gIANMARIA, Formiche: significato del testo del nuovo singolo
A distanza di tre mesi dall’ultimo brano Disordine, gIANMARIA ci regala il nuovo singolo Formiche (Epic Records / Sony Music Italy), disponibile da venerdì 11 ottobre in radio e su tutte le piattaforme digitali.
Il brano, inoltre, arriva dopo Stagno, il romanzo scritto dal giovane cantautore ed edito da Mondadori che lo ha visto per la prima volta nella veste di autore, un’attività che affianca e completa quella musicale. Il titolo del libro è anche il titolo di un brano che, come racconta gIANMARIA, è ancora una demo da finire.
GIANMARIA, “FORMICHE”: SIGNIFICATO DEL BRANO
Prodotto da Gianmarco Manilardi e scritto da quest’ultimo insieme allo stesso gIANMARIA, Formiche parla di mancanze e di nuove consapevolezze.
È una lucida riflessione, a mente fredda, sul vuoto che lascia una persona e di come questa mancanza porti a sua volta alla certezza di quanto quella persona che non c’è più fosse quella giusta.
gIANMARIA commenta così il brano: «Formiche è un brano alla ricerca. Uno di quei brani che escono fuori in 15 minuti e dopo che vengono registrati rimangono quelli, un brano “fortunato” nel trovare un suono, delle parole e delle melodie velocemente ed essere già da subito ben definite».
«Le sonorità sono “anni 2000” e l’ispirazione maggiore arriva dalla musica di Kanye West, artista da cui prendo tutto quello posso».
GIANMARIA, “FORMICHE”: TESTO DEL BRANO
E non lo sai più come scomparire
Senza lasciarmi ammaccato
Senza troppe ferite
Ci pensavi alle prime volte
Che eravamo distratti
Ma poi io che ne sapevo
Che aspettavo te
Sei giorno, quattro hotel
Mi manca il tuo sapore
Ogni tanto sento dietro me dei passi
Sarà che sbatti i piedi sempre più forte
È così facile confondersi
Senza una voce che ci parla
Una casa che ci manca
Una persona che ci stanca
Tanto dopo ci passa
Caschiamo dietro ad un pozzo
Per rimanere più a fondo
Legati alle nostre idee
Quanto ho raschiato sto fondo
Voglio legarmi davvero
A tutta la mia miseria
Ti regalerò un bacio
Per ogni volta che parto
Per ogni volta che non riesco a portarti con me
Avremo un vaso di ricordi
Da seppelire pure oggi
E non lo sai più come scomparire
Senza lasciarmi ammaccato
Senza troppe ferite
Ci pensavi alle prime volte
Che eravamo distratti
Ma poi io che ne sapevo
Che aspettavo te
E non lo so più come non morire
E non farmi schiacciare come le formiche
Se penso alle prime volte
Non ci capivo niente
Figurati se sapevo
Che volevo te
Vorrei un solo che ci illumini per sempre
Per capire quanto vedo distante veramente
Prendere la macchina in mezzo alla nebbia
E andare avanti finché non ritrovo te
Senza perdere speranza che è così banale
Accostare bene in strade secondarie
Anche se faccia a faccia, sguardi distaccati
Finiamo ma senza parlare come gli animali
Ogni singola carezza
Da dimenticare
E pensarci fa male
Fa male
E non lo sai più come scomparire
Senza lasciarmi ammaccato
Senza troppe ferite
Ci pensavi alle prime volte
Che eravamo distratti
Ma poi io che ne sapevo
Che aspettavo te
E non lo so più come non morire
E non farmi schiacciare come le formiche
Se penso alle prime volte
Non ci capivo niente
Figurati se sapevo
Che volevo te
Foto di copertina di Giulia Bersani