Il gusto dell’ingiusto è il nuovo progetto discografico di Beatrice Campisi che ha liberamente tratto il titolo del disco da Le Confessioni di Sant’Agostino. L’album ha una caratteristica molto particolare, si propone infatti, di mettere in evidenza le diverse sfaccettature dell’animo umano, ponendo l’accento sugli aspetti antitetici più oscuri.
Musicalmente assistiamo a una contaminazione dei generi: blues, swing, musica popolare, canzone d’autore si fondono in uno stile personale. La sezione di base è composta da voce, pianoforte, contrabbasso/basso e batteria, ai quali si aggiungono tastiere, rhodes, chitarra classica, acustica ed elettrica, arpa, fisarmonica, armonica, archi, fiati e percussioni. L’intenzione è quella di creare un’ambientazione introspettiva e onirica che non risparmia dal risveglio brusco in una realtà violenta e crudele.
Beatrice Campisi, classe 1990, è una cantautrice nata a Torino e cresciuta in Sicilia che fin dalla giovane età dimostra un’attitudine musicale insolita. Nel 2005, infatti, intraprende lo studio del pianoforte e del canto jazz e nel 2008 propone il Beatrice Campisi Group, un quartetto che si esibisce in un particolare folk d’autore, con il quale la cantautrice partecipa a diverse rassegne musicali e teatrali.
Nel 2010 consegue il Compimento Inferiore di canto lirico presso l’Istituto Musicale Vincenzo Bellini di Catania e negli anni seguenti calca palchi di notevole importanza, come il Teatro Metropolitan di Catania e il Teatro Greco di Taormina.
Recentemente si è trasferita a Pavia e lì ha iniziato a collaborare con artisti locali che l’hanno portata a pubblicare a inizio 2017 un inedito dal titolo I contorni dei ricordi.
E ora è arrivato il momento di proporre il primo album; sospeso tra musica d’autore, radici siciliane e swing, con ospiti d’eccezione e la produzione artistica del cantautore statunitense Jono Manson. L’album è prodotto da Cobert Edizioni Musicali con il supporto del MiBACT e di SIAE, nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura”.