TITOLO: Capa-Chi -Una Fenomenologia Possibile di Caparezza
AUTORE: Michele Monina
EDITORE: Chinaski Edizioni
PREZZO: 12,00 €
Michele Monina è un farabutto. Parla, spazia, ti porta lontano, ti lascia cuocere, cuocere, cuocere… e poi ti molla lì, a chiederti se il libro che hai appena letto sull’artista di turno valeva il prezzo di copertina oppure ti ha fregato. Non nel senso che hai letto una cosa brutta, ma più verosimilmente perché non c’entrava un cazzo col titolo del libro, la sinossi e spesso neanche con la copertina.
Il dottor Moniski, scrittore pluripubblicato ed ex collaboratore della defunta rivista Tutto musica, l’ha fatto anche con questo Capa-Chi-Una Fenomenologia Possibile di Caparezza (Chinaski edizioni). Già perché si tratta di un libro su Caparezza che non parla di Caparezza ma scrive di Caparezza. C’è da diventare matti, sul serio. Eppure si gode perché poi alla fine l’artista pugliese è presente in ogni pagina, mischiato allo stesso Monina e… fanculo. Ho perso il filo. Tocca ricominciare.
Michele Monina è un farabutto esattamente come questo libro e il protagonista dello stesso, che è appunto Caparezza. Sì ma chi è Caparezza? Uno che non esiste. Come potrebbe essere altrimenti, del resto? Provate a pensare a un rapper che i rapper non riconoscono come tale, o a un rockettaro che nessuno tra quanti praticano la disciplina in quattro quarti identificherebbe mai come un collega. Oppure pensate a un musicista, uno nato e cresciuto col mito di Frank Zappa, tanto quanto di Goldrake e di Doraemon, che però è considerato un rapper da chi la musica la suona, e un rocker da chi il rap lo professa. Insomma, Caparezza non esiste, e se esistesse sarebbe una contraddizione vivente.
Nelle pagine di questo libro, il perfido Monina, che di Capa è amico e collaboratore (insieme hanno dato alle stampe Saghe mentali, edito anni fa da Rizzoli) tratteggia un allucinato ritratto del genietto di Molfetta, raccontandone la storia, definendone, per quanto possibile, la poetica, e delineandone la fenomenologia, tra aneddoti e fatti conclamati, canzoni, concerti e tanto ma proprio tanto cazzeggio.
Ve l’ho detto in apertura. Michele Monina è un farabutto. E probabilmente anche il suo amico Caparezza. Per questo il primo sta facendo incazzare mezza Italia con il suo blog al vetriolo sul Fatto Quotidiano e il secondo va a vincere il Premio Tenco con un disco, Museica, che di purista non ha nemmeno il booklet del cd. Eppure funzionano, funzionano entrambi alla grandissima, esattamente come nelle pagine di questo libro. Un libro che se lo leggi con l’approccio canonico con cui ci si avvicinerebbe a una biografia musicale tradizionale non puoi far altro che cacciare giù dalla finestra.
Tuttavia, se ti avvicini a Capa-Chi con le percezioni sfocate e la voglia di perderti, beh, allora potresti trovarti di fronte a un bel pezzo di letteratura rock capace di intrecciare in maniera coerente contorni labili eppure geniali, esattamente come le nuvole di pece verde che sbuffano la faccia dei due farabutti in copertina e… fanculo. Ho perso il filo. Tocca ricominciare.
Michele Monina è un farabutto esattamente come questo libro e il protagonista dello stesso, che è appunto Caparezza. Già, ma chi è Caparezza?
Basta!!! Non ne posso più. Vi lascio con un consiglio: comprate il libro, leggetelo e poi picchiate Monina. E pure Caparezza. Loro non sanno il perché ma voi sì.
Alla prossima
P.G.
Se Prince Greedy ha fatto centro e vi è venuta voglia di leggere questo libro di Michele Monina, lo trovate in libreria oppure potete acquistarlo online qui.