“Fuori Onda” è l’album d’esordio di Lorenzo Lepore, disponibile su tutte le piattaforme digitali dal 20 ottobre 2023 per T-Recs Music. Nel disco, l’artista canta se stesso, le sue sensazioni e la generazione cui appartiene.
L’album è stato anticipato dal singolo “Niente di che”, rilasciato il 29 settembre 2023. “Fuori Onda” è acquistabile anche in versione fisica, come CD, dal 27 settembre scorso quando è stato presentato in anteprima al Monk di Roma.
Lorenzo Lepore racconta così il disco: “Fuori onda è una condizione d’esistere. È un istinto di sopravvivenza e al tempo stesso un grido di emancipazione in un mondo che non fa altro che escludere e tagliare le cose belle. Ho iniziato a scrivere queste canzoni perché mi sentivo così e non ho potuto fare altro che gridare queste urgenze su ogni palco o strada che calcassi”.
Ed ancora, spiega: “Fuori onda è anche l’atto di mettere in musica una verità interiore a costo di venire escluso. Di non piacere. Fuori onda è la mia vita. Che si svolge nelle sfumature, i dubbi e la tempesta di lacrime di gioie e dolori lontana dai riflettori che si accendono prima di entrare in scena. Rimanere fuori onda in un mare di miseria è per me luce e mi auguro con questo disco di condividerne anche uno spiraglio con più persone possibili, a cui dedico davvero con tutto il mio cuore questa mezz’ora abbondante di musica e parole”.
“Fuori Onda”, prodotto e arrangiato da Tony Pujia, è un progetto che presenta echi di un cantautorato familiare e al tempo stesso elementi di novità. E’ un disco che ha un forte legame con il passato, ma guarda anche al futuro. Racchiude una forma di musica che si colloca al di fuori del mainstream e delle playlist ufficiali, che non è catalogata, e che si propone con la sua spontaneità, come se fosse ripresa a insaputa di tutti, fuorionda appunto.
Nelle tracce del disco, Lepore mostra la sua vulnerabilità con disarmante naturalezza. Si tratta della vulnerabilità di un ragazzo giovane, pieno di vita e smanioso di vivere, ma anche perso, fragile e un po’ impaurito. Lorenzo Lepore è nato a Roma nel 1997; e nelle sue canzoni parla di sé, del mondo che lo circonda e della sua generazione. Mette in musica storie e frammenti di vita, guardandosi dentro e condividendo se stesso con gli ascoltatori. “Fuori Onda” è la sua fotografia più autentica; e raccoglie tutte le canzoni pubblicate fino ad oggi.
La cover del disco è nata da un’idea del celebre stilista e personaggio televisivo Guillermo Mariotto.
“Fuori Onda”, raccontato track by track da Lorenzo lepore
“FUTURO” – Il Futuro per me è speranza e paura allo stesso tempo; mi fa guardare intorno, e concretizza spesso davanti a me tutto quello che non va. Il futuro è una domanda, sempre identica e continua. “Cos’è che mi aspetta”?
Le risposte sono diverse ma non ce n’è mai una certa. Sono ipotesi, grida e arrese mutate sempre da un unico destino: il dubbio. Non ci resta che attendere e rimanere a guardare. Il futuro per me ha il sapore della terra bagnata, da una lacrima magari, che ci fa essere tristi e desolati ma allo stesso tempo felici di provare ancora emozioni, di dare ancora un valore all’unica cosa certa che possediamo: la nostra esistenza.
(Brano vincitore del “Miglior testo” di Musicultura 2021 e vincitore del premio “Botteghe d’autore” 2023)
“MALINCOMIA” – La mia è un tipo di malinconia molto personale, non a caso la mia canzone si chiama “MalincoMia”. Canto di una tristezza che alle volte riesce a strapparti un sorriso. È un modo di vivere il mio. È pigrizia, dipendenza, paura, bisogno d’amore e tante altre cose che piovono nella vita di una persona che non può far altro che ironizzare su quest’ultima, cantando delle sue piccole disgrazie. Un trascinarsi fra i problemi della vita mettendo in musica anche i momenti di difficoltà. Amo definire questa canzone la più allegra ma allo stesso tempo anche la più triste che abbia mai scritto.
“FINALMENTE A CASA” – Questa canzone nasce dall’esperienza diretta che ho avuto in una Onlus di volontariato a Roma, “Casa Africa”. Quest’associazione, fra i vari progetti, si occupa di donare cibo, vestiti e beni di prima necessità ai senzatetto nei pressi della Stazione Termini. Trovarmi a contatto loro nella stagione più fredda dell’anno è stato per me un colpo al cuore e sentire le loro storie mi ha portato a scrivere una canzone troppo importante per me. Mi sono interrogato sulla vita. Sul fatto che spesso ingigantiamo i nostri problemi quando c’è chi ne ha di molto più grandi. Ho provato a mettere in musica la disillusione di chi si ritrova a casa solo quando smette di soffrire.
(Brano vincitore del “Premio Amnesty, voci per la libertà” 2022)
“MEGLIO COSÌ” – Questa canzone raccoglie pensieri sulla vita, sulla società e sul mondo che tenevo dentro da tempo. Racconta una vita in cui subisco un volere non mio, ma quello che mi impone la società. Una società in cui se non ti adegui alla massa spesso e volentieri rimani fuori. “Meglio così” è reazione ad una richiesta da parte delle aspettative degli altri, della discografia, della società ma soprattutto di me stesso, quando davanti ad un mare mosso decido di non imbarcarmi perché non possiedo vele per cavalcare i venti.
