Il 16 febbraio è uscito Testimone del Tempo, terzo album da solista di Red Canzian e primo dopo lo scioglimento dei Pooh. Si tratta di un album musicalmente estremamente vario, che risente nei testi dell’influenza dei tanti pregevoli autori che con la loro penna hanno reso prezioso il lavoro.
Gli autori hanno raccontato Testimone del Tempo brano per brano.
GLI AUTORI RACCONTANO ‘TESTIMONE DEL TEMPO’ DI RED CANZIAN
OGNUNO HA IL SUO RACCONTO
Riportare all’unicità di ogni percorso umano non è solo un parlar di sé, ma anche il suo esatto contrario. Ogni vita, infatti, è incredibilmente più straordinaria di quanto appaia, proprio nella sua peculiare unica essenza. Nella canzone si racconta in prima persona di quanto vissuto attraverso il tempo, per poi improvvisamente ricordare che tutti, con il “nostro” personale racconto di vita, abbiamo una storia importante da narrare.
(Miki Porru)
COSA ABBIAMO FATTO MAI
È una denuncia aperta nei confronti dell’uomo e dei suoi errori, ed è, al contempo, una stigmatizzazione di un caos universale che sta sconsideratamente compromettendo il pianeta e l’integrità morale dell’umanità.
(Miki Porru)
LA NOTTE È UN’ALBA
Secondi, minuti, ore, giorni, settimane, mesi e poi anni. Ma la nostra vita non è li. La si trova dentro i momenti più significativi e molto spesso questi momenti sono persone. Siamo ciò che lasciamo negli altri. Si può perdere, si deve a volte perdere. La nostra felicità non si misura solo con i momenti felici che abbiamo vissuto, ma anche con tutti quelli in cui eravamo a terra e ci siamo rialzati, aprendo gli occhi come un’alba, sorridendo a un nuovo giorno.
(Ermal Meta)
REVIENS MOI
Ogni esistenza è un dipinto: pennellate sovrapposte, accumuli di colore e linee, meditazione e istinto. Cosa siamo? Un assolo sconfinato costretto nello spazio minimo di una tela. Ognuno traccia il racconto dei propri passi chiamandolo ricordo, destino; un racconto per gli occhi di chi guarda e si riconosce in quei volti sconosciuti, in quei cortili vuoti, nelle parole e nei silenzi, fino a che le vite si confondono, sovrapponendosi, perché infinite sono le strade ma il viaggio è il medesimo. Allora uno di fronte all’altro, ci scopriremo a sussurrare “Reviens moi”, torna da me, tu che non mi conosci, torna e raccontami chi sono.
(Fabio Ilacqua)
MERAVIGLIAMI ANCORA
Una meravigliosa poesia che Johnny Hallyday ha cantato con grande trasporto, tra malinconia, revanche, futuro e suggestioni struggenti. Ho cercato di catturarne l’essenza, che è la voglia di vivere ogni giorno della vita fino all’ultimo istante. L’interpretazione di Red ha fatto il resto: adesso che Hallyday non c’è più faccio fatica a sentirla senza commuovermi.
(Enrico Ruggeri)
DA SEMPRE
Cosa significa sempre? Quanto dura un per sempre?
Ogni risposta è valida, ogni cosa, persino un atomo ha il suo peso. E lo senti. Condividere è il segreto, con amore è la regola. Tutto il resto è destinato ad assottigliarsi nel tempo. Camminarsi accanto, guardare lo stesso orizzonte. Per quanto ogni volta sia diverso, se a guardarlo con me ci sarai tu, sarà come guardarsi negli occhi.
(Ermal Meta)
L’IMPOSSIBILE
La frase ossimorica “Noi faremo l’impossibile”, che riassume da sola l’intera coscienza del brano, non è che uno spot per l’amor puro e idealistico. Sono incredibili le forze che si possono sprigionare da una relazione amorosa profonda e perfetta.
Qui lo si afferma, con gioia.
(Miki Porru)
QUELLO CHE SAI DI ME
Una sera della vita, condividendo lo stesso cielo, magari a chilometri di distanza, un padre e una figlia riscoprono nelle loro confessioni la conquista dell’amore più profondo e una nuova, luminosa partenza.
La notte delle incomprensioni e delle assenze lascia il cielo al sole della sincerità.
Perché non esiste forza più grande che guardarsi negli occhi, riconoscere i propri errori e superarli con un abbraccio.
(Vincenzo Incenzo)
PER CERCARE DI CAPIR LE DONNE
La scintilla è partita da Valerio Negrini, uno dei più grandi autori di testi che abbiamo avuto: Red mi ha detto che Valerio aveva intenzione di scrivere un pezzo con questo titolo. Con molto rispetto ho provato a “sostituirlo”, cercando di cogliere gli aspetti di amorevole smarrimento che noi uomini manifestiamo nel cercare di risolvere l’enigma attorno al quale ruota gran parte della nostra vita.
(Enrico Ruggeri)
PRESTO, TARDI, FORSE, MAI
Già dalla prima versione del brano, melodia e arrangiamento rendevano chiaro un percorso che assieme a Red abbiamo voluto trasformare in un racconto denso, fatto di luoghi precisi, una sorta di testo-sceneggiatura. Il tempo scorre a due velocità, una percepita e una più astratta, sognata, senza una precisa direzione. È la relatività di quello che avremo potuto dire, di quello che avremo potuto fare in quell’attimo, eterno, che è già sfuggito.
(Gabriele Cannarozzo)
ETERNI PER UN ATTIMO
Un giorno s’intuisce che la nostra vita è un intreccio di vite altrui, “Una sola moltitudine”, come direbbe Pessoa. Quel giorno ci si siede con un amico che ci cammina accanto da sempre, a dipanare la trama delle nostre storie, quel groviglio ordinato in cui affiora per prima la giovinezza, gli anni ‘60 riverberanti come un mito, l’urlo della beat generation, il graffio delle chitarre distorte, il sogno psichedelico della libertà, la certezza di poter cambiare il mondo. E quel passato ci osserva in bianco e nero, ancora vivo, contemporaneo. E d’un tratto si tace, come chi sa d’aver sfiorato per un attimo l’immortalità.
(Fabio Ilacqua)
TUTTO SI ILLUMINA
La musica di Red da un certo punto in poi sembrava già da sola una spirale che si alza nell’aria. Fin dal primo momento mi sono detto che avrei voluto raffigurare quella specie di partenza verso l’alto. Non si librano in volo soltanto le macchine volanti; per fortuna, almeno nelle canzoni, volano facilmente anche i pensieri e i sentimenti. Così ho cercato di vestire la melodia di “Tutto si illumina” con parole che evocassero la speranza e il futuro, già dal titolo. Parole adatte ad arrampicarsi sui passaggi musicali più alti senza perdere leggerezza, anche avendo l’eccezionale vocalità del mio caro amico.
(Ivano Fossati)
CANTICO
La globalizzazione è il nuovo mondo mitico, dove altri Dei decidono ormai del destino dell’uomo, tramutandoli non più in fiori, nubi o stelle, ma in automi.
L’uomo, come Narciso, si specchia, e conosce cos’è diventato, mentre invano la Natura tenta di parlargli ancora. Può sembrare la fine, ma può diventare la rinascita.
Per accedere a una dimensione più autentica è richiesto di morire alla dimensione egoistica, e tornare a contemplare la bellezza dell’universo.
(Renato Zero – Vincenzo Incenzo)
Foto di Alessandro Carlozzo
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