8 Maggio 2023
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8 Maggio 2023

Marco Mengoni all’Eurovision 2023: “Sul palco per la pace, andrei a Kiev anche domani. Tra i colleghi mi ha chiamato Laura Pausini”

Marco Mengoni e l'Eurovision, binomio rinnovato dopo 10 anni. In video da Liverpool, Mengoni ha spiegato le sue emozioni in vista della finale.

Marco mengoni Eurovision 2023
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Marco Mengoni Eurovision, una strada che già si era incrociata dieci anni fa e che, questa settimana, rivivrà con la sua partecipazione arrivata grazie alla vittoria sanremese con Due Vite.

Proprio in vista della gara, Marco è intervenuto in conferenza stampa raccontando emozioni e sensazioni di questa settimana a Liverpool:

“Qui è tutto un mondo magico e fantastico, un sacco di cose da fare però sono molto soddisfatto. Sono soddisfatto del mio miglioramento in inglese, fare discorsi di senso compiuto con tranquillità e facilità ed era quella l’aspettativa che avevo.

Mi sto divertendo finalmente. Rispetto dieci anni fa, dove avevo più pressione, adesso me la sto godendo come ho fatto con Sanremo.”

Cosa vedremo sul palco? Come verrà messo in scena il significato di Due Vite?

“Sul palco era molto difficile mettere in scena il senso di Due vite e della relazione tra conscio e inconscio però credo di essere riuscito a inscenare questo alternarsi tra vita reale e vita dei sogni, più profonda ed emotiva. Sono contento di avere in squadra persone che provengono da varie parti d’Europa.”

Tra la prima esperienza e la seconda cosa è successo. Siamo anche a ridosso dell’uscita di Materia (Prisma):

“Sono felice del lavoro fatto su questo ultimo capitolo. La differenza è che io sono più grande. In questi anni ho fatto molte esperienze e ho capito l’importanza che ha il palco dell’Eurovision.

Dieci anni fa ero giovane e inesperto, mi sono fatto prendere dall’emotività del momento e non mi sono goduto ogni istante. Quest’anno sono partito con tanti strumenti appresi in questi dieci anni di carriera ed è molto più bello essere qui.

Ho trovato l’energia giusta nonostante i tanti impegni che mentalmente stancano. L’energia che da Liverpool, la casa dei Beatles, uno dei gruppi che mi ha sempre ispirato non è da poco. Mi sono goduto questo ‘tappeto turchese'”.

In che cosa ti hanno influenzato i Beatles. Un conto è cantare a Sanremo, un conto è cantare all’Eurovision. Ti piacciono le gare?

“Non mi piace la parola ‘gara’, sto lontano dalle competizioni. L’idea di farsi uno sgambetto, di pensare alla classifica non mi piace. La gara mi sa di qualcosa di negativo, ognuno porta i propri messaggi e spero siano tutti giusti e buoni.

Sui Beatles, anche se uno non ha mai ascoltato la band loro hanno influenzato la musica pop per decenni e se non fossero esistiti loro noi non staremmo qui a parlare.

Hanno delle sfumature che vanno verso tutti i colori dell’arcobaleno e qui mi ricollego al prisma. Hanno cercato di analizzare ogni parte, ogni angolo della musica.”

Se non fosse scoppiata la guerra ti saresti esibito a Kiev, non a Liverpool. Questa manifestazione può servire a lanciare messaggi in tal senso?

“La musica è messaggera di pace e amore e credo che riguardi tutti i 37 paesi in concorso. Con la musica possiamo urlare ancora di più questa cosa.

Mi sarebbe piaciuto andare a Kiev anche domani perché avrebbe significato che la guerra è finita e che non ci sono più persone che soffrono in quel modo.

Essere uniti qui significa mandare un messaggio a tutta l’Europa di pace. Sono assolutamente contrario a qualsiasi guerra attiva in questo mondo e scrivo canzoni per urlare messaggi di pace. Se serve o quanto sia utile io non lo so ma la musica serve a questo”

Oltre Marco, in gara ci sono anche altri italiani: Alessandra Mele per la Norvegia e i Piqued Jacks per San Marino. C’è stato modo di incontrarsi e parlarsi?

“Siamo stati distanti fisicamente in questi giorni con Alessandra per la Norvegia quindi non abbiamo ancora parlato ma spero avremo modo.

