I Boomdabash sono in gara a Sanremo 2019 con il brano Per un milione. Ecco cosa hanno risposto alle domande dei giornalisti della Sala stampa Lucio Dalla.
L’estate scorsa avete duettato con una regina della musica italiana Loredana Bertè, adesso siete entrambi in gara al Festival. Come è stato lavorare con lei?
La cosa bellissima è stata che lei ci ha messo subito a nostro agio. E’ una persona veramente squisita, genuina. Addirittura, ci chiama i miei bambini. Questa cosa ci fa una tenerezza pazzesca. Al di là del rapporto professionale, c’è una bellissima amicizia tra noi.
Abbiamo imparato veramente tanto da lei, ma abbiamo imparato soprattutto una cosa: che si può trarre forza dalla musica. Spesso, questa cosa della musica che salva, viene detta come un luogo comune. Nel suo caso Lei è una donna con un vissuto molto difficile. Lei trae energia vitale da questa devozione totale alla musica. Questa è una cosa che noi abbiamo imparato e la stiamo facendo nostra.
Lavorare con Loredana è stato, tra virgolette, facile: lei è una grandissima artista. Appena le dai un brano, lei ci entra subito dentro. Stiamo parlando di un mostro sacro, quindi lei ci entra proprio dentro. E’ entrata in studio e buona la prima. Noi eravamo a bocca aperta perché siamo suoi grandi fan. Tra l’altro, speriamo di poter ripetere questa esperienza.
Ecco, vi racconto un piccolo aneddoto: quando ci siamo incontrati con Loredana nel prefestiva, lei ci ha guardato e ci ha detto: “ah ragazzi, perché non lo facciamo insieme il duetto?”. E noi: “Purtroppo, Loredana, non si può fare”. Però sarebbe stato epico.
Avete fatto tanta strada, ma quando è stata la prima volta che vi siete incontrati? Quando e perché avete deciso di mettervi insieme? Avete mai pensato allora che sareste saliti oggi sul palco dell’Ariston?
Bisogna partire da lontanissimo a livello cronologico. Io (Biggie Bash, Ndr) facevo punk, militavo in una band punk. Sono partito dal punk, non facevo parte dei Boomdabash che già esistevano.
Durante una giornata studentesca a Brindisi io ero con la mia band sul palco della musica dal vivo, i Boomadabsh erano nella zona dance o nella zona dei deejay. Io con la mia band avevo un discreto seguito. Durante il mio show, ci esibivamo insieme tutti e due nelle due aree diverse. Io notai che da noi non c’era nessuno e che tutti erano dai Boomdabash.
Dopo andai da Angelo (Ndr, Blazo, all’anagrafe Angelo Cisternino). Ci conoscevamo di vista, eravamo dello stesso paese, ma non c’era mai stata occasione di parlare. Gli dissi: “ehi ragazzi, ci avete tolto tutto il pubblico”. Lui mi disse: “perché un giorno non proviamo a fare qualcosa insieme?” Io gli risposi che sarei stato molto felice di provare a cimentarmi anche nel reggae, perché il punk ha sempre avuto una certa commistione anche con il reggae. Pensiamo ai Clash, che sono stati i primi a mischiare il punk rock ai ritmi caraibici.
Da lì è nato tutto in modo naturale. Sono andato a casa di Angelo. All’epoca lavoravamo in cameretta, Abbiamo provato a buttare giù il primo pezzo e abbiamo capito che c’era qualcosa di bello che potevamo fare tutti insieme.
Se pensavamo di arrivare sul palco dell’Ariston? No, è una cosa così grande che non puoi mai nemmeno sognarla. Ma siamo riusciti a prendere un sogno e farla diventare una cosa concreta. Ecco, questo sì.
Complimenti per il senso di appartenenza alla vostra terra e ai valori del sud. Complimenti anche per aver portato sul palco dei bambini, con la loro innocenza: queste sensazioni hanno colpito tutti.
Grazie mille per i complimenti. I bambini erano fondamentali per noi. Ci sarebbe piaciuto magari fargli prendere anche qualche applauso in più, qualche secondo di applauso, ma non ci è stata data la possibilità. Va bene così. Ci abbiamo provato.
L’album Barracuda uscirà di nuovo: potete dirci qualcosa delle collaborazioni, ad esempio con Fabri Fibra? E cosa volete dire ai giovani, sui sacrifici che avete fatto per arrivare fino a qui?
Il disco è uscito ieri. Si chiama Barracuda Predator Edition. C’è dentro il brano che i Boomdabash hanno presentato a Sanremo. C’è la hit cantata con Loredana Bertè.
Ci sono tanti altri brani, come ad esempio Barracuda che tratta un argomento molto importante che i Boomdabash non avevano mai trattato prima. Si parla del bullismo, che è diventato molto attuale in questi tempi. E’ una delle battaglie che non avevamo mai affrontato prima.
Il messaggio che i Boomdabash mandano ai giovani è sempre lo stesso. Se noi avessimo dato ascolto a tutti quelli che ci dicevano: cosa volete fare con questa musica? trovatevi un lavoro serio”, adesso non saremmo qui a fare questa conferenza.
Il messaggio che vogliamo dare ai giovani è: non permettete mai a nessuno di dirvi: “questa cosa non potete farla”. Perché potete fare tutto nella vita. Poi le cose si riesco a fare bene, si possono fare male. Come dico sempre, chi fa può sbagliare. Chi non fa, non sbaglia.
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