Da diverse settimane le principali piattaforme streaming, Spotify, Apple Music e Deezer, stanno iniziando a prepararsi per importanti cambiamenti nei loro algoritmi per il 2024.
Quali saranno questi cambiamenti?
Piattaforme streaming i cambiamenti per il 2024
Piccolo spoiler, purtroppo proprio il servizio leader di mercato, soprattutto in Italia, Spotify, non aumenterà le royalty, (i pagamenti) per gli artisti, continuando a rimanere quella che paga meno in tal senso.
Andiamo a conoscere i dettagli dei cambiamenti società per socità.
APPLE MUSIC
Partiamo da Apple Music che in realtà sceglie una mossa apparentemente meno “rumorosa” legata al Dolby Atmos. Questa mossa va ad avvantaggiare la società visto che tutti i prodotti dell’azienda della “mela” sono attrezzati per questa particolare tecnologia.
Dal prossimo anno Apple Music darà un peso maggiore a livello monetario agli stream di brani mixati con la tecnologia Dolby Atmos, del resto l’azienda da diverso tempo fa dell’audio spaziale uno dei suoi cavalli di battaglia, un servizio che ad oggi propone in esclusiva.
Questa novità varrà per chi carica la propria musica in versione Atmos0 e li premierà sia che l’ascoltatore usufruisca di questa versione che di quella standard.
Ricordiamo che Apple Music ad oggi paga royalty più alte agli artisti rispetto a Spotify che, almeno in Italia, rimane leader di mercato tra le piattaforme streaming.
SPOTIFY
Passiamo proprio a Spotify, società di recente sotto l’occhio del ciclone a causa del licenziamento dei 17% dei suoi dipendenti ovvero oltre 1.500 persone. Si tratta del terzo ciclo di licenziamenti attuato da Spotify nel corso del 2023.
Le azioni di Spotify per il 2024 sono state annunciate il 21 novembre scorso.
La prima azione, quella che ha fatto discutere maggiormente, è quella dell’introduzione di una soglia minima di stream annuali necessari perché di un brano vengano pagate le royalty. La cifra necessaria sarà di 1.000 stream,
Tutti gli stream dei brani che non raggiungeranno le 1.000 unità annuali andranno in un fondo suddiviso tra i detentori dei diritti ovvero agli artisti che i 1.000 stream annuali li raggiungono.
La seconda mossa di Spotify, atta anche a fermare gli stream ripetuti, sarà quella di istituire una durata di riproduzione minima ufficiale per le tracce non musicali, quelle chiamate di “rumore”.
Infine ci saranno azioni concrete che andranno a penalizzare tutti i distributori di musica (e le etichette) di cui saranno rilevate attività fraudolente per l’aumento degli stream.
piattaforme streaming: DEEZER
Chiudiamo con una piattaforma di streaming che in Italia non ha ancora decollato, Deezer. Ed è proprio questa azienda a decidere di aumentare i pagamenti agli artisti professionisti del 10%, cambiamento già avvenuto in Francia e che da gennaio 2024 si estenderà in tutto il mondo.
Per Deezer gli artisti professionisti sono quelli che raggiungono almeno 1.000 stream al mese. Per loro il gli ascolti avranno un peso doppio rispetto ad artisti che non raggiungono questa soglia.
Deezer andrà anche a premiare gli artisti che vengono “cercati”. Se un utente infatti cercherà un artista sulla piattaforma e poi ascolterà la sua musica il peso degli stream sarà ancora una volta raddoppiato.
Il ragionamento alla base di questa scelta è semplice: se l’artista X, noti e con più di 1.000 stream mensili, porta un utente sulla piattaforma, viene ricompensato con un valore pari a quattro volte lo stream normale.
Riassumendo per Deezer ascolto di brano di artisti non professionista pari a 1, di artista professionista pari a 2 e di artista professionista cercato sulla piattaforma pari a 4.
E la piattaforma che in Italia sta recuperando maggiormente terreno, Amazon Music? Al momento ancora non sono stati svelati eventuali cambiamenti, restiamo in attesa.