Con i ragazzi di San Marino sì, sono tutti toscani e simpaticissimi. Ci spalleggiamo, ci incitiamo a vicenda. Speriamo che San Marino ci voti ma, al di là dello scherzo, dei voti mi interessa poco. L’importante è star bene con ciò che si fa e questo al pubblico arriva”

Un anno che segnerà la svolta per Marco Mengoni, con un tour di otto date internazionali a ottobre in location importanti. E’ un bell’impegno:

“Non sento nessuna pressione, faccio uno dei mestieri più belli del mondo. Perché devo avere ansia? Il tour in Europa sarà in posti grandi e sono contento di andarmi a confrontare con queste realtà.

Sono curioso di vedere quante persone avranno aderito alla mia musica e ai messaggi che voglio trasmettere. Sarà un’altra sfida.”

Su Mahmood ospite, chiamato a reinterpretare Imagine di John Lennon:

“Alessandro canterà un brano difficile e complicato ma usiamo la musica come mezzo. Ci saranno persone a cui non piacerà e persone a chi piacerà.

E’ bello che l’Eurovision abbia chiamato e scelto un artista italiano come Alessandro e credo che già sia una cosa enorme e lui non deve avere ansia per come la vedo io, perché l’ansia non ti permette di goderti l’esperienza in generale”

Mentre siamo in conferenza arriva la notizia della certificazione terzo platino per Due Vite con annessi festeggiamenti di Marco Mengoni e di tutta la stampa italiana.

Tra poco ci saranno anche i David di Donatello, dove Marco è candidato con Caro Amore Lontanissimo:

“Sono candidato per la prima volta ai David ed è una figata. Mi dispiace mortalmente non essere lì per ovvie ragioni ma è tanto bello. Avere una nomination per questo film, con una canzone così importante, è bellissimo. Mi spiace moltissimo non potere presenziare”

Che cosa ti ha spinto a continuare con Due Vite e non con una nuova canzone. Si è parlato tanto di un ipotetico cambio brano:

“Finito Sanremo, caos a parte nella mia mente, mi sono preso del tempo per riascoltare e tornare subito in studio per finire il disco. Ci ho pensato un po’ perché tengo molto a questo prossimo disco e alla chiusura del progetto.

Mi sono lasciato una porta aperta per capire se potevano esserci dei pezzi più nuovi e giusti ma riflettendo, alla fine, Due Vite è un bel viaggio che descrive tantissimo gli ultimi anni della mia vita personale e forse era giusto che io condividessi con l’Europa questa parte intima ma molto presente e viva”

Che tipo di curiosità aleggia tra i colleghi giornalisti europei? Quali sono le domande che vengono poste?

“Qui mi chiedono molto sulle differenze tra le due esperienze, Sanremo ed Eurovision, ma sono anche molto attenti sul significato del pezzo e il fatto che io debba spiegare che il brano parla della relazione di cui ho detto prima mi fa piacere. I giornalisti internazionali sono molto molto attenti a tutto.”

Uscirà un disco per il mercato internazionale, visto il tour europeo così importante?

“Forse sì, vediamo in corso d’opera. Se uno non si butta non può mai sapere la reazione del pubblico. Mi piacerebbe molto fare Due Vite in più versioni anzitutto. Poi, per il disco, vediamo prima l’uscita in Italia. Ci stiamo pensando ma è ancora prematuro. Vorrei partire da Due Vite”

Quali messaggi in particolare vuoi lanciare dal palco:

“Di non perdere tempo perché ne abbiamo pochissimo e non decidiamo noi. Se sei consapevole di voler perdere tempo ok, è una scelta, ma non si deve perdere tempo. Mai. Il messaggio più importante da dare, però, è sempre quello della pace. E’ la priorità”

I colleghi italiani cantanti si stanno muovendo con le rispettive fanbase?

“Bisognerebbe chiedere, io non sento nessuno se non me stesso e la mia canzone negli in-ear. Sono completamente inesperto su questo tema ma qualcuno privatamente sì.

Mi ha scritto Laura Pausini e ci siamo sentiti due giorni fa. Mi ha fatto un in bocca al lupo. Anche altri, però mi hanno scritto in privato mica gli vado a chiedere di dire alle loro fanbase di votarmi”