Dopo l’annuncio di Amadeus, che ha svelato che Marco Mengoni sarà il superospite musicale e il co-conduttore della prima serata di Sanremo 2024 (ne abbiamo parlato qui), alcuni gruppi di cattolici reazionari sono andati su tutte le furie.
Di seguito riportiamo le parole di Margherita Ruffino, esponente del Popolo della Famiglia in Piemonte, che ha così dichiarato:
“Il Popolo della Famiglia del Piemonte, sulla questione inerente il Festival di Sanremo, trova inopportuno che il cantante Marco Mengoni, paladino della Lobby LGBT e fautore di iniziative pro-gender, salga sul palco in qualità di co-conduttore.
Il PDF chiede dunque al Direttore Artistico Amadeus di rivedere le sue scelte artistiche perché il cantante Mengoni rappresenta un’ideologia che non è condivisa da tutti gli italiani, i quali sono già costretti dal prelievo della quota del canone tv a finanziare tutto questo. Si rispetti il pensiero individuale operando scelte meno di parte!”.
Peccato che, al di là del fatto che Marco Mengoni ha le idee molto chiare sui diritti della comunità LGBTQ+, negli ultimi anni il cantautore è riuscito a mettere tutti, o quasi tutti, d’accordo: dagli anziani ai più giovani.
Le accuse mosse nei suoi confronti sono dunque alquanto discutibili, se non imbarazzanti. D’altronde, ognuno di noi dovrebbe potersi sentire libero di esprimersi come meglio crede, a patto che la propria libertà non limiti quella di altri. E allora, perché non accendere un riflettore sull’arte, smettendo di alimentare inutili polemiche sempre e constantemente divisive?
Sanremo 2024: “Marco Mengoni? Un paladino LGBT pro-gender”
Quella del cantautore di Ronciglione sul palco del Teatro Ariston è dunque per queste frange di cattolici reazionari una presenza alquanto scomoda, soprattutto alla luce di quanto successo all’Eurovision Song Contest 2023 di Liverpool, quando Mengoni fece esultare milioni di persone queer sventolando la bandiera Progress Pride:
“È la bandiera dell’inclusività totale, quella contro tutte le discriminazioni. In Italia vedo tante cose che non capisco, perché – nel 2023 – mi sembrano anacronistiche. Non è un mio voler andare contro, ma un voler capire cosa accade. Quello che vedo oggi un po’ mi fa paura. L’Italia non deve fare passi indietro, dobbiamo essere tutti allineati. L’Europa in questo momento è più avanti di noi e per difendere i nostri diritti dobbiamo urlare, se necessario. Non bisogna avere paura di dire certe cose”.
Ma la polemica ha avuto inizio ben prima della partecipazione di Marco Mengoni all’Eurovision 2023. Meno di un anno fa, a pochi giorni dall’inizio di Sanremo 2023, Simone Pillon dichiarava infatti: “Sanremo si prepara alle solite sparate LGBT. No al canone Rai per la propaganda gender”.