Dalle prime righe del libro LUCIO DALLA, l’uomo di Piazza Grande, capisci che non leggerai la solita biografia di un celebre artista ma che intraprenderai un viaggio immersivo dentro la vita di Lucio Dalla, imparando che la sua arte nasce davvero dalla sua personalità, così eclettica, geniale, visionaria, a tratti infantile, tanto egoista nei modi quanto altruista nelle emozioni.
L’autore è Paolo Maiorino, non uno scrittore solito a dedicarsi a biografie, ma un discografico nonché amico di Dalla che ha frequentato e lavorato con lui e con tutto il suo mondo personale e professionale.
Maiorino ripercorre la vita dell’artista da molti punti di vista perché affida le pagine del libro ai racconti, aneddoti e ricordi di tutti coloro che lo hanno accompagnato nella sua carriera artistica: produttori, musicisti, autori, discografici, alcuni dei quali oltre ad essere collaboratori gli sono stati anche molto amici.
Ecco così che ci approcciamo ad un libro corale dove ognuno racconta un pezzetto di storia e a fine lettura ti ritrovi davanti Lucio Dalla, ricomposto dentro e fuori e restituito al lettore.
Lucio dalla l’uomo di piazza grande, il libro
Il libro parte proprio dall’inizio, dagli anni 60 e capitolo dopo capitolo arriva a quel maledetto 1° marzo del 2012, giorno che ce lo ha portato via fisicamente ma non artisticamente.
Nel libro escono tutti gli aspetti caratteriali dell’uomo e quelli geniali dell’artista.
Di lui dice Gianni Morandi: “mescolava sempre il divertimento con il lavoro, almeno un’ora al giorno la passava ai videogames o a giocare a biliardino. A un certo punto si doveva lavorare e di colpo diventava serio e professionale“.
Un uomo così apparentemente duro aveva una stanza piena trenini elettrici, giostre meccaniche, peluche, soldatini. Incredibile.
In effetti Ricky Portera, storico collaboratore di Dalla e fondatore degli Stadio insieme a Gaetano Curreri racconta a volte con tono piccato la difficoltà di gravitare in quell’universo.
In merito al brano Caruso, scritto nel 1986 e destinato a passare alla storia, dice infatti: “Mi sono sempre chiesto come fosse possibile che uno come lui, con seri problemi di socialità, potesse essere capace di scrivere cose incredibili come quella, che toccano le persone nel profondo dei sentimenti. Doveva avere dentro di sé un mondo segreto e bellissimo.” Di questa canzone viene raccontata la genesi ed il significato: leggerla aiuta a comprendere quale caleidoscopio di emozioni girasse nella testa di Lucio.
Anche il cantautore Samuele Bersani ci restituisce, con una delle sue dichiarazioni, un’immagine davvero sui generis:
“Con Lucio mi confrontavo con il più grande di tutti e ne ero consapevole. Fu una grande palestra, imparai molto anche se lavorare con lui non è stato sempre semplice e a volte ci sono stati dei bei contrasti” e ancora “…stavo vivendo un momento particolarmente negativo della mia vita privata, ero stato lasciato dalla mia ragazza. Lucio mal digeriva quella mia depressione e una volta arrivò a urlarmi contro che non avevo capito un cazzo della mia vita perché accadimenti come quelli erano una fortuna, avrei potuto capitalizzare il dolore e trasformarlo in espressione creativa“.
È così che nacque Giudizi Universali. Lucio, un motivatore emozionale che chissà se sapeva di esserlo.
Ancora Beppe D’Onghia, arrangiatore, compositore, pianista: “Lucio era un autodidatta ma sapeva farsi comprendere, si esprimeva con i colori, con le immagini, con le sensazioni e non parlava di note o di scale, aveva un linguaggio emozionale“.
E ancora Mauro Malavasi, storico produttore e arrangiatore: “Il nuovo millennio era un argomento che lo coinvolgeva molto, voleva capire quale fosse il linguaggio, il messaggio giusto da dare. Ne era impaurito e molto affascinato. Sono convinto che se fosse ancora vivo farebbe un duetto con un rapper. Ha sempre lasciato la porta aperta alla contaminazione, alla novità”.
In questo libro compaiono nomi che hanno fatto la storia della musica italiana. Professionisti ed amici che hanno condiviso gran parte del suo cammino:
- Sergio Bardotti
- Roberto Roversi
- Alessandro Colombini
- Renzo Cremonini
- Mauro Malavasi
- Fabrizio Zampa
- Gianfranco Reverberi
- Roberto Gualdi
- Roberto Costa
- Angela Baraldi
- Luca Carboni
- Amedeo Minghi
- Gianni Morandi
- Fiorella Mannoia
- Samuele Bersani
- Iskra Menarini
- gli Stadio
- Bracco di Graci
- De Gregori
- Antonello Venditti
- Ron
A quest’ultimo è stata anche affidata la prefazione del libro.
Una nota importante riguarda la primissima pagina del libro in cui Paolo Maiorino scrive la doverosa dedica: a Michele Mondella, promoter e discografico, punto di riferimento per Maiorino stesso ma anche per Lucio Dalla. Memorabile figura per chi gravita nel settore musicale.
Affido alle parole dello stesso Paolo Maiorino le fila di questo abito cucito perfettamente su Lucio Dalla:
“Dell’uomo mi piace ricordare il carattere eternamente sospeso tra slanci di simpatia, ironica e goliardica e momenti di intensa e inguaribile malinconia. Era un visionario, un sognatore. Ho pensato che le testimonianze dei tanti protagonisti che negli anni hanno condiviso il suo percorso artistico, fosse il modo migliore per raccontarlo“
E ha pensato davvero bene. Ne esce un lavoro straordinario. Chi conosce bene Lucio Dalla non può perdersi la lettura di LUCIO DALLA, l’uomo di Piazza Grande, chi non lo conosce abbastanza, non può perdersi questa lettura.