E’ da poco terminato il concerto di Max Pezzali al Circo Massimo, Il Circo Max che sta a sottolineare l’omonimia con il teatro più grande della città (quando fu edificato).
Un’operazione nostalgia, è inutile negarlo, che per tutta la scaletta ci ha fatto tornare indietro di 20 e 30 anni. Dalla scuola alle grandi compagnie, quando i cellulari non c’erano e metà del sabato sera lo passavi con gli amici a decidere dove andare. Dalle vacanze al ritmo di Sei un mito fino a ricordare il concerto evento che Max fece in Piazza del Duomo a Milano, gremita come non potrà mai più essere. Notizie dell’epoca, il 1998, parlano di 100.000 persone. Mi chiedo come avessimo fatto a starci e, soprattutto, come avessi fatto io ad arrivare nelle prime file e non avere alcun ricordo di come sia riuscita anche a tornare a casa. Forse pioveva.
Ecco, oltre due ore di concerto dove conoscevo a memoria tutte le parole di tutte le canzoni. Nonostante siano passati i 30 anni di cui sopra. Come è possibile che io non ricordi più di due righe del Canto di Paolo e Francesca della Divina Commedia (no, non sono quelle di Serenata Rap di Jovanotti!). Io che ho dovuto rispolverare i miei studi universitari su Wikipedia a proposito della legge di Pareto dopo la citazione fatta dai Pinguini Tattici Nucleari. Come è possibile che non mi sia persa nemmeno una parola dell’intero repertorio di Max Pezzali e degli 883?
Perché canto ancora tutto d’un fiato con la sveglia scarica ormai e con mia madre che mi dice dai come fai tutte le volte a non svegliarti mai anche se ormai per svegliarmi mi basta il formicolio sul polso dello smartwatch?
Perché ho nitide le immagini di Nikki che canta in TV L’ultimo bicchiere ad un programma estivo e quando l’ho vista in scaletta ho sentito quasi un tuffo al cuore, un tuffo nella nostalgia degli anni ’90.
E pazienza se da qualche tempo è di moda vivere il presente, oggi ci siamo goduti il passato e siamo stati bene. Io e gli altri 56 mila che hanno gremito il Circo Massimo, insieme a quegli altri 520 mila che se lo sono goduti nell’ultimo anno.
La Regina del Celebrità sarà diventata una donna in età da pensione. Magari anche con qualche nipotino figlio di figlio che avrà 2 anni o 3. Noi ce la immaginiamo ancora che balla sul cubo della discoteca di Trecate.
Per una sera siamo tornati quei ventenni degli anni ’90, quando i trapper della Generazione Z non erano nemmeno nei programmi dei loro genitori (probabilmente anche loro, i genitori, sanno a memoria tutte le canzoni di Max Pezzali). E ci è piaciuto.
MAX PEZZALI – GLI OSPITI DEL CIRCO MAX
Tanti gli ospiti che si sono susseguiti sul palco affianco a Max. Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari che qualcuno vuole vedere come la versione del nuovo millennio degli 883. Dargen D’Amico incerto sulle parole de La Regola dell’Amico ma pronto a far muovere la platea al ritmo di Dove si balla. Gli Articolo 31 che lanciano un urlo per Max Pezzali duettando su Sempre noi e Domani Smetto.
Musica leggerissima con Colapesce e Dimartino e un nuovo remix di Nella Notte, sempre con loro.
Il soprendente Lazza che tira fuori dalla scatola dei ricordi una foto con Max Pezzali di quando il giovane Jacopo aveva perso i primi denti davanti!
Sorprendente perché, lo ammetto, ero scettica su quella che poteva essere la sua performance su Gli Anni. Invece ci è entrato in punta di piedi e lo ha fatto bene. Probabilmente interpretando e facendo suo quello che era l’animo del Massimo Pezzali che la scrisse all’incirca alla sua età.
Gazzelle, uno dei pochi ospiti, se non l’unico, a non essere transitato da uno dei Sanremo. Tutti gli altri ci sono stati sotto la guida di Amadeus. Max Pezzali lo chiama e lo elogia sul palco quando insieme cantano Destri.
E infine Paola e Chiara, perché la carriera delle sorelle Iezzi è iniziata proprio con una margherita tra i capelli e il ruolo di coriste negli 883 dopo l’uscita di Mauro Repetto.
La nostalgia è finita, abbiamo anche noi quasi pianto davanti al Max Pezzali che quasi piangeva anche lui. Domani si torna nel 2023 e i 20 anni torneranno nel passato insieme alla loro colonna sonora che è stato bellissimo risentire.
Foto (ad esclusione del piccolo Lazza): Luca Marenda