8 Settembre 2024
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8 Settembre 2024

Luca Carboni rompe il silenzio: “Il tumore non è un’esperienza individuale, ma collettiva”

Dopo due anni di silenzio, il cantautore è pronto a tornare con una mostra, un nuovo album e un tour

Luca Carboni Tumore
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Dopo due anni di assenza Luca Carboni rompe il silenzio e in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera racconta la sua battaglia contro un tumore grande e difficile da operare, che a marzo 2022 ha scelto di dimorare in uno dei suoi due polmoni: la diagnosi, lo shock, il bisogno di sottrarsi a tutti i riflettori, la chemioterapia, la rimozione della massa tumorale e l’immunoterapia.

“Viviamo in un mondo in cui tutto è comunicato, sempre. Io invece ho seguito il mio istinto, il mio carattere. Mi sono messo da parte. A marzo del 2022 mi è stato diagnosticato un tumore al polmone. Un po’ di tosse che non passava, la decisione di fare una lastra. Sono rimasto senza parole, quella malattia sta nella nostra vita, ma pensi che a te non toccherà mai. Improvvisamente tutto è cambiato”.

Per un attimo il mondo si è fermato. Poi il tempo è tornato a fluire, ma ad una velocità diversa. Anche la musica per un po’ ha smesso di suonare. C’era un disco nuovo quasi pronto: dieci pezzi, tra cui il singolo Il Pallone e un altro che sarebbe dovuto uscire nell’estate 2022. Un brano dal titolo Rimini D’Estate, che Carboni scrisse nel 1986 per Vasco Rossi, ma che poi decise di incidere personalmente.

“In pochi minuti tutto è cambiato. Dalla scelta dei brani sono passato alla scelta delle terapie per sopravvivere”.

Adesso Luca Carboni è tecnicamente guarito, anche se – come ha lui stesso spiegato – con questo tipo di malattia la parola guarigione ha un significato fragile: “Il tumore non è un’esperienza individuale, ma collettiva. Non puoi sentirti guarito se non è guarito l’altro, la persona che avevi a fianco mentre facevi le flebo”.

Insieme, mano nella mano, a stringere i denti quando il dolore è troppo forte, a gioire per ogni piccolo passo avanti, ad affrontare la paura di non avere abbastanza tempo, a guardare in faccia la morte e poi dirle: “non ora, non è il momento“, nonostante non si abbiano chissà quali ragioni per sentirsi in credito con la vita.

A questo proposito Carboni dichiara di aver vissuto un’esperienza drammatica senza provare dolore: “Anche quando vedevo la fine come eventualità possibile, mi sentivo felice. Ho fatto una vita bella, piena di luce, di gioie, di amori. Il mio percorso è stato faticoso e carico di soddisfazioni. Non mi sono piegato alla disperazione, che pure conviveva con me, ho combattuto.

Ho smesso di fumare, ho camminato tanto. Andavo sull’Appennino e cercavo paesaggi che rendessero ancora più forte il mio rapporto con la vita. La natura mi ha aiutato. L’arrivo della neve, l’irrompere della primavera. Trovavo sentieri impervi e fantastici che mi ricordavano la bellezza delle cose del mondo. Erano iniezioni di fiducia, erano stimoli a non mollare. Poi mi ha aiutato molto la pittura, che è sempre stata la mia altra passione”.

Ed ecco che a novembre, a Bologna, ci sarà una mostra – curata da Luca Beatrice e prodotta da Elastica – con i quadri, i disegni, lo story board del suo primo video e i block notes con tutti gli appunti di ogni album.

Musica nuova non ne ho scritta, ma per la prima volta, dipingendo, ho usato gli audiolibro. E così mi sono venuti degli spunti per dei possibili testi e anche una musica per una canzone. La mia vita si era slegata, aveva perso la certezza del tempo, la luminosità della prospettiva. Ora posso ricomporla e comincerò a farlo con le parole e le note. Non ti sembri paradossale, ma la malattia, sovrastando ogni impegno, mi ha dato una sensazione di libertà. Anche creativa. Non avevo scadenze, vincoli”.

Nuovi dipinti, nuova musica e anche un nuovo tour, perché la verità è che Luca Carboni non vede l’ora di ritrovare la sua gente: “Ho bisogno di ritrovare ciò che insieme ai paesaggi più mi ha dato la forza di contrastare la malattia, ovvero l’incontro con gli altri“.

E, proprio a questo proposito, “quando tornerò sul palco la prima canzone che farò sarà Privamera. È la canzone di una stagione attesa, che torna ogni volta diversa. Mi piacerebbe che la prima data fosse a Bologna, la mia città“.

Ad accoglierlo, dopo questa lunga assenza, non c’è però soltanto il suo pubblico, ma anche alcuni colleghi che hanno voluto dedicargli un pensiero speciale. Clicca in basso su continua per scoprire chi sono e leggere le loro parole!

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