13 Novembre 2018
di Interviste, Recensioni
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13 Novembre 2018

Sanremo giovani 2018: le pagelle del critico musicale – Parte 1

E dopo l'ascolto della redazione potevano mancare le pagelle dei brani finalisti di Sanremo Giovani 2018 del nostro critico musicale?

Sanremo Giovani 2018
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E se ogni settimana, il venerdì mattina, il nostro critico musicale Fabio Fiume compila le pagelle dei nuovi singoli in uscita, questa volta gli abbiamo dato il compito di ascoltare tutti i brani candidati per Sanremo Giovani 2018.

Ecco la prima parte delle sue pagelle, appuntamento ai prossimi giorni per le restanti pagelle.
Albert – Libertà

E’ un hip hop che ha qualche intenzione che vira verso il cantautorato. Il prodotto però resta sospeso a metà senza risultare soddisfacentemente completo in nessuno dei due versanti. Inoltre il pezzo è molto breve, risultando quasi mozzato.
Quattro 1/2

Andrea Vigentini – Magari

Un gioco sulle possibilità di un incontro, con strofe descrittive di queste possibilità per l’appunto ed un inciso di buona apertura pop, cantabile e più sognante come testo. Gradevolissimo nell’insieme.
Sei 1/2

Andrea Biagioni – Alba piena

Bella voce per un brano però molto classico, arrangiato per piacere molto su un palco come quello dell’Ariston ma che dopo fuori, difficilmente può avere una vita lunga nella sfida delle radio. Certo resta un prodotto di qualità, ma forse bisognava cercare di mantenerla, la qualità, evitando l’effetto martellata sui denti al secondo ascolto.
Cinque

Argento – Mescolare

Una di quelle classiche canzoni create più per essere video , il chè non sempre è un male, visto la musica oggi si vede anche prevalentemente. Non per Sanremo però, dove un brano del genere troverebbe non poche difficoltà ad essere trasportato dal synth all’orchestra. E poi non è che dica granché, diciamolo pure.
Quattro

Banda Rulli Frulli – L’imitazione del male

Canzone che, come testo, in alcuni passaggi sembra quasi una scrittura per chiesa, arrangiata in chiave dance in alcuni momenti. Parla dei pericoli che si nascondono dietro anche a cose di vita comune, banalità, città, ma in maniera un filo infantile. Anche questo brano appare tronco.
Quattro

Cannella – Nei miei ricordi

Io volevo di più, tu volevi di più, e adesso… chi ha di più? Ballata romantica che ricorda fatti e cose che sono tracce nei cassetti. La scrittura è centrata e la forma canzone rispettata e non accorciata per esigenze radio. Mi resta solo un dubbio sull’espressione vocale, se è intonata davvero o se, nell’incisione, tutti questi echi salvano capra e cavoli.
Sei 1/2

Chiara Scalisi – Voglio smettere di fare musica

Aperture jazzate, voce espressiva e piena, canzone veritiera per chi ama fare musica, ma un po’ complicata per orecchie non così predisposte all’attenzione. Ne riconosco tutto il valore, ma manca quello aggiunto e cioè fare cose di qualità che però non siano per pochi eletti. Bello il fax che entra nella variazione e comunque in generale il bilanciamento tra momenti delicati e quelli potenti.
Sei

Cimini – Anime impazzite

Discorso pop che mi ha ricordato alcune cose leggere degli anni 90; cose alla Britti ed i suoi successi estivi, senza però quella stessa chitarra, sia chiaro. Più hippy invece le aperture dell’inciso, che profumano di anni 70 di battistiana memoria.
Sei

Ciuffi Rossi – Ti dedico tutto

Arrangiamento pregno di sonorità dance per un brano che però non volge mai alla dance. Ne viene fuori una canzoncina alla Benji & Fede prima maniera, primi anni. Ci sarebbe voluto come minimo una variazione degna di nota, qui affidata al solo suono campionato ed ovattato del beat nella testa… che però è già sentito.
Cinque=

Cobalto – Fuorigioco

Ballata quadrata tra momenti molto suonati, in perfetto stile band pop/rock ed attimi più riflessivi, con accompagnamento essenziale che però aiuta dare peso al momento topico del brano. C’è un po’ di sensazione Modà che pervade il brano.
Sei +

Cordio – La nostra vita

A parte il titolo un po’ abusato, il pezzo funziona decisamente. E’una ballata che racconta una storia reale e realistica. Nel percorso di una vita c’è sempre qualcosa di cui dovrai accorgerti per dare valore a ciò che hai, a ciò che avevi e magari non hai più. La vita è un aereo veloce che passa e ci da un passaggio… Eh si, funziona proprio.
Sette

Cristiano Turrini – Irrazionale

Bella voce profonda e piena di colore per una canzone che è un piano e voce condito solo in divenire di elementi elettronici ed elettrici. E’ un discorso esistenziale forse non così forte come la bravura di chi lo racconta.
Sei

