Anna Tatangelo, in gara a Sanremo 2019 con la canzone Le nostre anime di notte, arriva in Sala stampa.
Il brano in concorso fa parte del nuovo album La Fortuna Sia Con Me uscito l’8 febbraio.
Questa sera, per la puntata dedicata ai duetti, sarà sul palco dell’Ariston insieme a Syria.
Che aria si respira a questo Festival per una veterana come te?
Tutti dicono che sono una veterana. In effetti, è l’ottavo Festival ma non mi sento una veterana. Provo sempre una grandissima emozione. Inoltre, questa è una giornata speciale perché esce il mio disco ed è la serata dei duetti.
Perché hai scelto di portare sul palco una canzone che parla di un momento buio di una storia d’amore invece di raccontare un momento più affine alla tua attuale situazione e quindi quello della riconciliazione?
Che questa canzone parli della mia storia e della mia vita privata è un film dei giornalisti. Tutte le canzoni d’amore possono essere riconducibili alla vita personale dell’artista che le canta. Inoltre, in questo caso, la mia canzone ha un finale aperto: spetterà all’ascoltatore dare un finale.
Hai dichiarato che il tuo nuovo album è un lavoro basato su te stessa. Anche quello precedente, Libera, lo era. Possiamo vedere questo disco come la prosecuzione del precedente?
Sì, possiamo intenderlo come il volume due, come la prosecuzione di Libera. In realtà, però, è cambiato tutto rispetto a 4 anni fa. Questo nuovo album è una cosa che ho partorito io. Ho messo mano su tutto, ho fatto tutto di testa mia. La responsabilità è mia a 360 gradi.
Sei una veterana di Sanremo, hai iniziato giovanissima. Non ti senti irrigidita dalla struttura del Festival? Con la tua vocalità potresti indagare altri settori e mondi musicali…
Sanremo dà spazio alla canzone che porti in quel momento lì. Ma chi mi segue da anni sa che ho fatto produzioni molto diverse, anche molto costose e con ballerini. In Italia è molto difficile cambiare e provare a fare qualcosa di nuovo. Se provi a stare al passo con i tempi, tutti dicono che imiti qualche artista americano o comunque vieni criticato.
Qual è l’emozione di salire sul palco di Sanremo?
Sempre grande. Prima di salire sul palco, mi tremano le gambe. Devi però controllarla perché incide sulla vocalità. Finora mi è andata bene, speriamo continui così.
Stasera duetterai con Syria: hai detto che con lei hai un legame speciale. Come mai hai voluto proprio lei?
Con Cecilia ci conosciamo da anni. Ci siamo chieste: come mai in Italia non esistono duetti e collaborazioni al femminile? Quando mi è stato chiesto con chi avrei voluto duettare nella serata del venerdì, le ho mandato un messaggio chiedendole: posso sdebitarmi con te? Prima di debuttare al Festival, 18 anni fa, ho partecipato all’Accademia della musica e ho presentato proprio una canzone di Syria. E’ andata bene.
Quando hai iniziato, eri giovanissima: cosa vorresti dire a quella ragazza?
Ammazza che brava. Giuro!! Non l’ho mai detto. Allora, sono entrata sul palco calmissima, come se fossi a casa. Adesso, invece, mi tremano le gambe, mi sento sottoposta al giudizio di tante altre persone.
Ci puoi svelare qualche altro tema portante del tuo album?
Si parla dell’amore in tutte le sue sfaccettature. La tematica principale è l’amore. Negli anni ho fatto ciò che mi sentivo e ho parlato di tematiche molto diverse. Ho parlato di anoressia. Ho parlato di omosessualità. Adesso mi sentivo di parlare di amore. Ho deciso di parlare d’amore e di non precludermelo anche se poi mi arriva qualche domanda sulla mia vita privata. L’amore è di tutti.
In Italia abbiamo quattro grandissime cantanti: Mina, Patty Pravo, Vanoni e Milva. Una parola per ciascuna di loro?
Quattro grandissime artiste. Alcune le ho vissute di più, altre come Milva, un po’ meno per ragioni di età.
Un’icona per me è Mina, forse perché è stata un’artista completa: sapeva presentare, cantare, ballare.
Patty Pravo è stata fondamentale per la moda, perché ha osato moltissimo. Ornella Vanoni ha una voce inconfondibile. Però Mina per me rimane sempre la numero uno.
Sapevi di essere famosa anche in Grecia?
No, non lo sapevo. In Grecia non ci sono mai stata e mi piacerebbe andarci. Allora, buono a sapersi.
La versione trap di Ragazza di periferia con Achille Lauro come è nata? Che rapporti ci sono con l’autore Lorenzo Vizzini?
Non è una canzone rap/trap. E’ stata una bellissima collaborazione, l’idea è stata sua. Ha rispettato la natura della canzone. La ragazza di periferia ha trovato il suo ragazzo di città.
Quella collaborazione ha fatto da apripista a ciò che sarà l’album, quindi andate a sentirlo.
Con Vizzini c’è un buonissimo rapporto tra due persone che amano la musica e vogliono raccontare l’artista. Lavorare con lui è stato come avere una sorta di diario. Con lui ho parlato tanto e poi abbiamo tradotto in parole ciò che io gli dicevo. Ci sono tanti giovani autori bravissimi. ad esempio, per me Cristicchi fa sempre la differenza.
Sei d’accordo con la non-eliminazione al Festival di Sanremo? Chi vorresti vedere in gara tra i cantanti che non ci sono mai stati?
Sono felicissima che non ci sia l’eliminazione, perché l’ho vissuta sulla mia pelle e non è stato piacevole. Avere la possibilità di cantare una sera in più la propria canzone, fa bene all’artista.
Non so chi vorrei vedere in gara. Penso che tutti ci siano stati, a parte i big della musica italiana.
Spesso gli artisti sono commentati più per la vita privata che per la loro musica: non è snervante?
Mi trovi esaurita? Ormai mi sono abituata: aspetti che smettano di parlare d’altro e che si inizi a parlare di musica, come sta succedendo in questo Festival.
Tra le tante canzoni che hai portato a Sanremo, a quale sei più legata?
A tutte, in realtà. Perché se le porti sul palco, vuol dire che ci credi.
Sei qui grazie a Sanremo giovani. Quest’anno ha avuto un percorso particolare. I giovani non hanno avuto la stessa visibilità. Come la pensi?
In realtà rischi sempre di essere penalizzato o di penalizzare qualcuno. Se hanno deciso così, ci sarà un motivo. Comunque, non credo che siano stati penalizzati perché in quell’occasione lì c’erano le nomination dei big e quindi tanti sono stati incollati al televisore.
La tua carriera è stata legata alle tue doti canore ma anche alla tua bellezza. Non credi che nel 2019 si possa essere belle e brave?
Oddio, questo non lo so. Fino a qualche anno fa, mi faceva stare male che si parlasse più del mio aspetto fisico che della mia musica. Leggevi i commenti sull’aspetto fisico, sui vestiti, ecc; e meno sulla parte canora. Adesso, i tempi stanno cambiando. Ne sono felice.
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