LA MUSICA CHE CI GIRA INTORNO: TRACK BY TRACK
Paolo Belli presenta ogni brano scelto per comporre il suo nuovo album.
Il disco si apre con L’italiano:
“Per ricordare una famosa sera passata insieme, suonando e cantando, ma soprattutto imparando il jazz, assieme allo stesso Toto Cutugno, Enzo Jannacci, Tullio De Piscopo e Rino Zurzolo”.
Si passa poi a Che sarà con Juan Carlos Albelo Zamora:
“Per anni la domanda che sarà della mia vita è stata, per me, un tormentone e ora, dopo aver raggiunto la soglia dei 60, questa canzone ha cominciato a darmi qualche risposta”.
La terza canzone è Ma come fanno i marinai con l’attore Stefano Fresi:
“Perché nella leggerezza di questa canzone è nascosta una grande verità del musicista”.
Ecco poi Natale:
“Quando l’ho interpretata per la prima volta a Telethon, qualche anno fa, ho sentito subito un qualcosa di forte e struggente, dolce e amaro, e l’ho sentita mia, in tutta la sua forza emotiva, e credo che la chiave swing le doni una leggerezza che rende le parole di De Gregori ancora più potenti”.
Quinta traccia, La musica che gira intorno:
“…saremo noi che abbiamo nella testa un maledetto muro…, mai come oggi si deve ricordare a tutti, a me per primo, di abbattere quel muro”.
Sesto e ottavo pezzo, Vorrei incontrarti tra cent’anni con Arisa e Futura:
“Sono stati i primi brani (grazie a Telethon) in cui mi sono cimentato e piaciuto (perdonate l’immodestia) nel rivisitare dei brani storici e farli diventare Jazzy… (ricevendo anche i complimenti dallo stesso Lucio Dalla). Con questi arrangiamenti è cominciata la mia serenità nello smontare e rimontare brani meravigliosi e sentirmeli esattamente vestiti perfetti per il mio modo di esprimermi”.
Il settimo brano è La voce del silenzio:
“Questa canzone l’ho sempre amata, ma mai avrei immaginato di eseguirla in televisione e in un disco. È il giusto omaggio all’amicizia che mi lega a Carolyn Smith”.
La nona canzone è Viaggi e miraggi:
“Da sempre sono legato ai testi di De Gregori, questo è l’omaggio a colui che ha scritto un testo perfetto per chi fa la mia professione e allo stesso tempo perché sono legato a questa frase: ‘certi angoli del presente che fortunatamente diventeranno curve nella memoria…’”.
L’album prosegue con La prima cosa bella con Juan Carlos Albelo Zamora:
“Perché è una delle canzoni d’amore che canto spesso a mia moglie”.
Undicesimo pezzo, Parlare con i limoni:
“Perché per me Enzo Iannaci è, come Totò, John Belushi e James Brown, un maestro che mi accompagna e da cui apprendere. In questa canzone ci sono tanti pensieri che rappresentano il mio modo di pensare”.
Si passa poi a L’anno che verrà:
“La canzone che mi permette ogni volta di ricordare e sentire vicino Fabrizio Frizzi”.
L’album si chiude con Va bè (se proprio te lo devo dire):
“Perché devo tantissimo a Vasco, innanzitutto per avermi, allo stesso modo di Buscaglione e Carosone, insegnato a scrivere testi swing in italiano e per avermi ‘regalato’ il suo palco, per ben 2 tour”.