Pochi giorni fa è uscito l’ultimo singolo di Anansi, alias Stefano Bannò, il cantautore trentino di origini siciliane che nel 2011 ha preso parte al Festival di Sanremo (sezione Giovani) con il brano Il sole dentro.
A tre anni dall’uscita di Tornasole, Anansi, che nel frattempo ha abbandonato i lunghi capelli rasta, è tornato con un nuovo album intitolato Inshallah.
Prodotto dalla Believe Digital, è stato concepito, scritto, composto e quasi interamente suonato da Anansi, sotto la supervisione del maestro Fio Zanotti.
L’album è frutto di una profonda elaborazione personale dell’artista, un viaggio nell’anima rinnovata del cantautore che, attraverso diversi generi della black music e qualche incursione nel pop, ripercorre le tappe della propria maturazione artistica e umana.
Così anche il secondo singolo estratto Preferisco il blues, brano spiccatamente soul, è il frutto di una delle elaborazioni dell’artista, che in questo pezzo si interroga in merito al mercato discografico italiano. Mercato che, nelle considerazioni del giovane cantautore, sempre più tende a strumentalizzare la musica per meri fini economici, ad discapito degli artisti e della musica stessa.
“Lascio perdere il tuo business e il tuo stress, io amo la musica e la musica è quaggiù, lascio fottere i tuoi modi da far west, all’oro che luccica preferisco un po’ di blues “.
L’ultimo singolo di Anansi indica la via per un ritorno alla semplicità, alla genuinità e all’essenza più vera della musica.
“E sì… non vado nel mainstream, non sono neanche street, underground, radical chic, reggae, R&B, né ska né rocksteady, né jazz né blue beat, né boogie woogie… scrivo canzoni! “.
Preferisco il Blues, dunque, si presenta come il personale manifesto di Anansi.