19 Maggio 2024
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19 Maggio 2024

Nico Arezzo, guida all’ascolto delle canzoni del suo primo album, “Non c’è mare”, un disco di cantautorato mai banale

Tredici canzoni e quattro duetti per il primo album del cantautore ragusano ormai di casa a Bologna

Nico Arezzo Non c'è mare
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Nico Arezzo Le canzoni di non c’è mare

Teste di nicchia

A Bologna abbiamo il nostro bar. Non serve dirsi nulla, sai già che dopo le 17.00 troverai qualcuno dei tuoi in un tavolo. …si fanno presto le 2/3 di notte e verso questo orario ogni tanto c’è chi si fa prendere dallo sconforto e ha un attimo lo sguardo perso. Nessuno chiederà mai nulla ma entro 5 minuti qualcuno gli avrà offerto un altro Gin tonic.

Mi divertiva immaginarmi in un momento di sconforto circondato da tutte le Teste di Nicchia dei miei amici. So che faranno la scelta sbagliata e so che è esattamente ciò di cui ho bisogno.

Fossi nato gemelli

Non potevo tornare a casa per un po’ di giorni, inizia il tour dei divani da amici. Una notte mi ritrovo, senza nessun divano, nella chat di lei con cui mi sentivo da poco. “Ti va una birra?” nella speranza che le andasse così tanto da invitarmi a casa sua, indecente. Le andava.

Beviamo un po’, ci spostiamo in camera da letto, sembrava tutto perfetto fino a quando “ma tu di che segno sei?”. Evidentemente non il suo preferito, neanche lontanamente. Mi caccia.

Spazzolino feat Emma Nolde

Ero al supermercato, davanti allo scaffale degli spazzolini. Ci sono rimasto per un tempo che mi è sembrato lungo, forse no. È interessante come una cosa così piccola possa avere dentro tutto ciò che non riusciamo a dirci.

Goccia goccia

Mi racconto un mare di cazzate e l’unico modo che ho per non affogare è provare a scivolarci sopra. ‘Goccia Goccia‘ nasce dopo troppe scelte sbagliate, ma non cerca assolutamente di sistemare la situazione, perché non ne sarebbe in grado. Lei prova piano piano a distrarti e tu goccia dopo goccia scivoli.

Casa nuova

Ho preso casa nuova. Una caratteristica delle cose nuove è che sono vuote, e a me vuote non mi piacciono. Non ti sto chiedendo di venire a riempirla perché non funzioniamo. Verresti, la riempiresti, te ne andresti, tornerebbe vuota. Ti chiedo di portarmi qualcosa, una piantina, un tappeto, scrivere qualcosa sul muro. In questo modo casa non sarà piena, ma sicuramente non è più vuota.

Tutto va come viene

Le cose succedono. Sai che dopo una cosa bella ce ne sarà una terribile e ancora. C’è chi si abitua, c’è chi riesce ad abituarsi ma solo se bestemmia, c’è chi bestemmia e basta. Tutto va esattamente come viene, basta solo aspettare che giri di nuovo.

Ho cambiato forma

Eravamo in una casa sperduta nelle montagne toscane. Ci siamo trovati, tre teste, tre persone diverse. Iniziammo a suonare solo per il gusto di farlo, uscì ‘Ho cambiato forma‘ brano che, oltre a raccontare uno dei tanti discorsi fatti sotto le stelle quella notte cioè la distanza tra persone che diventa compromesso, riesce a fermare nel tempo un bel ricordo.

Ti voglio bere

Mi sentivo con una ragazza che non avevo mai visto e viceversa, non ci conoscevamo e l’idea di conoscerci in questo modo ci piaceva. Ci scrivevamo solamente di notte, quasi mai parlavo di me e lo stesso faceva lei, parlavamo di tutto il resto. Nasce un qualcosa che non è niente se non un sorriso quando vedi il telefono illuminarsi. Non l’avevo mai vista, non sarei mai riuscito a dirle “Ti voglio bene” ma “Ti voglio bere” riuscivo a dirlo molto bene.

