Dopo l’esperienza televisiva a The Voice, J-Ax sta vivendo un periodo di popolarità che gli mancava dai tempi di Tranqi Funky.
J-Ax, all’anagrafe Alessandro Aleotti, non è certo uno coi peli sulla lingua e di uso delle parole lui se ne intende (ha recentemente pubblicato anche un libro con i suoi celebri Axforismi, leggi qui).
Ma non tutti sanno incassare le repliche, spesso taglienti, del rapper milanese. Uno di questi è Dario Salvatori, volto noto della TV italiana, nonché giornalista, critico musicale, conduttore, scrittore che, come riporta Repubblica.it, è ricorso alle vie legali contro il rapper.
La bagarre tra i due è iniziata in TV, per poi spostarsi, come è ormai d’uso, sui Social Network tanto amati dal cantante.
Ma ricostruiamo con ordine la vicenda.
È il 24 maggio 2014 e Dario Salvadori è ospite in TV di Le amiche del Sabato, programma di Rai Uno. Dopo circa 1h 40′ di trasmissione, il critico interviene sull’argomento Suor Cristina.
Guardiamo il video:
Il giorno dopo arriva, senza perdere tempo, la replica di J-Ax su Facebook grazie alla segnalazione di un suo fan:
Ieri mi stavo godendo il mio sabato pomeriggio quando su Twitter qualche mio fan scrive “Ax, Salvatori ha detto su Rai1 che è solo grazie al talent show se ti conoscono ancora”, cosa che ho trovato subito ironica visto che è solo grazie a Google se so quale faccia abbia Salvatori. Immagino che ogni volta che qualcuno cerca “Dario Salvatori” su un motore di ricerca il processo di calcolo necessario per trovare qualche informazione esistente sia equivalente a quello che è stato necessario per renderizzare tutti i quattro Shrek. Quindi per favore non cercatelo anche voi, altrimenti sovraccarichiamo Google e addio GMAIL per tutti.
L’idiozia riportata mi ha comunque incuriosito abbastanza da portarmi a vedere la trasmissione televisiva in questione.
Guardatevela pure: http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-f566f5dc-2294-48a6-b3c6-dc8a2cfe7ea4.html
Andate avanti a 1 ora e 40 minuti circa finché non vedrete parlare questo tizio vestito da vaccaro del Texas, completo di cravattino e scarpe a punta e una camicia che sembra uno di quei test che ti fanno da bambino per scoprire se sei daltonico. Una via di mezzo fra Boss Hogg di Hazzard e un poser qualsiasi che si veste da vaccaro del Texas in trip da peyote senza aver mai avuto un callo sulla mano in vita sua. Ho sempre adorato quelli convinti che basti vestirsi in modo “strano” per sembrare degli “artisti”. Mi ricordano quelli che attaccano gli adesivi a strisce sulle macchine pensando che le faccia andare più veloce. O i tipi di persone che mettono “mi piace” alle proprie foto di Facebook.
Ragazzi, con gente come Salvatori ogni programma TV diventa subito il miglior horror italiano dai tempi d’oro di Dario Argento. Sul serio. Dopo gli zombie che camminano di Romero, quelli che corrono di Walking Dead ora ci sono quelli che si siedono su Rai Uno!
Quelli come lui occupano il servizio pubblico come morti di fuffa, vivono dentro la TV italiana senza assolvere nessuno scopo pratico; esistono perché sarebbe più costoso e dispendioso adoperarsi per rimuoverli da lì, come quei satelliti dell’Unione Sovietica difettosi che continuano a orbitare intorno alla terra come spazzatura spaziale finché non cadono da qualche parte nell’oceano. E la televisione italiana è piena di personaggi simili: continuano per inerzia finché non finiscono dimenticati e quindi cancellati. Nessuno ne sente la mancanza perché vengono sostituiti da altra fuffa identica. Perché, troppo spesso, per popolare la TV italiana l’unico talento richiesto, oltre alla capacità di assumere una posizione eretta a comando, è quello di essere in grado di emettere suoni con la bocca.
In un paese con il libero mercato e la meritocrazia, chi produce fuffa viene portato nel retro di un mattatoio e artisticamente terminato con l’aria compressa. Se sei intellettualmente irrilevante non appari. In Italia puoi andare in diretta ed essere pagato da tutti noi.
In mezzo a tante brutture l’unica luce del programma è stata quella di Carolina: pura, dolce e sveglia come è sempre stata ogni volta che l’ho vista.
Per la prima volta, però, ho trovato un’utilità alla fuffa, mi permette di chiarire un concetto che mi sta a cuore. Si è diffusa questa opinione, fra giornalisti musicali col papillon e derivati animali vari, che la mia carriera si sia conclusa con lo scioglimento degli Articolo 31. Ignorano praticamente gli ultimi 10 della mia vita. Tutti i dischi di platino, i tour, i concerti sold out, le piazze piene che ci sono state e che ci saranno ancora a giorni. E questo mi dà fastidio non solo perché cancellano tutto il lavoro che io e chi mi sta vicino ha fatto, ma perché pretendono di cancellare le emozioni di chi mi ascolta e mi segue sempre. Nelle loro torri d’avorio a pannelli solari non si guadagnano punti fragola ascoltando J-Ax, quindi J-Ax non esiste. Quindi voi non esistete. E fra Facebook e Twitter siete 1 milione e mezzo, ce n’è da cancellare!
Ringrazio quindi Dario, ma soprattutto Google per avermi fatto scoprire Dario, per l’occasione di chiarire tutto questo. Perché io non mi tolgo “i sassolini dalle scarpe”, io i sassi li prendo, li metto davanti a una mazza da baseball e ve li rispedisco indietro in mezzo agli occhi.
Queste parole al critico Salvadori non sono piaciute per niente, tanto da indurlo a sporgere denuncia in procura contro Alessandro Aleotti. Ed ora la vicenda è finita sulla scrivania del PM Luigi Fede che ha aperto un fascicolo.
E J-Ax non perde occasione per dire nuovamente la sua, utilizzando nuovamente i canali social.
Questo il suo pensiero pubblicato il 6 settembre su Facebook:
Forse i più giovani fra voi lo ignorano, ma i “bulli” non si incontrano solo a scuola. Li incrocerete sempre nella vostra vita, e spesso sarà difficile riconoscerli, perché non useranno i muscoli per bullizzarvi. Cercheranno di usare la loro influenza o la loro posizione per attaccarvi, li troverete nel posto di lavoro o anche solo in fila per una pizza, ma saranno lì.
Qualche mese fa qualcuno ha provato a bullizzare me, la mia carriera e i miei fans e io ho risposto difendendo il mio lavoro qui su Facebook. E, come tutti i bulli, invece di rispondere a sua volta, si è rivolto pavidamente a qualcuno di più forte di lui perché incapace di affrontare una persona che non abbassa il capo.
Questa denuncia per me è soltanto un’altra sfida che verrà vinta contro un bullo, e i soldi che otterrò verranno donati a una associazione che si batte proprio contro il bullismo. Per citare il mio filosofo preferito “Ecco come si divora una balena. Un morso alla volta.”.
Il post è seguito dal link all’articolo di un famoso quotidiano nazionale che riporta la notizia della denuncia.
E voi cosa ne pensate? Dario Salvatori è davvero un bullo come dice J-Ax o il rapper questa volta ha esagerato? Credete che sia giusta questa denuncia o sarebbe stato Alessandro a dover denunciare Dario?
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