David – Padre

In alcune sfumature vocali della strofa iniziale mi ha ricordato Rino Gaetano, ma il brano che pur racconta una storia precisa, un rapporto che pone e teme ed affronta paragoni,è un po’ confuso a livello d’intenzione. Si parte appunto con un rock sbilenco, poi ci si gira verso un quasi solo voce, poi si riparte con un arrangiamento più pop, fino al comparire di una chitarra rock psichedelica. Ed alla fine fai troppa fatica a seguire.
Quattro 1/2

Diego Conti – 3 gradi

La sua scrittura è interessante e lo ha già dimostrato in altre occasioni. Qui è con un brano che ha una struttura perfetta nei tempi, tra strofe, preparazione, incisi e variazione che poi sfocia nell’inciso finale. Il testo non è così evocativo come altre sue cose, mira più all’immediatezza che al concetto e riesce nell’intento: è immediato.
Sei 1/2

Easyfunk – Lobotomia

Beh è tutto un po’ già sentito. Si partiva bene con l’intro musicale ma poi alla fine si tratta di un funk rappato che porta fino all’inciso contato da voce femminile che gioca con la parola Loboto-mia, Loboto-sua, che diciamocelo, mica è un bel giocare? La cosa migliore resta il momento musicale che però intelligentemente avrebbe dovuto aprire ad un nuovo inciso… anzi, con quel testo meglio di no.
Quattro

Ego – Sembrava facile

Rap delicato con voce “alla Zibba“, almeno per colore. Come canzone è abbastanza generica, non resta granché né musicalmente né come testo. Però senza impegno l’ascolti e lo puoi fare a volume alto senza che t’infastidisca o anche in sottofondo, dove grazie proprio al timbro vocale risulta piacevole.
Sei

Einar – Centomila volte

Einar canta una canzone che è qualcosa che profuma di Tony Maiello in ogni singola nota, in tutto l’arrangiamento: dai raddoppi vocali, alle tastiere d’intro, alle atmosfere vocali di sottofondo, all’esplosione dell’inciso, in cui ti sembra quasi di confonderlo nella voce. Il brano però funziona; non è trascendentale, però non mancherà di far sanguinare qualche cuore e lacrimare qualche occhio.
Sei 1/2

Fabio De Vincente – Come nelle favole

Si può avvertire De Vincente che Fabrizio Moro è ancora vivo e lotta assieme a noi? Inizio sussurrato con raddoppi vocali all’occorrenza, inciso più esplosivo, seconda strofa ancor più raddoppiata ed ancora inciso più esplosivo. Non è un pezzo brutto ma non rivela granché personalità.
Sei =

Federica Abbate – Finalmente

Autrice in grande ascesa e già fautrice di successi per tanti artisti ben più famosi di lei, qui è presente con un brano che ha una struttura molto forte, con inciso facile da memorizzare, che però non scade nella banalità, né per testo, né per intenzione interpretativa. Una marcia in più l’Abbate ce l’ha.
Sette 1/2

Federico Angelucci – L’uomo che verrà

Che canti bene e che con gli anni abbia persino affinato le sue caratteristiche è indiscutibile. Il mood è però sempre un po’ troppo recitato ed una buona interpretazione non è mai una vera e propria recita. Non è un caso che la canzone poi ha il suo momento migliore nella variazione, che trasporta Angelucci su un terreno più pop, dove non deve tanto ragionare su come uscire, ma limitarsi a stare sul tempo in maniera scorrevole.
Cinque 1/2

Federico Baroni – Non pensarci

Ritmiche funk per un hip hop che vuole viaggiare fresco e ci riesce, facendo muovere i piedini e lasciandosi canticchiare. Bella la chitarra che procede in sottofondo per tutto il brano. I cori fanno molto Danny Losito e quelle cose lì… che sempre funk erano.
Sei 1/2

Filo Vals – Occasionale

Testo sagace ed intelligente ed arrangiamento curato, con fiati, che entrano delicatamente durante le strofe per diventare poi prepotenti in un inciso aperto ed arioso. Sembra una canzone d’altri tempi ed invece è bella contemporanea ed è il suo punto di forza, l’unire sensazioni vintage al presente.
Otto

Flo – Se move

Forte nella scrittura Flo qui non rinuncia a qualche passaggio in dialetto. La sua canzone è musicalmente interessante, piena di quella storia musicale che arriva dalla sua terra,fatta di grande ritmica e di melodia che pare viaggiare nel vento. C’è anche un inserto rap, che raramente abbiamo modo d’ascoltare con una simile intonazione.
Sette

Fm93 – Lara

Elettronica di matrice 80, e testo che dichiara di avere fatto un pezzo indie ma che poi, come quasi tutti quelli che dicono di fare l’indie, di indie hanno ben poco. Testo molto giovanilistico, pieno di riferimenti attuali. Nonostante non dica assolutamente nulla, potrebbe avere persino un successo oltre le aspettative più rosee.
Quattro
Continua…