Il dado è tratto! Poco prima di Natale è stato ufficializzato il cast dei big che animerà il Festival di Sanremo 2019 a cui, incredibile a dirsi, manca appena un mese.
Si tratta di un cast che strizza particolarmente l’occhio alla contemporaneità, forse come mai davvero prima d’ora. E poiché in tanti mi avete scritto di dirvi che ne penso, ecco che ho provato a tirare le somme dei pensieri appunto.
Ho deciso però di parlarne non in base ai miei gusti personali, anche perché non conosco le canzoni e quindi sarebbe pretestuosa come cosa, ma in virtù di un’utilità che “avrebbe” in questo momento il Festival nelle loro carriere. E’ un punto di vista personale, s’intenda, perché in realtà un Sanremo ben fatto è utile a tutti, anche a chi crede di non averne bisogno. Questo è comunque ciò che ne penso…
Arisa
Sono stati anni particolari questi della carriera di Arisa. L’artista lucana dopo aver conosciuto un successo importante, anche dal punto di vista televisivo, è stata soggetta al cambio di etichetta discografica, ( ora Sugar .ndr ) trovando anche un paio di brani di grande valore ma non riuscendo ad assemblare un disco completo. E così sono trascorsi tre anni e Sanremo rappresenta una ripartenza più che giusta per ridare smalto al suo percorso, tra l’altro giunto al decennale.
Quanto è utile Sanremo: Sette
Loredana Berté
Torna al Festival e stavolta da artista di prima linea come nel glorioso passato e non certo come oldies, cosa successa per le sue ultime apparizioni. Ed ha il diritto di giocarsela, perché anche i ragazzini l’hanno finalmente scoperta di nuovo, regalandole una nuova ripartenza e nuove ambizioni.
Quanto è utile Sanremo: Otto
Boomdabash
E’ un debutto il loro quasi dovuto, visto il successo di quest’estate appena trascorsa. Mi viene da chiedermi però, nonostante il brano fosse rigorosamente loro, se l’attenzione sarebbe stata la stessa senza la Berté. Adesso però è arrivato il momento di fare sul serio ed un Festival. Un Festival da mezza classifica però potrebbe per loro rivelarsi deleterio. Attenzione
Quanto è utile Sanremo: Sei=
Federica Carta & Shade
Uniti in due per fare un big, perché da soli diciamo pure… Già perché la Carta è nota al pubblico televisivo ma il suo successo è strettamente legato a quei passaggi più che alla sua musica, mentre Shade è uno che ha già piazzato qualche singolo di grande successo ma di cui persino la famiglia fa fatica a ricordare la faccia. Si giocano così le loro carte ( e mi perdoni Federica, non volevo giocare col suo cognome, ma tant’è ) e potrebbero entrambi ottenere quanto desiderano da questo Festival. Sperando che ci sia però più di un tormentone che recita “bene ma non benissimo” che se lo sento ripetere ancora vado giù di testata, avverto!
Quanto è utile Sanremo: Sei ½
Simone Cristicchi
Manca da diversi anni e torna al Festival con una proposta che sicuro sarà sana portatrice del suo stile inconfondibile: ironico, pungente, sensato. C’è da dire che spesso ha abbracciato, pur se non al Festival, progetti che meritano luce ma che corrono il rischio di non andare oltre un applauditissimo primo ascolto e magari un premio della critica. Potrebbe anche andar bene a lui però eh! Non tutti ambiscono a capitalizzare in radio.
Quanto è utile Sanremo: Sei
Nino D’Angelo & Livio Cori
Uno dei reucci della musica partenopea torna al Festival accompagnato. Per lui Sanremo ha rappresentato negli anni più la continua conquista di una credibilità artistica che gli esordi tendevano a far mettere in dubbio. Ma ormai già da Senza Giacca e Cravatta D’Angelo non ha da chiedere scusa a nessuno anzi.. forse qualcuno deve chiedere a lui. Se Cori, che l’accompagna, è Liberato ( come qualcuno dice… ) ci sarebbe da capire quanto gli giovi svelare quest’identità che in quanto misteriosa, gli ha permesso di guadagnare attenzione anche al di là della proposta, comunque di livello.
