Leon Faun Profezia testo e significato del nuovo singolo del cantautore e attore disponibile su tutte le piattaforme digitali dal 12 maggio per Island Records/ Universal Music Italia.
A distanza di qualche mese da Vestito male, ultimo singolo rilasciato, torna Leon de la Vallée in arte Leon Faun, artista romano, classe 2001.
Profezia continua il percorso di avvicinamento al secondo album del cantautore. Il primo, C’era una volta (ne abbiamo parlato in maniera approfondita qui), uscì a giugno del 2021.
Nel durante Leon Faun collabora al brano Sogni Matti contenuto nell’album di Sick Luke e pubblica i singoli Piove. Nel durante torna al cinema nel film Pioggia di Paolo Cupellini.
Leon Faun Profezia significato del brano
Profezia segna un importante punto di svolta nel percorso musicale di Leon Faun che per la prima volta sceglie di mettersi completamente a nudo, senza il filtro del mondo cinematografico.
Nel brano il giovane artista affronta con estrema trasparenza il rapporto con il suo passato, tra perdite, conflitti e paure: quella di non venire compreso ed essere additato come un matto, la paura di ricordare un senso di abbandono e al tempo stesso di non riuscire a metabolizzarlo.
Leon Faun mette al centro del brano il proprio mondo interiore, il peso ma anche la speranza che portano con sé le aspettative che nutre sul suo percorso. Sogni, ansie e desideri si intrecciano nelle complesse linee melodiche accompagnate dalla produzione di Duffy e sembrano legati dai fili di una sorta di predestinazione, una profezia.
Leon Faun testo e audio
Non mi rimane che il male che ho fatto
Nel tempo e che non scorre mai
Non mi rimane che il mare, che il vento
Di un palco che è vuoto, che è un po’ un via vai
Non ci soddisfa più quell’ora d’aria
Di cui tanto parlava quella tua profezia
Qua c’ho una lista di sogni e di viaggi
Che mi porteranno lì ovunque tu sia
Se tu fossi luce vedrei la mia via
Se fossi buio solo per goliardia
Ti sto leggendo pergamena mia
Sussurrando piano quella vecchia poesia
Se tu fossi il tempo, quindi solo un concetto astratto
Forse non mi guarderеi più indietro
Morendo dentro al sеcondo di maggio
Era già tutto perfetto, forse ero solo distratto
Avrei voluto un concerto tuo, so che sarà il mio miraggio
Non mi rimane che il male che ho fatto
Nel tempo e che non scorre mai
Non mi rimane che il mare, che il vento
Di un palco che è vuoto, che è un po’ un via vai
Non ci soddisfa più quell’ora d’aria
Di cui tanto parlava quella tua profezia
Qua c’ho una lista di sogni e di viaggi
Che mi porteranno lì ovunque tu sia
Forse tu non ti ricordi della promessa di sangue che avevo
Forse tu non ti ricordi ma ho fisso in testa il ricordo del gelo, sai
Passarono notti quei vuoti che porti nella tua valigia dei sogni
Io e la mia ombra poi faremo i conti
Io ho la mia colpa, ma pensa quei giorni
Poi, sai, mi chiamarono pazzo quando feci quell’album
Me ne fotto dei soldi tuoi, poi
Perdonami madre per l’odio che ho dentro
Ma in fondo, che fate voi?
Boy, tu tieniti l’hype, io tengo le vibes
Sti cazzi dei mai che mi misero addosso
Non possono mai avere quel vuoto in via vai
Non ci soddisfa più quell’ora d’aria
Di cui tanto parlava quella tua profezia
Qua c’ho una lista di sogni e di viaggi
Che mi porteranno lì ovunque tu sia