2006 – Liberi Di Sognare – Eliminata
In un Festival dai risultati decisamente sottotono, anche l’artista milanese appare tale. Inspiegabile la sua presenza, dato un disco, Il Re Del Niente, uscito nel 2005 e già disco di platino, e niente in produzione di nuovo.
Non a caso verrà ristampato il lavoro senza però nuove fortune.
Il pezzo ha un’attitudine country che mai ha avuto troppa fortuna sul palco dell’Ariston. Quel che non funziona è la genericità di un testo che vuole spiegare una generazione, un modo di pensare, ma non arriva, resta superficiale e non ha grandi momenti nelle liriche da ricordare, da fare propri.
In classifica il singolo parte bene nella settimana post festivaliera, raggiungendo il n° 7.
2008 – Cammina Nel Sole – 8° posto
Buona presenza quella del 2008 di Gianluca Grignani, che torna a Sanremo con Cammina Nel Sole, brano che evoca una solarità, una positività d’intenti, una fase luminosa di vita. Non a caso l’artista nel suo privato è felicemente accasato e circondato di bambini. Ne viene fuori un album tutto che merita di essere ascoltato, un lavoro il cui titolo è lo stesso del primo singolo, il brano sanremese e che è fra le sue composizioni migliori in tutta la carriera in quanto ad ordine e coerenza. Il singolo raggiunge la top 30 mentre l’album sale fino al 4° posto.
2015 – Sogni Infranti – 8° Posto
A rafforzare un disco uscito l’anno prima e che nonostante il 2° posto raggiunto in classifica non aveva dato i risultati sperati, Gianluca Grignani torna a Sanremo per l’ultima volta ( prima della partecipazione di quest’anno ) con questa Sogni Infranti, brano che gli regala una nuova popolarità radiofonica. Il pezzo è fra le canzoni più centrate degli ultimi 10 anni dell’artista che parla dei sali e scendi della vita, delle distanze da prendere dai sogni, dalle attese. Si classificherà ottavo nuovamente ed avrà come detto un ottimo ritorno radiofonico più che in termini di vendite, tanto che la promozione sarà lunga ed arriverà fino a quasi all’estate successiva.
E adesso? Nel 2023 Gianluca torna al Festival di Sanremo con un brano autobiografico, dedicato al difficile rapporto avuto col padre. Il pezzo, come scritto nelle pagelle preascolti, è molto personale e pertanto l’artista dovrà essere particolarmente a fuoco per farlo arrivare anche agli altri. Il rischio di quando si porta un reale pezzo di se è infatti sempre restare confinati nel proprio pensiero, non sfondare il muro delle umanità altrui. Eppure l’interpretazione viscerale del cantautore potrebbe riuscire nell’impresa.