Così che il rimanere a riva a prendere il sole come tutti gli altri diventa dentro e fuori di me una musica insistente. Un mantra. Decido di cantare questa mia insicurezza. Questa canzone è la vera e propria fotografia di una resa ma allo stesso tempo della mia protesta più grande. Quella di cercare di esprimere un’opinione, un’urgenza interiore a costo di andare controcorrente. Di venire escluso.
(Brano secondo classificato ai premi “Bertoli” e “De André”)
“SOTTO LA LUNA” – Questa canzone rappresenta per me una svolta musicale a tutti gli effetti. Dopo i primi singoli pubblicati ho avuto l’esigenza di abbracciare un genere più movimentato per raccontare la stagione più bella.
Un’estate vissuta di notte in cui dei ragazzi annoiati dalla monotonia del solito locale decidono di salire su una Fiat Punto che in un attimo li scaraventa da una periferia di città a una discoteca sul mare. Seguono un avvicendarsi di situazioni imbarazzanti e personaggi ambigui in cui il protagonista un bicchiere dopo l’altro vince la sua timidezza. Complice della sua trasformazione è una ragazza dall’aspetto di una dea irraggiungibile di cui lui si invaghisce ma lei non lo considera minimamente.
“VENT’ANNI” – Vent’anni è la fotografia in musica di un’età anagrafica fatta di fragilità e domande irrisolte. Un’età in cui il passato fa i conti con il presente e le domande esistenziali sono il pane quotidiano che non si ha il coraggio di mettere sotto ai denti. Gli occhi di un ventenne guardano un mondo minaccioso. Vorrebbero capirlo ma sono travolti e arresi dalla negatività. Le difficoltà ancora una volta in questo disco abbracciano la speranza e l’amore per la vita.
“Siamo le mani strette contro la fatica di parlarci” è la frase emblematica in coda alla canzone, a dimostrazione del fatto che la vita a vent’anni come a cinquanta, è una grande salita che riusciamo ad affrontare solo facendoci forza l’un l’altro e continuando a sperare.
(Brano vincitore del “Premio Lauzi” 2023)
“ARTHUR RIMBAUD” – Perdersi. In una società̀ che venera il mantra della distrazione e della frenesia. Come se in un reparto di surgelati al supermercato, tra un sorbetto al limone e una zuppa confezionata trovassimo una copia delle migliori poesie di Rimbaud. E così nulla ci tocca più. E così un grande poeta scrive opere dedicate al tema del “Food porn” ed un ricco imprenditore regala scarpe ai ragazzi di un quartiere in cambio della loro identità. Il protagonista della canzone naviga in quest’onda opprimente e un giorno si rende conto che non riesce più a provare emozioni. Invoca un risveglio come un seme di una rosa che non cresce poiché non possiede più lacrime per piangerci sopra. Tornare nel profondo delle cose in questo pezzo rappresenta l’eco di una melodia lontana che accordo dopo accordo si traduce nella speranza di un cambiamento.
“LUNA PARK” – In un’estate romana rovente e monotona un gruppo di amici dopo una bravata commessa si intrattiene a parlare. Uno di loro ha lo sguardo perso. Lo sguardo che desidera e brama un amore.
Si, questo è probabilmente l’unico brano del disco che parla di amore nei confronti di una ragazza. Non importa se reale o idealizzata. Quello che è certo è che questa presenza fa sentire il protagonista come in un meraviglioso “Luna park” che scompare ogni volta che quest’ultimo capisce che questa storia non è realizzabile.
“VIETNAM” – La quotidianità di un ragazzo in questa canzone è accostata alla guerra del Vietnam. Svegliarsi presto la mattina, allinearsi alle regole, adeguarsi a un sistema. Così che la figura di un ragazzo della “Generazione Z” è accostata ad un “Hippie” degli anni ’60 che si ribella alla violenza e alle guerre. Sonorità che sfiorano il rock di quegli anni con ironia e grinta caratterizzano il brano che fa più ballare durante i miei concerti.
“C’AVETE ROTTO” feat. Alessio Bonomo – Ho suonato questo motivetto al pianoforte per anni senza mai riuscire a scrivere una canzone, ma con la consapevolezza che sarebbe sbocciata prima o poi. Così che un giorno su queste note mi sono immedesimato in un generale militare. Questa canzone rappresenta per me un grido e una protesta contro la guerra, l’avidità di potere e la violenza. Una protesta che ho deciso di condividere con il cantautore Alessio Bonomo nell’unico featuring di questo disco. Bonomo è probabilmente il cantautore più “Fuori onda” che conosca nonché uno dei miei più grandi punti di riferimento musicali.
“NIENTE DI CHE” – Questa canzone da quando è stata scritta è stata sempre suonata in chiusura di tutti i miei concerti. Non poteva assolutamente non chiudere questo album. È un discorso rivolto al pubblico che si aspetta che un artista sia sempre allegro, sicuro delle sue scelte e pronto a consolare l’ascoltatore. È lo specchio del disagio che spesso e volentieri prova un cantautore nel trovarsi su un piedistallo e non riuscire a gestirlo.