Big Boy… titolo riassuntivo e identificativo di una stella appena esplosa nel firmamento della nostra musica: Sergio Sylvestre.
Merito del talent/fenomeno di Maria de Filippi, Amici, che non sbaglia un colpo e che, con questa ultima e trionfale edizione, ci ha regalato un talento che da anni non si vedeva (e aspettavamo) nelle radio italiane.
Big Boy è un ragazzone alto più di due metri, dalla pelle ebano e un sorrisone splendente quanto il sole, o una stella per usare una metafora da POPSTAR; Big Boy è il titolo dell’Album/EP di debutto di Sergio Sylvestre, vincitore di Amici 15 e pubblicato dalla Sony Music il 20 maggio.
Otto brani che comprendono l’inedito che da il titolo all’album, oltre alcune delle più intense cover eseguite dal ragazzone ventiquattrenne metà haitiano e metà messicano, che percorrono il meglio della Classe A del pop/soul internazionale degli ultimi anni, da Take To Church di Hozier ad Hello di Adele.
Un mix culturale, quello di Sergio, che spazia dalle intensità soul più raffinate di Stevie Wonder ai virtuosismi sofferti dell’R&B/Pop distintivo del Re per eccellenza, Michael Jackson; Sylvestre dimostra una formazione artistica (oltre che un’indole e un talento naturale) impregnata di possente cosmopolitismo e storia moderna non indifferente.
Quella americana (afro), che lo ha educato nel suo formarsi (è nato e cresciuto a Los Angeles) e gli ha dato in mano gli strumenti per fare della propria voce un megafono graffiante di intensità ed emozioni; quella del sud del mondo che è geneticamente la sua essenza, i caldi echi storici del Messico e le ferite quasi irreversibili della disorientata quanto viva Haiti, echeggiano e battono forte nella personalità dell’artista, ardente e coinvolgente, travolgente: il Big Boy avvolge, coinvolge, stravolge con la sua voce rovente come il sole del sud, una voce incorniciata da un sorriso che non lascia spazio alla diffidenza.
E’ ben chiaro da subito che Sergio Sylvestre non ha vinto il talent di Canale 5 per motivi che non siano strettamente legati alla sua raro e nobile inclinazione al canto, certo è che un carattere come il suo, trainante e carismatico, ha fatto il resto e la differenza.
Infetto di entusiasmo, Sergio è appena partito per un trionfale Tour promozionale che lo sta portando in giro per l’Italia.
Big Boy / The Instore Tour, 15 appuntamenti (attualmente confermati) per incontrare il suo pubblico che, EP e regali alla mano, si accoda per ore davanti le porte dei megastore per poterlo incontrare ed abbracciare.
Roma, Milano, Lecce… di tappa in tappa centinaia di fans accolgono il vincitore di Amici nel più meritevole dei modi; è la tappa di Palermo quella che vi riassumo e mostro (nel reportage fotografico), in veste di inviato per All Music Italia.
Omaggiato dell’esclusiva giornalistica, ho avuto l’onore e il piacere di assistere all’incontro Sergio/Fans e che dire… una festa!
Quattrocento, forse cinquecento fans ed estimatori del giovane artista, in attesa da ore alla Mondadori Multicenter di Palermo, ha dato eco a un successo già conclamato dall’esito finale del Talent Show, ma il vero trionfo è la conquista di un pubblico non convenzionale, che come la fisicità e la cultura musicale di Sylvestre, rompe gli schemi canonici e le aspettative presunte di chi muove le redini dei nuovi eroi sfornati dai (e nei) talent; Sergio va oltre il pop di plastica e l’immagine preconfezionata, e sempre uguale, del tipico e non particolare mediatico.
Il suo pubblico non va sopra o sotto il target del Teen, ma va oltre… chi ha apprezzato le sue cover, durante la sua presenza nella scuola di Amici, ha avuto modo di focalizzare la formazione spessa e viscerale che lo ha reso unico nella storia del programma. Finalmente!…. aggiungo io.
Chi non conosceva il pathos sanguigno di capolavori come Superstition (di Wonder) e Will You Be There (di Jackson) deve ringraziare Sylvestre per questa neo-diffusione della musica d’autore afroamericana, mai dimenticata ma spesso messa da parte a favore dell’ easy-pop che tanto rende in termini economici ma talvolta tanto toglie alle nuove promesse, spinte nel calderone del mercato musicale con prematura esposizione.
Tra abbracci, regali e tante rose rosse, l’Instore di Palermo, cominciato con un’ora di anticipo rispetto la sua programmazione, è stato un corteo festoso (di oltre tre ore) di persone composte e variegate: teenagers, coppie innamorate, trentenni, quarantenni, italiani, africani, c’era di tutto, c’era il mondo per abbracciare l’emotivo talento di un ragazzo che, il mondo, lo vuole raccontare e cantare.
Big Boy è il soprannome dato dal pubblico a Sergio Sylvestre, è il titolo del suo primo inedito (ed EP) che lo ha portato alla vittoria… è anche il nome del primo brano inciso da Michael Jackson nel lontano 1967, maestro tanto caro all’ educazione musicale e al percorso artistico di Sylvestre…
Che sia un buono auspicio o un’impressionante somma di coincidenze volute dal destino. La cosa mi piace!
Bravo Big Boy!
Articolo e foto di Giuseppe Mazzola per All Music Italia