LoveGang126 Classico testo, significato e video del brano.
Franco126, Ketama126, Pretty Solero, Drone126, Asp126 e Ugo Borghetti, anche conosciuti con il nome del loro collettivo LoveGang126 pubblicano il 21 ottobre su tutte le piattaforme di streaming e negli online store il loro nuovo singolo, intitolato Classico.
La canzone esce a pochi mesi dall’uscita di Signor prefetto e Mani Sporche (feat. Gianni Bismark & Lil Kvneki) e spiana la strada per un vero e proprio disco completo del collettivo, che ancora non è stato annunciato ma a questo punto sembra essere nell’aria.
Qui sotto trovate audio, testo e significato della canzone.
LoveGang126 Classico significato
Il brano è il racconto di una serie di luoghi comuni e atteggiamenti, il ritratto tipico dei ragazzi d’oggi. Prodotto da Wism, la canzone mescola il funky all’hip hop. Un pezzo autocelebrativo, in cui ogni membro della LOVEGANG126 racconta sé stesso e le dinamiche quotidiane del gruppo portando il proprio riconoscibile stile all’interno di quello che diventa un mix di anime e visioni musicali che si amalgama alla perfezione. Come sempre, sullo sfondo c’è la loro Roma, con tutta la sua strafottenza.
Il videoclip, diretto da Filippo Lancellotti e Benedetto De Cesaris, è ambientato in una sala giochi dallo stile anni ’70, in cui si consuma uno dei tanti frammenti di quotidianità a cui “Classico” allude.
Le inquadrature che si susseguono mostrano infatti i membri della LOVEGANG126 intenti a giocare a carte o a biliardo, completamente a loro agio in un clima informale e amichevole.
È il senso del gruppo quello che traspare dalle immagini, quella fratellanza a cui si riferiscono le parole degli artisti e che racchiude l’essenza del collettivo. L’atmosfera intima, dal forte imprinting cinematografico, contribuisce a rendere il luogo quasi esclusivo, al di fuori del tempo e dello spazio, celato al mondo reale.
LoveGang126 Classico testo e audio
(Federico Bertollini, Gabriele Terlizzi, Luciano Nardoni, Piero Baldini, Roberto Anzellotti, Sean Michael Loria)
Ho dato la bottarga più grossa di sempre
e in due secondi già non capisco più niente
sta piovendo sopra queste quattro teste
ed è incredibile sono ancora le stesse
Entravo nelle feste della Roma bene
facevamo i tafferugli, uscivo con le tasche piene
ho fatto buffi con tutto il quartiere
le peggio cose di ogni genere
poi a trovarci ancora per Trastevere
Siamo un classico come risse di strada
la pippata la patente comprata
come spendere tutto il giorno di paga
lascia segnato tanto siamo di casa
126 è un classico per le strade
come le brasche sulle tute Nike acetate
come le scritte sopra al muro contro le guardie
come le borse contraffatte a regola d’arte
126 è un classico, classico
come le buste nella stretta col pusher
classico, classico
come le fughe di notte sugli scooter
Alcolici lisci
vabbè dai se insisti
stiamo come sempre a cena
come al solito alticci
frate’ ma che dici
qua stiamo tra amici
e stiamo già pisti
ma che fai dai ti spicci
In due su un cinquantino come un film in bianco e nero
che da fuori sembro il ragazzino timido che ero
è tipico che esagero, non ne faccio mistero
volevo stende un’unghia eppure ho messo un dito intero
è un classico
come il fumo carta oro
e dai fammi risolve due minuti passo al volo
è un classico
come i tramonti al foro
i baci nel parchetti e i pacchetti di Marlboro
126 è un classico per le strade
come le brasche sulle tute Nike acetate
come le scritte sopra al muro contro le guardie
come le borse contraffatte a regola d’arte
126 è un classico, classico
come le buste nella stretta col pusher
classico, classico
come le fughe di notte sugli scooter
È un classico come i soldi arrotolati con l’elastico
come la roba quant’è bona per un tossico
come la canna mentre sto col cane a spasso
come Vasco sì
vado al massimo
buttare tutto mentre i gemelloni passano
come la bira quando l’operai staccano
sognavo i soldi sporchi del narcotraffico
è la bestemmia in mezzo al traffico
è un classico
come serrande abbassate a agosto
come flop sul muro nero e argento
come cocci rotti a Trastevere
come quando ti dico ti amo
ma sto mbriaco
come il cameriere che sbaglia l’ordinazione
i guasconi in giro per rione
na tedesca ai fori
burro e parmigiano
la mortadella dentro al panino
siamo un classico Gabriella Ferri e Califano
i fumogeni allo stadi
le cime d’erba apparse nell’armadio
Nanana siamo per la strada ed è un classico
sono le cinque e già sbiascico
Nanana siamo per la strada è cè il panico
mille bottiglie sul tavolo
credits foto: Beatrice Chima