Quanto è utile Sanremo: Sei ( Sette a D’Angelo, cinque a Cori se Liberato )
Einar
C’è il faccino, c’è l’esposizione mediatica importante, avvenuta mediante talent. Ma per Einar, così come per tutti gli artisti dalle scuole televisive usciti, Sanremo è un passaggio che o ti consacra o ti affonda. Bisogna avere la pelle dura e possibilmente una canzone che passi almeno il consenso a priori delle fans urlanti. Pericolo!
Quanto è utile Sanremo: Cinque
Ex-Otago
Tra le quote dei debuttanti gli Ex-Otago si palleggiano la possibilità di risultare la rivelazione del prossimo Festival, al pari de Lo Stato Sociale l’anno scorso, assieme agli Zen Circus. Chi ama la musica e la segue a prescindere dalle strette visioni radiofoniche, sa che la band potrebbe davvero regalare dell’aria fresca a quel palco. Sperando però che si ricordino dove sono e non provino ad essere a tutti i costi fuori dal coro; può essere sufficiente andare in controcanto.
Quanto è utile Sanremo: Sette
Ghemon
Ammetto che non mi aspettavo di vedere il rapper con il vezzo canterino in costante miglioramento a Sanremo ed invece… Ghemon ha una buona scrittura, completa, chiusa, da fine cantautore pop, anche se spesso declinato al primo amore rap. Potrebbe davvero essere la sorpresa e Sanremo per lui è un ottimo lasciapassare perché la sua musica sia seguita al pari dalla sua faccia, ancora poco nota ai più.
Quanto è utile Sanremo: Sette +
Il Volo
Loro al Festival potevano tranquillamente non andarci. Fa quindi onore al trio la scelta di tornarci in gara, bando alle spocchie ed ai numeri da classifica. Sanremo rappresenta il momento topico dello spettacolo italiano in cui passa dovrebbe passare la musica più rappresentativa. Lo capissero i superbig… Loro sono indubbiamente classici ma ci rappresentano nel mondo con folto seguito, quindi ben venga rivederli in gara.
Quanto è utile Sanremo: Sei
Irama
Si batte il ferro finché è caldo. Indubbiamente avere Irama in gara è un colpaccio dell’organizzazione ma adesso la palla passa a lui. Deve in questo passaggio mirare al meglio che paradossalmente non è la vittoria alla Carta o Scanu, che potrebbe rivelarsi pure controproducente, ma a lasciare una canzone che valga un ascolto in più e vinca i 5 minuti di popolarità e diffusione capillare tra i suoi fans. C’è da stare attenti.
Quanto è utile Sanremo: Sei
Achille Lauro
E’ uno dei debutti di questo festival per il rapper/trapper che già nelle ultime esposizioni ha strizzato l’occhio al mainstream ( collaborando con la Tatangelo ad esempio ndr ). Conosciutissimo nel suo mondo può sfruttare l’apparizione sull’ammiraglia Rai per accrescere il suo pubblico anche tra quelli che magari non sono proprio addentro al suo stile.
Quanto è utile Sanremo: Sette
Mahmood
Dopo tanto provarci Mahmood approda tra i big. E tutto sommato il giovane d’origine egiziana lo merita, perché comunque anche quando alcune scelte stilistiche sono appare opinabili, è talmente personale sia nella voce che nella scrittura da meritare un’attenzione diversa e la possibilità di una maggiore continuità nel mondo discografico. Se ha il pezzo giusto può spaccare.
Quanto è utile Sanremo: Sette ½
Motta
L’artista che non ti aspetti, forse perché la sua immagine è abbastanza schiva e priva di fronzoli da palco in genere pieno di lustrini. Chiaramente Motta è una botta di qualità, con la sua musica che non è mai banale pur mantenendo una struttura melodica spesso invidiabile. Il Richard Ashcroft italiano è pronto a scavalcare il muro delle nicchie, chiudendone definitivamente la porta alle sue spalle.
Quanto è utile Sanremo: Sette
Negrita
Pericolo, pericolo, pericolo! I Negrita a Sanremo ci sono già statai una sola volta, riuscendo per quell’occasione a realizzare un pezzo si orecchiabile ma totalmente inutile ai fini del loro percorso. Tonight era una boutade, un divertissement poco divertente con cui sembravano essere stati costretti a misurarsi. Oggi hanno occasione o di riacciuffare il loro stato di superbig, tenuto per diversi anni, o di affossarsi del tutto.
