“HA VINTO IL RAP”: L’OPINIONE DI CUTA
Sui social e non solo, si può leggere che a Nuova Scena 2 abbia “vinto il rap”, come se Cuta rappresentasse davvero la nuova scena dell’hip hop italiano. Gli viene quindi domandato come ci si sente ad avere una tale responsabilità:
«Io faccio questa roba perché mi piace fare rap. Sono contento che tutto ciò sia arrivato e del motivo per cui mi vengono dette queste cose. Alla fine io sono questo e ti dirò di più: secondo me non è solo il mio modo di approcciarmi al fare musica, ma anche il mio approccio alla televisione, che è stato un approccio rap. So quasi solamente rappare e su questa cosa i miei amici mi prendono spesso in giro perché quando parlo dico sempre stupidaggini, roba sulla f*ga o affermazioni democristiane»
«Sono contento di tutto, al di là di come è arrivata questa cosa: con una mentalità da underdog, sono riuscito a prendere il mio spazio in un contesto molto diverso dal solito».
NOX E LA SUA CREDIBILITÀ ARTISTICA
Per Nox arriva anche il momento di analizzare le parole di Fabri Fibra in finale, dove gli viene detto che non doveva vincere perché, al contrario di Cuta, poi vincitore di Nuova Scena 2, non rappresentava il rap.
In effetti, Nox porta un mix di generi, la cui matrice però rimane sempre quella rap. Gli viene quindi domandato quanto lui si senza effettivamente un rapper e quanto il rap abbia contribuito alla sua formazione artistica e personale:
«Sono cresciuto ascoltando Eminem. Poi parliamo di un contesto in cui io sono l’unico marocchino cresciuto in un paesino con tutti italiani e poco aperto in Valle d’Aosta ed Eminem mi rappresentava molto: era il bianco in mezzo ai neri e io sono il nero in mezzo ai bianchi. Avevo così tanta rabbia che venivo spinto dal fatto che lui ha fatto cambiare alle persone l’idea che si erano fatte di lui anche grazie alla musica e anche io vorrei fare questa cosa qui per sentirmi più accettato»
«Poi nel rap devi portare un messaggio e io porto quello della fierezza. Vengo dalla povertà, non vengo qui per atteggiarmi da gangster ma vado ricercando la credibilità che nel rap è importante, non faccio finto vittimismo. Quando però porto la credibilità, mi si punta il dito contro perché porto una situazione di degrado. Io ho portato il mio, le emozioni che in quel momento sentivo di portare, quindi in realtà sono molto felice di come è andata, indipendentemente da chi ha vinto perché sono molto grato dell’opportunità che mi hanno dato, non avevo più speranze»
IL VALORE PIù IMPORTANTE PER UN RAPPER
Si chiude con una domanda che ormai è diventata un tarlo nella testa di tutti gli aspiranti artisti emergenti, in un mercato musicale ormai saturo: qual è il valore più importante per un rapper per sopravvivere, appunto, in questo mercato.
CamilWay si apre ad una riflessione molto intelligente e non scontata:
«Sicuramente non è stare dietro ai followers perché un giorno quei followers potrebbero non esserci più, bisogna guadagnarseli. Io faccio musica perché mi piace sfogarmi, soprattutto contro la gente che non ci calcola, tra cui politica e stato. Poi se la gente mi ascolta bene, altrimenti fa nulla. Io sono andato su Netflix per far ascoltare la mia voce a più persone, altrimenti non veniva più ascoltata. Mi sfogherò sempre sulle mie tracce, che ci siano numeri o no, però voglio mandare dei messaggi positivi come quelli mandati su Netflix».
Chiude Cuta, in linea con il pensiero del suo collega:
«Secondo me quello che è essenziale per un artista, detto però da una persona che essenzialmente non è detto che lo sarà, è l’originalità di stile e nell’essere. Come dice CamilWay, stare dietro ai followers e ai numeri è una delle caratteristiche che nel momento in cui riesci a ignorarla, ti rendi originale dal punto di vista dell’essere. Per un artista è essenziale non dipendere dai numeri per stare tranquilli senza dipendere da altri per fare la propria musica»
«La gente pensa che il datore di lavoro degli artisti siano le etichette, ma in realtà è il pubblico. Questa cosa se non la gestisci bene, ti può far soffrire molto ed è per questo che parlo di originalità di stile nel raccontarsi e nell’essere. Il mercato è saturo, non è più solo questione di bravura e anche quando lo è, ci sono mille artisti bravi quanto te, quindi devi solo essere te stesso».
Foto a cura dell’ufficio stampa