Di dove sei feat Pr0ve

Di dove sei?‘, credo sia posizionata esattamente dopo la domanda sul nome. Sono certo sia l’inizio di qualsiasi conversazione con chiunque. Tra fuorisede è in grado di creare nuove amicizie, sancire l’inizio di un flirt, trovare un argomento safe se ti stai annoiando. Arrivi ad esserne esperto, come qualcuno con i segni zodiacali. Io ormai riconosco l’accento delle Marche più a Nord rispetto a quello più a sud.

La vedo, mi presento, glielo chiedo. Era così elegante, così sensuale che appena ha aperto bocca mi sono sentito male. Era un dialetto stretto, di quelli che non suonano per niente bene, brutto proprio. Lì la sfida, quanto sei disposto a passarci sopra? Dopo qualche giorno mi vedo con Gianlu aka Pr0ve, gliene parlo, lui mi racconta una storia che aveva vissuto molto simile, chiaro. Decidiamo di scrivere insieme ‘Di dove sei‘ perché il vostro accento non ci piace.

Vicoli di sale

Un giorno un signore mi disse che non scrivevo brani tristi perché ero un ragazzo sempre felice, questo mi rese triste. Avevo solo brani felici perché amavo, come oggi, tenermi tutto il resto dentro, per me. L’idea, però, di mostrarmi poco sincero non mi piaceva per niente.

Vicoli di sale‘ è la mia idea di lacrima. Quello che ci vedo dentro, lo tengo per me.

Zigomi feat Davide Shorty

Zigomi sei tu a letto e di fianco hai qualcuno che ancora non sai se… insomma, stai lì e aspetti, e il tempo allora diventa un’altra cosa e fa un po’ come gli pare. Ti muovi, giusto per dire che non dormi, e intanto piano piano ti avvicini. Una cosa garbata, come se stessi lì solo per cercare la posizione giusta. Solo che poi vi toccate, c’è un contatto, minchia, un contatto. Perfetto, pensi. E invece ecco che si gira e cambia fianco. E adesso che faccio? Devo pensarci, però veloce che se no diventa tutto strano. E allora ti schiarisci la gola, così, per fare qualcosa, e funziona. Non sai perché, ma adesso senti che funziona. Forse.

Non c’è mare feat Moregrè

Mi ero convinto di dover completare un pezzo felice, allegro, ma quel periodo ero tutt’altro. Mi sono fermato con la chitarra classica, ho buttato giù tutto quello che sentivo, una nota dietro l’altra, una parola dietro l’altra, in un pomeriggio nasce ‘Non c’è mare‘.

Dopo qualche giorno, rileggendo il mio testo, ho capito qual era il problema, la distanza. Mancava il mare, mancava casa mia, non me ne ero neanche accorto ma era tutto lì davanti. Mi sentivo, però, di dare una carezza a Bologna a quello che Bologna mi ha dato, lì l’idea di chiamare i miei amici più stretti, i Moregrè, una band emo-punk.

Mi piace da morire questa contrapposizione di Bologna/Sicilia, silenzio/esplosione, distanza/amici, sono tutte piccole parti di me che convivono in una stanza molto piccola. Non c’è mare è la mia storia.

Nicareddu (live at Cava Gonfalone)

In Sicilia quando si vuole cullare un bambino, si raccontano leggende. Sono cresciuto sapendo che Colapesce fosse ancora sott’acqua e stesse reggendo la Sicilia per il suo popolo e per la sua principessina. Volevo, per gioco, provare a scriverne una anche io.

Il vento dona un piccolo fuoco ad un nicareddu (in Sicilia è un modo dolce per dire bambino), a cui chiede di averne cura. Il bambino lo poggia nell’unico posto che per lui è casa, il mare. Non sa che fuoco e acqua non vanno d’accordo ma il mare che sa ascoltare, non lo lascia spegnere.

‘U nicareddu cresce, deve andare via, parte. Dopo tempo il vento gli sussurra di non avere più pensieri perché giù stanno tutti bene. Questa leggenda cerca di raccontare una storia, autobiografica, che non ha tempo, la costante ricerca di un posto in cui sentirsi a casa per poi trovare casa nel posto da cui si è partiti.

 

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