Renzo Rubino chiude la giornata delle Conferenze Stampa di mercoledì.
Rubino è in gara al festival con Custodire e il 9 febbraio uscirà il repack dell’ultimo album che conterrà il brano di Sanremo insieme ad un inedito.
Prende la parola Renzo Rubino.
Stamattina mi hanno chiesto se la paura può essere un aiuto. Ho risposto che la paura è un’opportunità. Io oggi ho paura a stare qui con voi, avevo paura ieri sera, ma ho avuto più paura quando sono stato fermo, quando non ho fatto musica, quando avevo timore dei vari colpi d’aria che potevano arrivare dall’esterno.
Verso settembre ho ricevuto un messaggio: “Perché sei fermo?”.
L’importante è che mi sia stato chiesto!
Ho deciso di presentare un pezzo che è una mia storia. Poi può piacere o non piacere, non è importante. Mi rende felice, perché significa che ci sono dei picchi.
Porti un tema importante, dici ai ragazzi di non sentirsi soli nella separazione dei genitori. Cosa ne pensa la tua famiglia?
Uno dei due si è fatto vivo, l’altro no, ma ve lo racconterà da Barbara D’Urso. Magari mia nonna farà l’Isola dei Famosi. Custodire è quello che vorrei che loro si dicessero.
Questa sala mi ha dato tanto perché qui ho fatto Area Sanremo ed ero veramente da solo. Ho fatto un passo alla volta, ma devo dire loro grazie perché mi hanno dato quello che sono.
In passato hai vinto il premio della critica e quello del miglior arrangiamento.
Mi piacerebbe uscire di qua con maggiore tranquillità. Vorrei lasciare qualcosa e continuare a fare bene questo lavoro, con dedizione e amore. Voglio suonare davanti ad un pubblico che è quello che mi piace di più. La miglior cura per star bene è ascoltare dei concerti e, per quel che mi riguarda, anche farli. Non chiedo premi e riconoscimenti.
Perché hai scelto Serena Rossi per il duetto?
Ci è stata data l’occasione di reinterpretare il brano. Ho pensato che la persona giusta non fosse necessariamente nella musica. Serena Rossi è una bravissima attrice, una bravissima cantante ed è una matta. Nel senso buono!
Secondo me venerdì stupirà.
Tu hai portato un brano in cui la tua indole pacata e violenta erano contemporanee. Ti ci riconosci?
Con una carezza si può dare uno schiaffo, le parole sanno essere delle lame.
Amami uomo era arrivata subito al pubblico. Custodire necessita più tempo?
All’inizio ero protetto dalla mia incoscienza. Mi sento più maturo, non c’è più il pianoforte, giochi di prestigio, spettacolarizzazioni. Siamo io, la canzone e il pubblico.
Forse per te c’è bisogno di un ascolto in più, ma per qualcun altro no. È il bello dell’arte.
Questa canzone sicuramente ha bisogno di essere ascoltata almeno due o tre volte.
Hai qualche sogno nel cassetto? Se dovessi vincere questa competizione…
I cavalli non si vincono più. Si vince la gloria. Non penso a vincere, dai… se dovessi vincere, organizzo una panzerottata. Facciamo una festa qui!
Tra te e Giuliano Sangiorgi c’è un aneddoto che ci vuoi raccontare?
Giuliano ogni tanto organizza feste estive a casa sua in Salento. Sono andato a questa festa e c’era una camionetta che faceva dei panini. Io ero al pianoforte, Giuliano al basso e Yari Carrisi che cantava.
Finita la festa, tutti uscivano con le buste dei panini. Mi sono chiesto: ma quanto avrà pagato Giuliano?
Lui mi sostiene tanto, anche ieri sera mi ha mandato un messaggio. La sua collaborazione non è di discografiche, è fatta con il cuore.