Dopo che si è diffusa la notizia che neanche quest’anno ci sarà la Sala Stampa Lucio Dalla durante il Festival di Sanremo è scoppiata la polemica. Eppure forse qualcosa in tal senso si sta muovendo.
C’è stata un’epoca, piuttosto lunga, in cui la sala stampa Lucio Dalla del Festival di Sanremo, (situata presso il Palafiori della città ligure) era il punto di riferimento del mondo di radio, tv locali e del web che per la “settimana santa” della kermesse seguivano da vicino l’evento musicale più importante nel nostro paese. Poi però nel 2020, a pochi giorni dal Bugo Gate, è successo quello che tutti sappiamo.
Con lo scoppio della pandemia da Covid-19 sarebbe stato impensabile stipare decine e decine di giornalisti e addetti del settore nella stessa sala, senza distanziamento e senza tutte le misure di sicurezza che abbiamo imparato a conoscere. L’edizione 2021, ancora in piena pandemia, è stata la prima in cui a malapena c’è stata una sala stampa per le riviste e i quotidiani più importanti (con qualche piccola eccezione per l’online). Nel 2022 la solfa non è poi molto cambiata, con la sala stampa Lucio Dalla “lasciata da parte”, sempre per le stesse misure di sicurezza di cui sopra.
Ma a tre anni di distanza dallo scoppio della pandemia, e alla luce di una situazione che sembra essere cambiata rispetto al passato (anche se non ci permettiamo di fare considerazioni specifiche, che competono solo a esperti virologi e medici) sono in tanti gli addetti ai lavori ad aver visto nell’impossibilità del ritorno della sala stampa Lucio Dalla una vera e propria ingiustizia.
La decisione della Rai sulla sala stampa lucio dalla per sanremo 2023
Nonostante la fine dell’emergenza sanitaria, infatti, Rai ha deciso di mantenere anche per quest’anno solo la possibilità, per un ristretto gruppo di media, di accedere alla sala stampa del Casinò di Sanremo.
Neanche a dirlo, questa decisione ha scatenato le ire di chi, prima della pandemia, era sempre in prima fila al Palafiori e si dedicava anima e corpo alla kermesse. Ma stavolta, contrariamente alle precedenti, gli esclusi hanno deciso di fare sentire la loro voce. Ecco dunque che è nata una vera e propria petizione al comune di Sanremo e alla Rai per arrivare ad una soluzione al problema e trovare un’altra location dove poter lavorare, rigorosamente in loco e in presenza. Qui un estratto del testo della lettera (qui per la versione integrale):
Siamo un gruppo di professionisti che lavorano nelle redazioni web, magazine, radio e TV private e indipendenti, che si occupano di cultura musicale, e desiderano continuare a lavorare e vivere di musica, nel meraviglioso tessuto che RAI ha reso vivo e colorato, dal 2001 ad oggi.
Siamo quelli della Sala Stampa Lucio Dalla, che per il terzo anno consecutivo non sarà allestita.
I cronisti che seguivano la kermesse dal Palafiori per la terza volta saranno solo rettangolini sulla schermata streaming di WebEx. Tecnologia indispensabile e salva-vita in emergenza Covid, surreale e deleteria oggi, quando ormai siamo in grado di gestire anche grandi eventi (come dimostrato, tra gli altri, dall’Eurovision a Torino lo scorso maggio).
Alla difficoltà di lavorare senza un luogo fisico (postazioni improvvisate in macchina o al McDonalds, connessione internet instabile, spazi di lavoro affittati a spese proprie…), si aggiungeranno probabilmente (di nuovo) le conferenze stampa in remoto degli artisti, che si accavalleranno una sull’altra, rendendo pressoché infattibile stare al passo con gli aggiornamenti richiesti dalle testate con le quali collaboriamo. Problematica riscontrata anche dai colleghi in Sala De Santis al Casinò.
Il ripristino della Sala Stampa Lucio Dalla, punto di riferimento che da vent’anni accompagna e sostiene il lavoro della RAI intorno al suo evento più seguito rendendolo capillare, ad oggi sembrerebbe non vedere altro ostacolo che un risparmio di denaro e di spostamenti. Ma a vantaggio di chi? […]
Vi chiediamo di ripristinare la Sala Stampa Lucio Dalla perché è per noi, e per la kermesse, un luogo fondamentale, uno snodo di idee, dove da più vent’anni cresce l’amore per la musica e per il buon giornalismo che la racconti.
le critiche ad Amadeus e la possibilità di una soluzione
C’è una cosa che va specificata in tutto questo. Qualcuno ha insinuato che ad Amadeus il mondo del web non interessa ma sono i fatti stessi a dar loro torto e il trattamento ricevuto da Amadeus non fa onore a chi si è scagliato contro di lui.
Il conduttore e direttore artistico, infatti, ha sempre avuto un occhio di riguardo particolare verso il mondo del web, consapevole di quanto sia oggi fondamentale per la promozione degli artisti (pensiamo per esempio alla preziosissima Generazione Z, che i giornali cartacei praticamente non li tocca più).
A confermarlo è stato nei giorni scorsi anche il suo manager Lucio Presta, che in risposta ad un media piccato (“si potrebbe iniziare dando accrediti anche a portali on line per Sanremo, visto che questi bolliti della penna sono sempre in prima fila ovunque, mentre chi lavora tanto sul web non ha mai possibilità di esserci. Buon lavoro) si è sentito in dovere di dire la sua:
“Sbagli, da 2 anni non sono in prima fila ed il web è molto presente come le radio nella sala stampa principale“.
Al di là delle polemiche nel concreto sembra che qualcosa si stia muovendo. L’organizzazione di Casa Sanremo infatti ha intanto acquisito la gestione dello spazio del Cinema Centrale a pochi mt dall’Ariston e sta valutando la possibilità di metterlo a disposizione dei giornalisti che non saranno accreditati nella sala stampa principale. Appena avremo notizie certe sarà nostra premura comunicarvelo.