Mina Fossati. Venerdì 22 novembre esce il disco più inaspettato dell’anno, diventato ora il più atteso, quello che unisce le voci di Fossati e Mina.
Andiamo a scoprire insieme l’anima delle canzoni che lo compongono, tutte scritte da Ivano Fossati.
MINA FOSSATI LE CANZONI
L’infinito di stelle
Canzone manifesto sull’intenzione dell’album e sul “qui e ora” che caratterizza il lavoro dei due artisti.
Nessuna sovrastruttura o artificio, solo un pianoforte ad accompagnare con eleganza la voce di Fossati, e un’orchestra d’archi che arriva, un accordo alla volta, a danzare luminosa intorno alla voce di Mina.
Parole apparentemente semplici, com’è semplice e perfetta l’armonizzazione delle due voci sul finale, che introducono il discorso sul presente.
Farfalle
Una filastrocca giocosa, lieve ma non troppo. La chitarra classica arpeggia e i due interpreti canzonano la frenesia dei nostri tempi, con lo sguardo di chi ha visto e fatto grandi cose.
Nessuna nostalgia nelle loro parole, solo la ricerca di leggerezza e il piacere di trovarsi insieme a raccontare. Farfalle, farfalle, farfalle, canta Mina, e mentre all’orecchio tornano subito le indimenticabili note delle sue melodie più ironiche e divertite, arriva in chiusura la voce di Fossati, come fosse al telefono e provenisse da molto, molto lontano. Non a caso.
Ladro
Un r’nb’ dall’andamento potente, notturno e sensuale. Il coraggio di una donna che ritrova se stessa. Il basso domina superbo, mentre la chitarra glissa fra gli assoli di bandoneon.
Nel ritornello il brano si svuota, lasciando spazio alla voce di Mina, mentre quella di Fossati accompagna e sottolinea i momenti principali del testo. Nel finale non c’è nemmeno bisogno di melodia, Mina e Fossati a mezza voce raccontano.
Come volano le nuvole
La storia cruda del rifiuto di amare. La voce è quella di Fossati, mentre Mina sembra commentare il racconto da una posizione più saggia e più alta, quella sempre cangiante e difficilmente interpretabile delle nuvole.
La guerra fredda
Un duetto nel senso più classico del termine: lei porta le sue ragioni, lui le aspettative disattese; lei racconta quello che ha imparato, lui le speranze per il futuro.
Le due voci dialogano e svelano progressivamente il vero tema della canzone: la capacità di perdonare attraverso il tempo e l’accaduto, non solo nel privato ma nel senso più ampio, collettivo e umano.
Luna diamante
L’orchestra inizia con un andamento quasi verdiano. La voce di Mina è appassionata, sorretta solo dal pianoforte e dagli archi nel registro grave, che la accompagnano seguendone l’estensione.
Magistrale l’interpretazione, che parola dopo parola porta in superficie i sentimenti più profondi, anche quelli dolorosi.
Ma nel finale arriva il riscatto di un ostinato, insensato coraggio e forse della speranza.
Il brano è totalmente affidato a Mina, ma in chiusura, senza bisogno di parole si unisce Fossati, come una muta risposta, o come un abbraccio.
Tex-Mex
È il primo singolo estratto dall’album: un caldo folk-rock dal sapore latino, precisamente Tex-Mex. La storia di un ritorno. Un botta e risposta insinuante tra le due voci, fra rimproveri, sensualità e la voglia di ricominciare. L’atmosfera è colorata dalle percussioni, dall’organo Hammond e da calde frasi di slide guitar.
Amore della domenica
Un half-time accattivante, un cocktail di passione condito dalla freschezza di elementi elettronici come il vocoder. L’hook nel ritornello “quello che siamo è quello che vogliamo” interpreta ancora una volta il significato dell’album e ne diventa l’ago della bussola.
Il brano incalza seducente tra i soli della fisarmonica, il sostegno potente della ritmica e della chitarra elettrica, per un mix analogico/digitale veramente tutto da godere.
Meraviglioso è tutto qui
Un brano dall’arrangiamento sofisticato ed elegante. L’amore, o forse solo un bacio, descritti in poche semplici parole. Il basso freetless si muove sinuoso sulla voce di Mina che danza agile sugli accordi del pianoforte.
Alle frasi melodiose di lei, si contrappongono gli incisi razionali di Fossati. Un brano armonicamente molto interessante, con una struttura insolita, ma che si segue con facilità e incanto.
Una perla, che testimonia ancora una volta la grandezza dei due artisti. Per l’appunto: “meraviglioso, è tutto qui”.
L’uomo perfetto
Ritmi tribali, modulazioni ardite, sonorità africane: ne L’uomo perfetto si cantano a due voci con grande ironia gli equivoci nella giungla della vita, i rituali che troviamo nella natura e nelle dinamiche di coppia.
I cambi di tonalità si legano alle buffe complicanze narrate nel testo. L’atmosfera è festosa. Nel finale liberatorio lo scenario è disegnato da cori africani e dall’irrompere di percussioni dai suoni primitivi.
Fra immaginario e realtà in questo movimentato brano è l’ironia a farla da padrona.
Niente meglio di noi due
A chiudere l’album un mix di funk, soul e blues ritmicamente molto sostenuto. Il brano è pensato come una suite con diverse sezioni, un dialogo sia verbale che strumentale e alcuni special, intervallati da energici assoli di sax.
Hammond e chitarra distorta danno al tutto un delicato ma deciso tocco di rock, che chiude con positività e senso di speranza un disco tutto incentrato sul presente.
Come ultima traccia Niente meglio di noi due sembra essere un’apertura di credito verso il domani e sembra dirci che c’è sempre una possibilità di scatto o di fuga in avanti. Nel caso che il nostro presente non ci soddisfi del tutto.