Samuel in gara a Sanremo 2017 con il brano Vedrai risponde alle domande della Sala Stampa Lucio Dalla:
Il 24 febbraio uscirà il Codice della bellezza con tre presentazioni speciali: 11 maggio a Torino, 18 maggio a Milano ed il 27 giugno a Roma
Primo album da solista con tutto l’amore per la musica elettronica e “qualcosa” di acustico.
Si ha la percezione di una maturità di fondo per affrontare l’amore. Collaborazione con Jovanotti come nasce?
Il racconto dell’amore è un linguaggio di semplificazione per fare un disco pop, volevo andarlo ad analizzare nella quotidianità, nella normalità, è complicato raccontare i litigi, la rabbia di un amore, in Vedrai racconto un momento di un amore in crisi, volevo raccontare l’amore come l’avevo in testa.
Collaborazione con Jovanotti? Gli era piaciuto tantissimo il mio progetto, mi ha scritto, ho visto in lui un fratello maggiore, con cui confrontarmi, mi affacciavo per la prima volta questa cosa. Ci siamo scritti email, è nata la voglia di scrivere insieme. Sono andato a New York dove si trovava ed in pochi giorni abbiamo scritto 5 canzoni, “Voleva un’anima” era rimasta fuori dal suo album, una sera mi mandò un’email con scritto “Fratello ho sto pezzo, sono affezionato ma non sono riuscito a trovare un ritornello”… ho realizzato un’apertura per questa canzone.
Questa partecipazione solista non esclude quella dei Subsonica?
I Subsonica non hanno un leader, hanno avuto bisogno di necessità creativa, per reinventarsi singolarmente, mostrando questa avevo necessità di confrontrami con la responsabilità, io volevo fare questo, è venuto l’idea di fare l’album. Abbiamo già firmato per i prossimi due album dei Subsonica.
Hai sentito gli altri membri dei Subsonica? Qualche feedback sulla canzone?
Abbiamo un rapporto molto particolare, noi sappiamo il valore di ognuno, perchè amiamo stare insieme. Nessuno mi ha chiamato, credo che qualcuno di loro abbia visto, mi diranno i loro pareri quando ci rivedremo per l’album.
L’elemento decisivo del Codice della bellezza?
Nel 2014 ho avuto un problema fisico, lieve non drammatico, infiammazione alla tiroide, mi capitava durante la tournèe. Dopo accertamenti, mi dissero che si curava da sola, “devi aspettare!”. Dopo terapie dovevo cantare sul palco, un’amica mi disse che era l’organo dell’espressività umana, che raccoglie la voglia di raccontare le cose. Ho capito che attraverso il filtro la censura del gruppo, lasci te stesso in disparte, tre giorni dopo sono guarito, lì ho capito che dovevo fare un disco.
Volendo parlare d’amore, l’amore abitudinario, della bellezza interiore, sarebbe carino raccontarla attraverso un puzzle emozionale. La persona si avvicina alla bellezza, la bellezza come arma per farsi amare e descriverla come un codice.
Come ti sei sentitio nel cantare le nuove canzoni e le tue sensazioni?
Cantare per la prima volta una canzone è emozionante, ma a volte hanno bisogno di passare attraverso un live, le canzoni cambiano crescono si evolvono, credo che il fiore sia sbocciato.
Hai iniziato con una cover band torinese che faceva sigle di cartoni animati, quale ti piaceva fare di più?
Amici di Roland era una band ludica di un gruppo di amici musicisti senza gruppo, band per sbarcare il lunario di un’estate, suonavamo i pezzi che tutti conoscono, quindi quelli dei cartoni animati, Mazinga Z etc.
Dopo tanti anni torni da solo all’Ariston? come la stai vivendo?
Mi sto divertendo moltissimo, essere tra quelli che potrebbero vincere mi diverte. Mi diverte di più salire sul palco, quel lieve tratto di umanità è un meccanismo che mi da energia per scrivere le canzoni. La mia canzone piace.