Ospite ai microfoni di RTL 102.5 nel programma “Non Stop News” Enzo Mazza, CEO di FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana) ha fatto delle importanti dichiarazioni sul Festival di Sanremo e su come viene gestito dalla città di Sanremo.
L’intento di Mazza è chiaro, spronare la città a portare il Festival nel futuro:
“Qui si sono rinnovati tutti. Si è rinnovata la discografia, si è rinnovata la radio, si è rinnovata la Rai, l’unica cosa che non si rinnova è il festival di Sanremo” ha affermato ai microfoni della radio più ascoltata in Italia l’uomo.
Il primo punto riguarda la location del Festival, l’Ariston, struttura storica ma ormai per molti inadeguata ad ospitare una manifestazione che cresce di anno in anno. Del resto, per chi non ci fosse mai stato, si tratta di un teatro di medie dimensioni che durante il resto dell’anno viene usato per spettacoli o come cinema…
“Il primo punto caldo è il Teatro Ariston, che è un ‘attrezzo’ vintage. Sicuramente importante per il Paese e per ciò che rappresenta, ma assolutamente inadeguato per fare un evento come Sanremo.
Tenete conto che quest’anno c’erano 30 artisti. In più, nella serata delle cover del venerdì, c’erano gli ospiti dei 30 artisti e la situazione, anche a livello di sicurezza, era effettivamente molto preoccupante.
Tutti sono stati nel Teatro Ariston, è una bomboniera degli anni ’50, ha tutte una serie di sue caratteristiche che oggi, con tutto ciò che ruota intorno all’evento e le persone che ruotano intorno al Festival, è un luogo difficile da gestire“.
Nel corso degli anni spesso si era ventilata l’ipotesi di costruire un Palasport per ospitare l’evento, ipotesi caldeggiata da molti, per esempio da Paolo Bonolis che vedeva in questo cambiamento necessario per rendere Sanremo più moderno e simile all’Eurovision.
Ad oggi però non ci sono novità in tal senso ma non solo, il sindaco uscente Biancheri, nella conferenza finale del Festival ha dichiarato che visto il grande rinnovamento portato da Amadeus non trova più necessario un cambio di location.
Enzo Mazza di FIMI è invece di parere totalmente contrario:
“Se guardiamo anche dal punto di vista anagrafico, i fischi a Geolier provenivano da una sala prevalentemente formata da adulti e quello è il pubblico di Sanremo, e probabilmente i fischi non sarebbero arrivati se sotto al palco ci fosse stato un pubblico più giovane.
Pensate all’Eurovision o a X Factor, che sono eventi innovativi e hanno una dimensione che può recepire il pubblico.”
Altri due punti molto importanti sono stati al centro delle dichiarazioni di Mazza. Da una parte la disorganizzazione della città, dall’altra i rimborsi spese per i cantanti a fronte dei 5 milioni di euro che la Rai dà alla città di Sanremo per la kermesse.
“La RAI versa 5 milioni di euro l’anno al Comune di Sanremo. Dove finiscono?
“La disorganizzazione della città è evidente: alberghi, traffico, impossibilità di portare gli artisti alle prove. Tutto questo è esploso in un’annata che ha visto una grandissima partecipazione anche fuori dall’Ariston, intorno al palco dove fanno gli eventi, davanti agli stand delle radio, ma potete immaginare cosa accade a chi lì deve lavorare“.
FIMI sui Rimborsi spese agli artisti
“Per quanto riguarda i rimborsi spese agli artisti, si tratta di contributi spese alle case discografiche, quindi non sono dei cachet per gli artisti. Si esibiscono a fronte di un rimborso alle case discografiche che è di circa 55mila euro, più qualche rimborso ulteriore come ad esempio per la serata del venerdì, che è sicuramente irrisorio rispetto agli impegni che vengono assunti dalle case discografiche, perché la serata del venerdì è un evento di spettacolo ma non un evento discografico. Non è che dai questi duetti nascano delle opere discografiche, oppure c’è un’utilità dal punto di vista del mercato.
Per non parlare di tutti i costi delle prove. C’è un impegno che è aumentato perché sono aumentate anche le persone che ruotano intorno come i social e i brand partner che si occupano della visibilità dell’artista.”
In conclusione le richieste di Enzo Mazza di FIMI sono chiare e, lasciatecelo dire, sacrosante…
“Non chiediamo di cambiare la città, ma chiediamo alla città degli interventi che sono necessari da 30 anni. Da quanto vado io al festival si parlava di una nuova struttura e questo non avviene mai.
La città di Sanremo prende 5 milioni all’anno dalla Rai per una convenzione, non si sa dove vadano a finire perché ristrutturazioni della città non ci sono, il nuovo palazzetto per gli eventi non c’è. Quindi ci chiediamo dove vada a finire questo flusso di denaro se non viene utilizzato per rendere la città più appetibile.
Questo sarebbe il primo passo, ci sono state 15mila richieste di biglietti a fronte di poco più di mille posti a disposizione. Ci sarebbe anche un pubblico che segue questo evento e darebbe ulteriore visibilità”.