Che il 2020 sia un anno funesto è un dato di fatto. Oggi 2 novembre è morto Gigi Proietti, l’indimenticabile artista protagonista di film indimenticabili, fiction storiche e maestro di una intera generazione di attore.
Proietti si è spento questa mattina intorno alle 5.30 in una clinica romana proprio nel giorno in cui avrebbe compiuto 80 anni. Uno dei suoi pregi principali è stata la capacità di catturare l’attenzione del pubblico con un talento istrionico, in grado di interpretare i ruoli più svariati.
Un attore eclettico, ironico e che è si è messo in mostra recitando in ruoli anche diametralmente opposti, mantenendo un altissimo grado di credibilità.
GIGI PROIETTI E LA MUSICA
Grande appassionato di musica, suona la chitarra, il pianoforte, la fisarmonica e il contrabbasso. Fin da giovanissimo si esibisce come cantante nelle feste studentesche, nei bar all’aperto, e nei night-club più celebri della capitale.
“Per mantenermi agli studi cantavo nei night club. Cominciavo alle 10 di sera e finivo alle 4 del mattino, uscivo fuori con un collo gonfio… Non c’era misura di camicia che tenesse: ce voleva un copertone.”
Così raccontò in un’intervista di qualche anno fa al Fatto Quotidiano.
Il primo ruolo importante di Gigi Proietti fu nel 1970, quando sostituì Domenico Modugno nel musical di Garinei e Giovannini Alleluja brava gente.
La musica è stata parte importante della sua vita e, avendo preso parte a numerosi musical, la sua voce appare in alcuni album e singoli.
Come regista diresse numerose opere liriche. L’ultimo impegno in questo campo risale al 2010 quando fu regista della Carmen di Georges Bizet.
Nel 1995 partecipò in gara al Festival di Sanremo insieme a Peppino Di Capri e a Stefano Palatresi. I tre costituirono il Trio Melody e sul palco dell’Ariston presentarono il brano Ma che ne sai… (…se non hai fatto il piano-bar), scritto da Claudio Mattone, che si piazzò al 13° posto.
I tre riportarono il brano in televisione nel 2017, anno in cui Proietti fu mattatore del programma di Raiuno Cavalli di Battaglia. Nello stesso anno e sempre sul palco dell’Ariston Gabriele Cirilli, Flavio Insinna e Enrico Brignano, tre allievi del suo Laboratorio, lo omaggiarono durante la seconda serata del Festival di Carlo Conti.