Quanto è utile Sanremo: Sei
Nek
L’ultima apparizione di Nek al festival, nemmeno troppo tempo fa, fu un concentrato di powerpop energico ed adrenalinico. Da allora le prove sono state un po’ incolore ed il recente trio con Renga e Pezzali più un ensamble di uomini di mezz’età che testavano se piacevano ancora che di buona produzione artistica. Nek è più di così e a Sanremo può tornare a dimostralo e dalla sua partecipazione guadagnarci entrambi, sia lui che il Festival.
Quanto è utile Sanremo: Sei
Enrico Nigiotti
Torna al Festival da Big, anche se i numeri… non sono sati quelli che forse si aspettava la sua etichetta discografica. Nigiotti però di Sanremo ha bisogno perché la sua scrittura è comunque potente dal punto di vista pop e, come su di lui detto in passato, si presta anche ad essere interpretata da artisti più noti. Una possibilità quindi non gli si può negare, sperando però che non la sprechi.
Quanto è utile Sanremo: Sei ½
Patty Pravo & Briga
Ogni volta che torna al Festival Patty giura che è l’ultima. C’è chi spera che menta perché la sua aura su quel palco è spesso impareggiabile ed inoltre i suoi brani sono sempre melodie bellissime d’altri tempi che lei, in disco, rende leggere come foglie trasportate dal vento agli albori dell’Autunno. In disco… perché sono in tanti quelli che invece sparano che non ci riprovi più a tornare al Festival dove regolarmente storpia live le bellezze incise. Briga debutta e si gioca con questo passaggio o una nuova possibilità di esserci oppure di eclissarsi. C’è da stare attenti.
Quanto è utile Sanremo: Cinque ½
Francesco Renga
Dal 2001 Renga Sanremo l’ha frequentato senza spocchia: ci ha partecipato da noto ai pochi eletti, poi da big in ascesa, poi da artista di assoluta prima linea, ed infine da artista noto ma dai risultati un po’ appannati. Adesso la sua veste è quella del veterano e grande cantante, un Al Bano degli anni 10 che ha però la possibilità di smarcare ancora successi importanti per una carriera che comunque si è mantenuta credibile… salvando la brutta, ma proprio brutta, esperienza recente del trio!
Quanto è utile Sanremo: Sei
Daniele Silvestri
Sanremo a lui è utile solo per far arrivare la sua musica subito a quanta più gente è possibile, ma è in realtà Sanremo che può bearsi della sua scrittura, a volte seria e concreta, altre sarcastica e che si lascia al contempo attendere, per capire di quale sorpresa stavolta dovremo cibarci.
Quanto è utile Sanremo: Diciamo alla pari, quindi Sei.
Anna Tatangelo
La bella di Sora è assente da qualche anno sul palco della manifestazione che ha frequentato però con scadenza quasi programmata in precedenza. Torna in un momento di silenzio discografico in cui era necessaria effettivamente una pausa, dato che il suo miglior disco ad oggi, Libera, era passato praticamente inosservato. Se c’è la canzone giusta potrebbe riacquistare pubblico.
Quanto è utile Sanremo: Sette
Paola Turci
Due anni fa fu una delle vincitrici morali del Festival, perché fu capace di smaltare di una nuova tinta luminosa la sua longeva carriera, di un colore decisamente giusto per i tempi senza tradire la qualità della proposta. Il passaggio a due anni di distanza è quindi quasi obbligato e potrebbe essere un’arma a doppio taglio. Fa piacere averla lì ma adesso i l termine di paragone con se stessa è molto alto.
Quanto è utile Sanremo: Sei
Ultimo
Il posto tra i big Ultimo se l’è conquistato non solo vincendo le nuove proposte dell’anno scorso ma risultando anche l’artista più venduto di tutta l’edizione 2018 della manifestazione. Avrebbe anche potuto glissare su un nuovo passaggio in riviera, come fecero Grignani o la Grandi quando pur non vincendo tra i giovani, videro le loro carriera decollare alla grande. Ed invece come ogni grande artista dovrebbe fare, si mette alla prova di nuovo. Speriamo sia d’esempio.
Quanto è utile Sanremo: Sette
Zen Circus
Come per gli Ex-Otago è per loro questa partecipazione la possibilità di sdoganarsi al grande pubblico. Il pericolo potrebbe essere naturalizzarsi per la platea che si affronta, ma il risultato migliore potrebbe invece arrivare restando se stessi. Speriamo bene.
Quanto è utile Sanremo: Sette