Se c’era una dichiarazione destinata a far discutere, era proprio questa. Mogol, ospite a Un Giorno da Pecora, ha espresso un parere che non è passato inosservato: secondo lui, Giorgia canta ancora come trent’anni fa e dovrebbe aggiornarsi. Anzi, le ha persino offerto un corso gratuito nella sua scuola per interpreti e autori, il CET.
Il mondo della musica (e del web) non è rimasto in silenzio e ha risposto a tono.
Malgioglio: “deve chiederle scusa!”
Tra i primi a scendere in campo c’è stato Cristiano Malgioglio, che a Storie Italiane ha difeso Giorgia con parole al vetriolo:
“Stamattina per puro caso ho letto la dichiarazione di Mogol su Giorgia e sono rimasto sconvolto. Giorgia non ha una voce, ha uno strumento musicale che tutto il mondo ci invidia. Nessuno è capace dei suoi virtuosismi!“
Poi il colpo più pesante:
“Un corso nella sua scuola? Ma è una cosa orribile, umiliante. Dovrebbe essere Mogol a chiedere consiglio a Giorgia su come insegnare a cantare. E comunque dalla sua scuola non è mai uscito un talento che abbia fatto storia.“
E la chiusura è da manuale:
“Mogol si renda conto del peso delle sue parole, chieda scusa a Giorgia e le mandi un fascio di rose rosse. Forse è geloso perché Giorgia non ha mai cantato una sua canzone.“
Valerio Scanu: “Nel 2025 saper cantare è una colpa”
Più sarcastico, ma non meno tagliente, Valerio Scanu, che a La Volta Buona ha replicato con una serie di punti fermi degni di nota:
“Nel 2025 saper cantare è una colpa, punto. Io lo dico, punto. Sicuramente i manager di Mogol dovrebbero consigliarlo meglio, puntini. Se dice una castroneria del genere diventa poco credibile, punto. Come si fa a dire a Giorgia una cosa così? Punto di domanda.“
Insomma, il messaggio è chiaro: se Giorgia è rimasta ferma a trent’anni fa, significa che trent’anni fa cantava già troppo bene.
E il web? Tra difese a Giorgia e “censura”
Sul web la reazione è stata quasi unanime: la maggior parte del pubblico si è schierata con Giorgia, sottolineando come la cantante romana sia ancora una delle migliori voci italiane.
C’è anche chi ha ammesso che “Giorgia non è più quella di un tempo”, ma più per la scelta dei brani che per la voce.
E poi ci sono quelli che difendono Mogol con il classico:
“Ormai non si può più dire niente senza che parta una polemica.“
Forse è vero. Ma forse, se dici a una delle migliori interpreti italiane che dovrebbe aggiornarsi, dovresti almeno spiegare su quali parametri. Fare degli esempi, entrare nel tecnico, fare dei raffronti con il panorama internazionale che elogi nella stessa intervista.
La nostra opinione: Mogol ha ragione? Dipende…
Giorgia canta “antico”? Canta da paura. Il suo stile è fermo a trent’anni fa? Forse, ma rispetto a cosa?
Mogol ci ha tenuto a sottolineare che la sua è la più grande scuola di interpreti in Europa e che Giorgia potrebbe beneficiarne. A noi sembra che, nel caso, sia la scuola ad aver bisogno di lei.
E comunque, se proprio vogliamo parlare di innovazione musicale, ricordiamo che Mogol è l’autore, tra le ultime cose che ricordiamo scritte da lui, di Essere una donna di Anna Tatangelo o Un Angelo legato al palo di Veruska. Ecco, forse a volte sarebbe meglio non “innovarsi”.