E’ uscito lo scorso 26 aprile l’album di debutto di NERATERRÆ, prodotto dall’etichetta canadese Cyclic Law e intitolato The Substance Of Perception.
Il disco si presenta sicuramente interessante e fuori dagli schemi ed è composto da sette pezzi che nel loro insieme raggiungono una durata complessiva di circa cinquantadue minuti, caratterizzandosi quindi anche per la loro lunghezza.
NERATERRÆ, al secolo Alessio Antoni di La Spezia, si è occupato personalmente di tutti gli aspetti del lavoro curando a 360 gradi la produzione dell’album: dalla scrittura all’editing e dal mixing al mastering. L’ambiente è chiaramente di stampo Dark con evidenti richiami mistici, ritualistici ed astratti nel loro richiamo cinematico e melodico.
Per la realizzazione dei pezzi NERATERRÆ si è avvalso della collaborazione di vari artisti provenienti da ogni parte del mondo che con la loro impronta hanno dato all’album un sapore internazionale.
Assieme a NERATERRÆ hanno collaborato infatti i norvegesi Northaunt e Tephephobia, il russo Alexey Tegin, il francese Treha Sektori, gli australiani Flowers For Bodysnatchers, gli italiani New Risen Throne, gli iraniani Xerxes The Dark, i bielorussi Ugasanie e gli americani Infinexhuma.
Le canzoni si caratterizzano soprattutto per l’atmosfera che riescono a creare tramite melodie che rendono impalpabile la percezione dell’essere e che catapultano l’ascoltatore in una sorta di dimensione astratta e parallela, dove tutto può essere niente e viceversa. Il risultato è perfettamente rappresentato dal video del pezzo Shadows Of Regret, realizzato dalla società statunitense SMI Video e visibile qui a seguire.
The Substance Of Perception è disponibile sia in forma fisica che digitale: nella sua scelta fisica si propone in formato digipack a sei pannelli ed è acquistabile online cliccando qui , mentre nella sua versione online lo si può trovare in tutti gli streaming stores tra cui Spotify, Google Music, Deezer. e sugli store digitali come iTunes.
La copertina del disco è stata curata dal francese Jean-Baptiste “Nihil” Mouton e dalla norvegese Daria Endersen.