Sergio Andrei lancia il nuovo singolo Brava che sei, disponibile su tutte le piattaforme digitali. Continua così il suo viaggio musicale dopo il primo brano Genesi; e con questo secondo capitolo, si avvicina alla pubblicazione del concept album Pulp, prevista per l’autunno.
Brava che sei è l’esagerazione ironica di una storia d’amore in cui ci si sente incompresi. Il brano (etichetta Purple Mix per Believe Music) racconta l’esasperazione del sentirsi fuori luogo, senza perdere se stessi.
Sergio Andrei descrive così Brava che sei: “E’ un brano che tratta di una strana storia d’amore fatta di anfetamine, di rapper, di giovani donne e di noti politicanti, tutto questo compone una strada sterrata, sopra le righe, dove il tutto si fonde nella definizione di PULP: produzione letteraria o cinematografica a carattere popolare, contraddistinta da una ricerca esasperata dell’eccessivo e del sensazionale”.
Il singolo segna l’inizio della collaborazione con Umberto Scaramozza e Jacopo Troiani. Brava che sei ha avuto più versioni di arrangiamento e di produzioni, trovando in quest’ultima il giusto mood tra testo e musica.
Brava che sei, secondo capitolo dell’album Pulp
Il brano è un capitolo del concept album Pulp e contiene le caratteristiche del progetto indie-pop di Sergio Andrei, con una scrittura originale che unisce urban-rap e cantautorato. L’artista, fratello di Cranio Randagio, parla così del disco: “Lavoro con un team di amici che condividono diverse passioni: dalla fotografia alla grafica e da anni portiamo avanti progetti. Finalmente è in uscita il primo disco. Ha già cambiato dieci titoli e venti tracklist. Ora dovremmo esserci. Si chiama “Pulp” ed è un magazine che racconta tante storie e un grande viaggio che comincia al bancone”.
Il disco è stato arrangiato da Umberto Scaramozza e Jacopo Troiani. Produzione e mixaggio sono stati curati da Walter Babbini presso il Purple Mix Studio di Guidonia. Il progetto visivo è stato realizzato dal cantautore assieme alla sua famiglia artistica, sotto la guida del direttore artistico Giovanni Lo Castro, con le fotografie di Ludovico Pascoli e Mattia Cursi e video di Simone Mastronardi.
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