Non c’è ancora la conferma ufficiale degli organizzatori, ma sembra cosa fatta: a 10 anni dal primo grande evento, Ligabue tornerà ancora una volta al Campovolo di Reggio Emilia per la chiusura di Festareggio, per un nuovo emozionante evento che, come al solito, riuscirà a coinvolgere migliaia appassionati provenienti da tutta Italia.
Ligabue ha appena concluso a Cagliari il Mondovisione Tour – Palazzetti 2015, con due concerti all’Arena Sant’Elia, che hanno coronato un anno di live di successo, nei palasport e negli stadi italiani, ma che hanno portato Luciano anche nei club e nei teatri di tutto il mondo.
Il concerto del Campovolo, a quanto anticipa la Gazzetta di Reggio, dovrebbe tenersi sabato 19 settembre e porterebbe Ligabue per la quarta volta in questa location per un live: dal debutto del 2005, al ritorno nel 2011 e l’evento corale in favore dei terremotati dell’Emilia Romagna del 2012 Italia loves Emilia.
Per ufficializzare la nuova data, bisognerà però aspettare maggio: il manager di Ligabue, Claudio Maioli, sta ancora trattando con gli organizzatori di Festareggio ed il Comune di Reggio Emilia, in attesa dei permessi da parte dell’Enac per la concessione dell’area che dovrebbe essere Campovolo 2.0, la stessa del 2011.
Si tratta di veri e propri eventi, sarebbe limitante definirli concerti, perché sono molto di più. La prima edizione del 2005 era stata molto criticata per i problemi audio, ma era quella dei due palchi, quello di oggi e quello con la band degli esordi. Uno spazio enorme e solo un po’ di fortuna ha permesso allo spettatore di trovarsi nel posto giusto per poter sentire sempre l’audio.
Ma neanche la musica in sé descrive in modo adeguato una manifestazione come un concerto in una location insolita. Un evento unico, che raccoglie persone da tutta Italia e che, di conseguenza, inizia quando si organizza la spedizione a Reggio Emilia. Un po’ come i festival, il concerto della fine della giornata è solo il coronamento di tutto ciò che è successo nelle ore precedenti, del viaggio, della gente che canta in coro per allietare l’attesa. E lo spazio, il prato, le stelle. Cose che uno stadio non potrà mai dare. Cantare con le mani nelle mani degli sconosciuti accanto, a piedi nudi sui teli stesi sull’erba umida e, alla fine, poter dire il celeberrimo “Io c’ero”. Sì, io c’ero quella sera di settembre del 2005 ed è stato uno dei concerti più memorabili che abbia mai visto.
Non solo per le canzoni, non solo per l’energia che Ligabue trasmette sempre nei suoi live, non solo per la scaletta del concerto. Ma per il Campovolo, per tutto quello che è per ciò che un evento concepito in questo modo rappresenta.
Noi ci auguriamo che tutte le tessere del puzzle dei permessi e delle concessioni possano velocemente mettersi al loro posto, per poter di nuovo assistere ad un evento che avrà le carte in regola per essere, ancora una volta, Il giorno dei giorni.