Giovanni Caccamo è in gara al Festival di Sanremo con il brano Eterno.
Questa sera sarà il primo ad esibirsi tra i big.
Prende subito la parola Giovanni.
Vorrei che questo Festival durasse 15 giorni perché vorrei parlare con tutti. Il mio terzo album ha un grande significato per me. Ho cercato di riassumere la mia anima senza filtri e condizionamenti in 8 tracce. È un concept album alla vecchia. È stato tutto suonato, in acustico. È un cofanetto d’amore in questo periodo di crisi, perché è l’unico strumento che abbiamo per sconfiggere la negatività.
Sono follemente innamorato e felice e spero di riuscire a trasmettere questa luce.
Qualche mese fa uscì il tuo libro “Dialogo con mia madre”. Questo brano può aggiungere qualcosa?
Quel libro è l’inizio di una serie di riflessioni che ho riassunto in questo album. È l’inizio di un carteggio tra me e mia madre. Ci siamo scritti per mesi delle email che abbiamo deciso di ordinare e condividerle con chi aveva voglia di leggerle.
A volte non conosciamo davvero neanche chi abbiamo accanto.
Nel caso fossi scelto tu, ci andresti all’Eurovision?
Certamente sì, anche a piedi!
Venerdì duetterai con Arisa. Ci andresti anche con lei?
Perché no? Io sono per le condivisioni e contaminazioni. Poi lei è un’amica.
Qual è il segreto perché un amore sia veramente eterno?
Investire tempo ed energie nelle relazioni mettendo da parte un po’ il nostro io, per dare spazio al noi. Nel mio disco ho inserito un sacchettino con dei semi di zinnia e lo troveranno i primi 5mila che compreranno l’album. La zinnia rappresenta le relazioni eterne e bisogna prendersene cura.
Franco Battiato ha sentito il disco prima che andasse in stampa?
Battiato ha sentito la canzone del festival ed è contento, è con me.
Ti senti più un cantastorie o un cantautore?
La differenza penso sia lieve. Il cantautore dà un’importanza in più alla melodia, quindi ti direi cantautore perché le mie canzoni nascono prima dalla musica e poi si aggiunge il testo. Però mi sento anche cantastorie perché ci sono tante storie che vengono trasposte in canzoni. Quindi 50 e 50.
Quanto devi a Franco Battiato e c’è la possibilità di una collaborazione per un intero disco?
Non te lo so dire. Ho già realizzato il mio sogno di poter duettare con lui. La mia stima nei suoi confronti è senza tempo perché è stato un uomo di una generosità rara con me.
Tu come ti sei sentito da ragazzo così giovane ad essere scoperto da un mostro della musica come Battiato?
In questi momenti di estrema gioia e surrealismo, ti abbandoni ad un pizzico di incoscienza. Dietro a questi miti, ci sono anche persone magnifiche ed inizi a sognare ad occhi aperti ed è bellissimo.
Con chi vorresti fare un duetto?
Con Adele.
Qual è la canzone di Sanremo che ti piace di più?
Mi piacciono le canzoni di Ron e Max Gazzè.
Hai scritto questo brano con Alfredo Rapetti.
Avevo finito la stesura del brano, ma sentivo degli spigoli. Penso sia uno degli “artigiani” migliori che abbiamo in Italia e gli ho chiesto di intervenire dove vedeva delle spigolosità. È stato magnifico.
Nella tua carriera, il fatto di provenire da una città del profondo sud ha influenzato in qualche motivo?
…il cognome…
Sulla carta dovrei dirti di sì. Sono arrivato a Milano e ho detto “che figo”, ma poi ti accorgi che l’alienazione ti porta lontano dalle cose belle e ho iniziato a pensare “ma dove corri”. Ho interpretato così il tempo che avevo tanto criticato della Sicilia. La lentezza, la contemplazione, tu che devi adattarti al ritmo della natura.
Spesso scrivo quando sono lontano dalla Sicilia perché ne ho nostalgia.
Poi Battiato l’ho incontrato a pochi chilometri da casa, quindi…