Una breve introduzione della Casa Discografica, la Warner Music Italia, che ricorda le prime due date del tour: il 10 maggio all’Alcatraz di Milano e il 13 maggio all’Orion Club di Roma
Alessio: “È una grande emozione essere per la terza volta qua, è stato un anno pieno di soddisfazioni, a partire da Noi Siamo Infinito disco d’oro. Sono un amante dell’arte e di conseguenza, di tutte le attività che la riguardano, a 360 gradi.”
— — —
Ritieni che questa sia la volta giusta per uscire dal “canone talent”?
Sì, sono dell’idea che un artista ogni anno acquisisca consapevolezza, io in primis mi sento cresciuto e più consapevole di quel che succede intorno. Il talent non potrò mai rinnegarlo, è stato il mezzo per arrivare a quel che sono oggi, ma può essere che se ne andrà, magari col tempo.
Quali sono i tuoi obbiettivi futuri?
Parleranno le mie canzoni, penso che un artista cresca grazie alle proprie canzoni.
Perché non ti concedi un po’ di più con le radio/TV web?
Questa domanda la rivolgo ai miei superiori.
Warner: “Siamo pieni di cose da fare. molte volte i tempi sono troppo stretti.”
La polemica si intensifica e la tensione in Sala Stampa sale ai massimi. Da qui susseguiranno poche altre domande, molto schematiche e distaccate.
Ti aspettavi di arrivare alla serata delle Cover? Come mai hai scelto Bennato?
Non mi aspettavo di arrivarci, quando ho visto la scaletta della serata ho detto addio. Tra Fiorella Mannoia ed Albano mi sentivo come una formica in mezzo a due elefanti. Per fortuna Maria mi ha dato un occhio da mamma e mi ha tranquillizzato. Un giorno credi è una veste molto comoda, mi ci rispecchio in pieno.
A cosa punti con questa ennesima partecipazione al Festival? Quanto ti senti maturo?
Ho colto l’occasione di tornare per la terza volta a Sanremo soprattutto per il cambiamento che sto vivendo. Scelgo questa vetrina anche per far conoscere il mio nome a più gente possibile, che è molto importante e poi per dare emozioni, che penso sia l’obbiettivo vero di ogni artista. Colgo l’occasione per essere me stesso.
Ti senti di aver ricominciato da zero?
Nella vita è tanto difficile crescere, staccare il cordone ombelicale non è per niente facile. Mi sto per trasferire a Milano da solo e non so come farò a stirare o a farmi da mangiare. L’album che uscirà in primavera presenta per il 90% testi scritti da me. Spero con tutto il cuore di riuscire ad andare oltre “la mia copertina”.
Parliamo di due tuoi progetti paralleli alla musica: il film d’animazione Trolls e il libro Jack uscito dal gruppo
Mi piace l’arte a 360 gradi: il doppiaggio mi ha sempre affascinato, ho sempre ammirato De Niro e Al Pacino tra gli altri; è stata un’esperienza brillante, mi sono divertito, la rifarei altre mille volte. Inoltre ho conosciuto Justin Timberlake, da sempre mio idolo. Per quanto riguarda la biografia, da quando è partito il marasma mi sono successe talmente tante cose, ho vissuto tante emozioni, sensazioni che mi sono detto: “Perché non fare una piccola raccolta di quel che ho fatto? Del dietro le quinte?” Il titolo è voltamente ripreso dalla pellicola “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”.
Sei soddisfatto della performance della prima sera?
È già tanto essere riuscito a stare tranquillo, perché quel palco fa davvero tanta paura, ma di sicuro si può fare di più.
Il primo anno eri in gara con i Dear Jack, lo scorso eri contro, quest’anno da solo. Ti manca la dimensione band?
Sono solo, ma non per questo più tranquillo. Il bello del cantante solista è che ho capito che la mia vera compagna è solo la musica. Come band ho preso il mio management, la mia Casa Discografica, mio fratello, ma soprattutto i miei fan. Sono felice come fossi in una band.