Come già avvenuto qualche mese fa con il concerto di Marco Mengoni a San Siro anche per le tappe milanesi del tour di Laura Pausini abbiamo voluto presenziare al live con un artista della genZ, Niveo, e lasciare a lui carta bianca per raccontare dal suo punto di vista lo show.
Ho vent’anni, faccio parte della famosa “Generazione Z”, sono un cantautore e ho assistito per la prima volta a un concerto di Laura Pausini. La data del 23 gennaio al Forum di Assago, per l’esattezza.
Prima di andarvi a raccontare lo spettacolo visto attraverso i miei occhi voglio farvi alcune premesse.
So che Laura Pausini è un’artista molto importante, di fama internazionale, ma del suo repertorio conosco solo i brani più famosi. Non ho mai approfondito la mia conoscenza su di lei prima di qualche mese fa. Confesso che come tanti ragazzi della mia generazione ho sempre seguito gli “artisti del momento”, quelli in voga sui social.
E questa è sicuramente la prima lezione di cui farò tesoro. Non smettere mai di essere curioso a 360°, di guardare con i miei occhi il lavoro fatto da chi, dopo anni e anni di carriera, ancora riesce a fare musica ricevendo l’amore del pubblico.
Laura Pausini il concerto al Forum
Se dovessi sintetizzare quello che ho visto e ascoltato la sera del 23 gennaio in solo una frase sarebbe questa: c’è un abisso tra i live a cui ho assistito sino ad oggi e quello di Laura. Lasciate che vi spieghi il perché.
Partiamo da un dato piuttosto rilevante… lo show complessivamente è durato TRE ORE, tre ore di musica vera, suonata e cantata da musicisti eccellenti e coristi spettacolari.
Fermo restando che sono convinto che la Pausini penso non sia umana ma probabilmente un supereroe della Marvel, il senso di stupore che ho provato mi ha realmente destabilizzato.
Questo perché gran parte della mia generazione (almeno per la mia esperienza personale) non è abituata a questo livello: i concerti durano la metà del tempo, non sempre sono suonati e spesso sono un susseguirsi di canzoni quasi senza sosta…
Partendo dal presupposto che ovviamente la musica è l’elemento principale di un concerto, sto imparando a capire che possono, ma non necessariamente devono, esserci altri fattori in un concerto: per esempio usare le canzoni stesse non solo per intrattenere ma anche come spunto di riflessioni su problematiche che ci riguardano tutti. Oppure per condividere pezzi di sé e della propria storia e al tempo stesso coinvolgere il pubblico al punto da riuscire a farlo sentire parte di qualcosa di speciale.
Alla luce di ciò che ho visto mi sono chiesto perché se si ha la fortuna di salire su un palco ed essere ascoltati, guardati e compresi, ci si limita “semplicemente” a cantare?
Per esempio Laura ha dedicato “Io sì (Seen)”, brano vincitore del Golden Globe e nominato agli Oscar, a tutte le donne vittime di violenza. La canzone è stata accompagnata da una coreografia creata per diffondere il “Signal for help”, un gesto per chiedere aiuto in ogni momento di pericolo che consiste nel piegare il pollice verso il palmo e chiudere a pugno le altre quattro dita alzate. “Se qualcuno ha bisogno di chiedere aiuto questo è il momento giusto per farlo”.
Capite adesso cosa intendo quando dico che ho compreso che la musica può anche “andare oltre”?
Quello che ho percepito guardandomi dentro e osservando attorno a me uno dei miei sogni, ovvero un palazzetto pieno di persone che cantano le canzoni che ho scritto e scelto, è che tutto quello che stava accadendo era frutto di un lungo percorso, di sacrifici e di totale dedizione verso la musica e verso coloro che ti scelgono.
Questa percezione è andata aumentando osservando il pubblico che mi circondava in quel momento. A differenza dei live a cui sono stato sino ad oggi, concerti che sembravano avere, uso un linguaggio discografico, un target di riferimento, al Forum c’erano persone di ogni età ed erano tutti “Simili” ma diverse… “Anime parallele”, come l’ultimo album di Laura.
Bambini, ragazzi, adulti, genitori con figli e coppie, senza distinzioni di sesso o genere. Persone che arrivavano da diverse parti del mondo. Tutti in quel momento sembravano uniti da qualcosa, probabilmente dalla sua musica e dal suo modo di essere. Del resto stiamo parlando di una ragazza di provincia che è riuscita a diventare la più grande popstar italiana a livello internazionale.
Questi due lati di Laura Pausini, imprescindibili, mi sono apparsi ancora più evidenti dopo aver visto il filmato che riassumeva tutti i premi vinti e i risultati raggiunti nella sua carriera (con contributi video tra gli altri di: Michael Bublè, Kylie Minogue, Johnny Hallyday e Phil Collins) e poi, subito dopo l’ultima canzone in scaletta, vederla tornare nuovamente sul palco con l’entusiasmo di una ragazzina al suo primo live per ringraziare il pubblico ancora una volta.
In conclusione…
Cosa rimane a Marco e cosa rimane a Niveo di questo live?
A Marco resta la commozione nell’ascoltare la voce, rotta dal pianto, della Pausini che nel filmato pronunciava queste parole: “..sento di non avervi ringraziato abbastanza per tutto questo, per la vita che mi avete fatto vivere”. Senso di gratitudine e dedizione verso il proprio sogno e il proprio lavoro.
A Niveo cantautore rimane la spinta per studiare e impegnarsi a scrivere canzoni che, al di là dei gusti musicali di ognuno, possano emozionare il pubblico tanto quanto me che le canto. Rimane, anzi cresce, la voglia di arrivare a fare un concerto di questa durata e di questa intensità padroneggiando a pieno il palco e la mia voce, tanto da farlo sembrare facile così come fa Laura.
Sappiate che non è affatto scontato esibirsi cantando, parlando e muovendosi per tre ore. È necessaria una grande preparazione vocale e fisica… anche per un ragazzo di venti anni. La Pausini è riuscita a fare tutto ciò mantenendo alta l’attenzione del pubblico su di sé per tutta la durata dello show.
“Non è affatto scontato riempire quattro volte il Forum alla mia età, è una cosa strana e per questo vi ringrazio tanto…” No, non lo è per niente, anzi… è qualcosa di straordinario!
Momenti preferiti del concerto?
La prima esibizione sulle note de “Il primo passo sulla luna” un ingresso straordinario coreograficamente, il Brano “Anime parallele” che mi ha colpito particolarmente e la meraviglia nel vedere così tante generazioni illuminare con la torcia del telefono l’intero palasport facendolo sembrare una notte stellata durante “La solitudine”.
Marco Fasano in arte Niveo