Sarà disponibile in radio e su tutte le piattaforme digitali il nuovo singolo di Samuele Bersani Harakiri (Sony Music).
Si tratta del primo estratto dall’album Cinema Samuele che uscirà il prossimo 2 ottobre e che segna l’atteso ritorno del cantautore bolognese (ne abbiamo parlato Qui).
“Stava facendosi harakiri
chiuso in un cinema porno francese
ma dopo i primi tentativi
‘non è il momento’ disse, poi si arrese
agli sviluppi della trama, alla profondità dei dialoghi”
Il brano porta la firma dallo stesso Samuele Bersani insieme a Pietro Cantarelli.
Si caratterizza per un’atmosfera ipnotica in cui si possono distinguere le note suonate da un hammond a valvole. Un omaggio all’atmosfera evocata da Serge Gainsbourg. Il racconto della quotidianità di un uomo che offre una visione poetica della complessità della vita.
Un primo assaggio di ciò che sarà l’album, ovvero una rappresentazione di un impressionismo musicale fatto di immagini e visioni simboliche. Un racconto cinematografico pieno di realismo e dirompente poesia dove, nel totale blackout del mondo, anche il disagio più buio può trasformarsi in rinascita, lasciando un finale di canzone aperto all’immaginazione dell’ascoltatore.
In questa prima ‘sala’ Samuele Bersani affronta temi contemporanei e problematiche tangibili.
Harakiri sarà accompagnato da un videoclip che riprende il sapore da grande schermo della traccia. E’ un cortometraggio, diretto da Giacomo Triglia, su soggetto scritto da Pacifico e interpretato nel ruolo del protagonista da Jozef Gjura.
SAMUELE BERSANI HARAKIRI – TESTO E AUDIO
HARAKIRI
(S. Bersani)
Stava facendosi harakiri
chiuso in un cinema porno francese
ma dopo i primi tentativi
“non è il momento” disse, poi si arrese
agli sviluppi della trama, alla profondità dei dialoghi
Per arrivare all’Astronave
quella scatola tutta lamiere
che non smetteva di tremare
e si appoggiava appena su due pietre
aveva attraversato i campi
e si era aperto il mignolo di un piede
Canzoni d’amore altamente nocive
per un cuore già troppo pulsante
Sapendo che in giro non c’era un dottore
non stava mai lì ad ascoltarle
Davanti a uno specchio di carta argentata
pensò “guarda che fisico,
potrei dire di aver fatto lo stuntman”
Si addormentò spontaneamente
con il sonnifero lasciato in tasca,
con il sorriso deficiente
di un imbucato al centro della festa
sognò di avere un’aragosta
ancora viva dentro ad una busta
Si era svegliato col cappotto addosso
con una tanica d’acqua di fosso
da far bollire su un fornello
tenuto in bilico con un ombrello
che non poteva più aprirsi
ma gli era utile per questo e quello
persino a far finta di avere un fucile con il quale
difendersi e quando
provavano a superare il confine
sparava bestemmie di marmo
davanti ai ragazzi seduti sui cofani che lo provocavano
tirò giù anche l’ultimo santo.
Poi dopo dei giorni davvero infelici
venne fuori vestito di bianco, sembrava una lucciola in mezzo a un blackout,
per fargli un regalo anche il cielo a quel punto si aprì a serramanico come se spalancasse un sipario