Era già accaduto qualche settimana fa ed ora la faccenda si ripete. Nella giornata del 21 settembre Domenico Procacci, Ligabue e Stefano Accorsi, hanno fatto sapere di aver formalmente diffidato, a mezzo dei loro legali, la Lega di Matteo Salvini dall’utilizzo della loro opera, Radiofreccia.
Procacci, a nome della società produttrice Fandango, Stefano Accorsi (attore protagonista del film) e il cantautore Luciano Ligabue (regista) hanno diffidato la lega dopo che un estratto audio della voce di Accorsi tratto dal film è stato illegittimamente inserito all’interno di un video elettorale diffuso su tutti i social media in questi giorni e ripreso anche dalla stampa.
Nel comunicato, in cui si sottolinea la gravità di questo utilizzo, i tre artisti prendo le distanze da quanto avvenuto:
“…gravissima violazione dei diritti sul film e la spregiudicata utilizzazione dello stesso in una presentazione al pubblico che lascia anche chiaramente presumere una adesione al contenuto del messaggio, da cui invece gli stessi radicalmente si dissociano.
La Lega ha infatti usato il ‘credo laico’ di Radiofreccia per la propria campagna elettorale, senza chiedere alcuna autorizzazione (che non sarebbe stata concessa), e con grave sprezzo della legge sul diritto d’autore”.
La diffida contiene ovviamente l’invito “all’immediata rimozione dal video di qualsiasi elemento tratto dal film” affermando che ci sarà la più ampia tutela legale, in sede civile e penale.
Un episodio simile, sebbene meno grave, era già avvenuto qualche settimana fa quando sempre Salvini aveva utilizzato in un comizio Ciao ciao de La Rappresentante di lista causando l’ira del duo musicale.
Qui a seguire il testo completo del credo di Radiofreccia, parole che, a parer nostro, ci sembrano molto distanti dal pensiero politico della Lega, A questo link invece il post con lo stesso pubblicato dal profilo Twitter ufficiale della Lega.
Credo nelle rovesciate di Bonimba, e nei riff di Keith Richards. Credo al doppio suono di campanello del padrone di casa, che vuole l’affitto ogni primo del mese. Credo che ognuno di noi si meriterebbe un padre e una madre che siano decenti con lui almeno finché non si sta in piedi. Credo che un’INTER come quella di Corso, Mazzola e Suarez non ci sarà mai più, ma non è detto che non ce ne saranno altre belle in maniera diversa.
Credo che non sia tutto qui, però prima di credere in qualcos’altro bisogna fare i conti con quello che c’è qua, e allora mi sa che crederò prima o poi in qualche dio. Credo che se mai avrò una famiglia sarà dura tirare avanti con trecento mila al mese, però credo anche che se non leccherò culi come fa il mio caporeparto difficilmente cambieranno le cose.
Credo che c’ho un buco grosso dentro, ma anche che, il rock n’ roll, qualche amichetta, il calcio, qualche soddisfazione sul lavoro, le stronzate con gli amici ogni tanto questo buco me lo riempiono. Credo che la voglia di scappare da un paese con ventimila abitanti vuol dire che hai voglia di scappare da te stesso, e da te stesso non ci scappi nemmeno se sei Eddie Merckx. Credo che non è giusto giudicare la vita degli altri, perché comunque non puoi sapere proprio un cazzo della vita degli altri.
Credo che per credere, certi momenti, ti serva molta energia.