Sono passati vent’anni esatti da quando Laura Pausini pubblicò Surrender, primo singolo ufficiale estratto dal primo, e ad oggi unico, album in inglese della cantante. From the inside.
Un album, quello del debutto in inglese, che riscontrò diversi problemi. Difficoltà che hanno forgiato il carattere della cantante e che lei stessa ha accennato sui social in questi giorni e raccontato, in maniera integrale con una lunga lettera, agli iscritti al suo fan club ufficiale.
Il singolo di lancio del disco sarebbe dovuto uscire a fine 2001 ma, le radio americane dopo il tragico attacco alle Torri Gemelle, decisero di non passare canzoni che contenessero parole che parlavano di ARRESA e, per chi non lo sapesse, Surrender vuol dire proprio “arrendersi“.
La canzone uscì quindi il 22 agosto del 2002 ma, con grande stupore da parte della Pausini, la versione che sentì in radio non era quella che aveva approvato. Ma cosa successe?
Laura Pausini surrender, la vera storia del lancio in America
Laura Pausini arrivava in America dopo un lungo corteggiamento da parte di Craig Kallman e Ron Shapiro della Atlantic Records. Quest’ultimo in particolare riteneva la voce di Laura quella perfetta e, soprattutto, voleva che lei sbarcasse negli USA con il genere che l’aveva resa famosa, il pop, senza quindi cambiare nulla della sua cifra artistica.
Per realizzare il disco Laura andò a vivere a Los Angeles dove, ogni mattina per sei mesi, si recò a scuola d’inglese. I problemi arrivarono quando Ron Shapiro lasciò l’etichetta e gli subentrò Craig il quale, provenendo da grandi successi dance, trovava From the inside troppo pop.
Laura non fu avvisata che nel vinile di From the inside erano stati inseriti diversi remix, così come non venne avvertita che, nelle radio, sarebbe passata la versione dance di Surrender che, tra l’altro, lei non aveva ne sentito, ne approvato. Anche il video scelto, che strizzava l’occhio al mondo teen, era quello girato in America e da lei mai approvato.
La Pausini racconta così la prima volta che la sentii in radio:
“Mi trovavo in macchina ad Orlando, stavo iniziando il tour radio dalla Florida per presentare la canzone, quando una radio importante che stavamo ascoltando iniziò a suonare Surrender versione Remix. Alzammo il volume e mi rivolsi al promoter che viaggiava con me chiedendo: ‘Ma questa che è canzone è? Io non l’ho mai sentita così…“
Questa versione del brano, realizzata da Mike Rizzo, conquistò le radio americane e, ii lì a poche settimane, arrivò al numero 1 della Billboard Chart nella classifica dance.
C’era solo da essere felici ma Laura, lungimirante come sempre, non era convinta. Il punto era uno: lei non era quella e quella musica non era quella che lei aveva scelto per rappresentarla. Presentarsi in un mercato importante come quello americano in una maniera diversa dalla propria natura per lei era un passo falso (e i live sold out degli anni successivi a New York, cantando in cinque lingue diverse, le avrebbero dato ragione).
Fu così che Laura Pausini, in vetta alle classifiche americane, prese la decisione più difficile della sua carriera: interrompere la promozione del disco ancora prima del lancio del secondo singolo, If That’s Love, e tornare in Italia. Non prima però di essersi esibita in diverse situazioni live presentando alla stampa, che lo recensì ottimamente, la versione originale, fieramente pop, del disco. La rivista People nel recensire From the inside, definì la Pausini per quello che davvero è: un caso più unico che raro nella musica italiana e internazionale.
Per la cantante l’album From the inside è un tassello molto importante della sua carriera ma non solo, anche della sua crescita come donna…
“Fu un momento molto strano, difficile e nello stesso tempo importante per me, non solo come cantante ma soprattutto come donna. Sono stata orgogliosa di aver fatto la scelta di lasciare il progetto prima del secondo singolo, così come ancora oggi sono felice quando ascolto il disco “From the Inside” perché contiene tutte le versioni originali pop e non quelle remix.
Non è vero che mi sono pentita di quel progetto, anzi, ne sono ancora molto felice perché le canzoni che ho scelto per il disco e la versione di Surrender in esso contenuta mi piacciono ancora da impazzire. Ho conosciuto il mio coraggio grazie a Surrender, e invece di arrendermi all’opportunità di un successo nel quale non mi identificavo, ho scelto di lottare per me stessa.”