MARTA TENAGLIA, “After Verecondia”: track by track
L’album si apre con “Circe“, un’esplosione di rabbia: quella rabbia sacra che va santificata, ascoltata e guardata, che permette di reagire e non lasciarsi affogare dal mondo, dal patriarcato e dai rapporti tossici.
Quella stessa rabbia che, brillando, salva e fa spiccare il volo, liberandosi dei pesi e delle macerie del passato e ritrovando la strada di casa, come canta anche in “Allodole“.
“Finestra” è una boccata d’aria fresca, che aiuta a prendere le decisioni più difficili, ossigenando le proprie consapevolezze e lasciando uscire dalla propria vita le situazioni sofferenti.
“Marmo“, invece, indaga il mistero del lutto e l’importanza del riconoscersi vivi nel proprio essere templi di fragilità, mentre “Peccato” canta di un amore potente e proibito, muovendosi su sonorità più pop, fino a raggiungere la delicata profondità di “Anima Infinita“, che riconosce l’importanza di prendersi tempo e spazio, di innamorarsi in primis di se stessi e di non avere fretta di vivere, che poi è fretta di morire.
“RNM” è un distillato di orgoglio con essenza di rancore, dal beat trascinante e oscuro: una scintilla esaltante e seducente, che porta al devasto e all’autodistruzione di un rapporto.
In “Bambi” un sound frizzante scorre sui tasti di un pianoforte, raccontando l’amore e il suo miracolo, la sua insensatezza e la sua complessità, mentre le morbide onde sonore in crescendo di “Redemption/Incendio” si fondono a parole incandescenti di rivendicazione personale: la miccia interiore si è accesa, l’incendio è scoppiato, la vita scorre bruciante e urla nelle vene.
E infine “Poetica/Manifesto“: un etereo inno alla trasformazione, la fine del disco e l’inizio di ogni consapevolezza, cantata sottovoce, ma più potente di ogni grido.