Henry Beckett è un artista anomalo; una proposta interessante del panorama italiano, ma con una peculiarità non da poco. Non è uno dei tanti, non si spaccia per innovatore di genere e soprattutto non si limita ad affrontare la professione musicale con passività, ma nel suo curriculum ci sono tanti, tanti concerti fuori dall’Italia.
Premiato come miglior nuova proposta al live contest in diretta su Radio Popolare a dicembre 2016, l’artista milanese è stato segnalato tra le novità più interessanti del panorama musicale emergente ed è entrato con la canzone Why We Dance nella Compilation n. 89 Rockit.
Henry Beckett ha effettivamente colto l’opportunità di pubblicare un EP realmente interessante. Il suo è un mix di rock acustico e alternative country, ma con influenze che poco hanno a che fare con la tradizione italiana. Heights è uscito sul mercato il 26 aprile 2017, è una raccolta di brani che fotografano un momento particolare del suo percorso artistico. Si tratta solo di 4 brani in inglese, ma in ognuno di loro c’è una cifra stilistica ben precisa.
In Radio Tower, Why We Dance, Walls, To Nowhere c’è uno spaccato di vita ben contrassegnato da un uso riccorente della chitarra; cantautorato di stampo rock e sonorità d’oltreoceano sono le caratteristiche principali di questo lavoro.
Tutti i testi e le musiche di Heights sono composti dal milanese Henry Beckett, ma nell’album figurano anche Stefano Elli (seconda chitarra), Enea Bardi (basso), Pietro Gregori (batteria), Stefano Ivan Scarascia (tastiere nel solo brano Walls).
L’album è stato promosso in radio dal singolo Radio Tower singolo di apertura dell’ EP.
“Uno dei motivi per cui gli ho dato questo ruolo è perché, rispetto alle altre tre tracce, si tratta del pezzo che parla di me nel modo più diretto. Si ispira a un senso di isolamento e al mio modo altalenante di accettarlo.
Il brano in se rappresenta un debole tentativo di cambiare questo stato, sapendo però di non poter riuscire da soli in questo cambiamento. C’è bisogno di qualcuno che ci accompagni, con cui si possa realmente comunicare e confrontarsi. Ma quanto è probabile scoprire dal nulla un rapporto simile trovandoci spesso intrappolati in un mondo alienante, dove tutto è filtrato dai vari indispensabili schermi e confuso da click compulsivi, che di fatto ci portano a distanziarci a vicenda? E’ un’esigenza espressa da tanti, nel testo di Radio Tower ho voluto esprimere il mio modo personale di vivere queste emozioni, che non mi lasciano indifferente.
Nel video ho provato a rappresentare questo senso di alienazione a volte dannatamente bravo a creare l’illusione che non ci stia mancando niente. In realtà ci nasconde il fatto che ci stiamo perdendo qualcosa di più reale, ma che ignoriamo, tralasciamo o rimandiamo. E da qui il desiderio di smascherare questo aspetto del presente. Nel video attraverso la radio o la televisione, nella realtà in senso ampio attraverso la musica”.
Venerdì 28 luglio Henry Beckett ha incantato il pubblico milanese suonando al Chiostro Bistrot in apertura al concerto di Marianne Mirage. Nelle prossime settimane l’artista partirà per la Scozia dove terrà numerosi live; l’appuntamento più importante sarà un concerto ad Edimburgo il 28 agosto.
“Per me quella di Milano è l’ultima data organizzata in Italia al momento e ho intenzione di dare un assaggio di alcune delle canzoni scritte successivamente all’EP, di cui sto pianificando la produzione. Il Chiostro è uno di quei luoghi che non ti aspetti di trovare nella trafficata Milano: è pacifico e sognante, anche se in una zona molto centrale. Questa rassegna di concerti ricorda che Milano ama la musica e sarà dunque un piacere prendervi parte.
Dopo questo live partirò per la Scozia con la mia chitarra, un viaggio on the road con la mia musica, dove incontrerò altri artisti e suonerò fino al live di Edimburgo, il 28 agosto”.
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