In America è stata emessa un’importante sentenza sul Copyright e sull’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale nelle opere musicali. AudioCoop rilancia proponendo il ban in Italia per le opere interamente generate da IA.
Non sarà possibile rivendicare la proprietà intellettuale di opere generate dall’intelligenza artificiale, questo l’esito di una sentenza negli Stati Uniti.
La Corte Federale del District of Columbia ha confermato quanto già stabilito lo scorso febbraio dal Copyright Office, autorità americana che sovrintende alla registrazione del diritto d’autore, in merito all’istanza presentata dal dottor Steven Thaler riguardo l’algoritmo generativo Creativity Machine.
La proposta di AudioCoop sull’Intelligenza Artificiale
AudioCoop, il coordinamento delle etichette discografiche indipendenti italiane, che associa oltre 270 produttori, si schiera a favore di questa sentenza e conferma la proposta di oscurare e bannare in Italia ogni forma di opera culturale e musicale generata solo ed esclusivamente dall’Intelligenza Artificiale.
Per AudioCoop sono da ritenere distribuibili on line, e di conseguenza riconducibili al Copyright e al Diritto d’Autore, solo ed esclusivamente quelle che hanno un apporto umano almeno pari al 50% in un positivo connubio tra innovazione e tecnologia artificiale e competenza e creatività umana.
Un approccio importante per cercare di salvaguardare arte e creatività. L’AI fa paura a molti, anche nel mondo della musica.
Un esempio concreto lo abbiamo visto negli scorsi mesi sulla piattaforma più usata dai giovani, Tik Tok. Molti utenti infatti sono rimasti impressionati sulla nota piattaforma dalla facilità con cui è possibile usare l’Intelligenza Artificiale, per esempio, per creare video/audio in cui far cantare con la voce di qualsiasi persona il brano di un qualsiasi artista.