Come ben sapranno i nostri lettori abituali, qualche settimana fa Laura Pausini aveva risposto ad alcune domande dei suoi fan su Facebook. Domande che chiedevano chiarimenti sulla scelta di alcune canzoni come singoli piuttosto che altre.
Per essere chiara con il suo pubblico Laura aveva risposto in modo diretto cercando di far capire a chi la segue la situazione confusa e difficile che domina in questo momento nelle radio e nelle case discografiche. Dichiarazioni che parte della stampa ha voluto interpretare in modo più o meno corretto, noi nel scriverne abbiamo preferito riportare parola per parola, fedelmente, quello che Laura ha scritto e potete leggerlo qui.
Qualche giorno fa un’altra cantautrice ha voluto approfondire il discorso, parliamo di Silvia Salemi che ha scritto una lunga lettere al direttore del quotidiano Il Tempo.
Ecco alcuni estratti della lettera di Silvia. Potete trovare la versione integrale sul sito de il tempo.it.
“Egregio Direttore,
ho letto con attenzione l’articolo apparso ieri sul Suo giornale riferito a Laura Pausini ed alla sua legittima preoccupazione circa il futuro della musica italiana… ciò mi da lo spunto per fare alcune brevi considerazioni.
La prima. Brava Laura. Un’Artista eccezionale come Lei, prima in tutte le classifiche mondiali, esportatrice della musica italiana nel mondo, ha avuto il coraggio e la lucidità di porre in evenienza tali problematiche…
La seconda. È un momento di “rivoluzione culturale”. La possibilità che viene data ad un Artista di promuovere il proprio lavoro è sempre più ristretta. I budget sono sempre più esigui e la competizione internazionale esige, invece, che il prodotto venga realizzato al top; questo genera una discrasia tra il costo di produzione per molti divenuto insostenibile e la qualità che il prodotto deve avere per poter essere competitivo e, dunque, apprezzato e goduto dal pubblico.
La terza. La grande responsabilità che hanno o dovrebbero avere le radio in merito alla possibilità di promuovere le nuove proposte italiane, in un mercato in cui la vendita dei dischi non rappresenta più un valore economico apprezzabile e, quindi, la diffusione dei nuovi pezzi assume una rilevanza ancora ancora maggiore, direi straripante. Si decide, in pratica, della vita o della “morte” di una proposta a prescindere dalla volontà e dall’apprezzamento del pubblico che se non conosce non può giudicare….
Silvia Salemi, cantautrice“
Silvia insomma ha cercato di mettere in luce un problema ormai assodato, quello che detengono le radio che oggi hanno il potere di decretare la vita o la morte di un progetto discografico.
Noi già da qualche mese ci siamo interessati a questa problematica lanciando una Petizione rivolta ai grandi network per salvare la musica emergente chiedendo loro un autoregolamentazione che dia più spazio alla musica italiana come succede (grazie ad alcune leggi) in altri paesi europei. Una petizione che si avvia al traguardo delle 5.500 firme.
In realtà nell’editoriale in cui vengono spiegati i motivi di questa raccolta firme abbiamo sottolineato che, anche se nel titolo si presta maggiore attenzione agli artisti emergenti (quelli che più patiscono questa situazione), il problema non riguarda solo loro, ma anche tanti artisti che, per le radio più che per il pubblico, sono “passati di moda” e che quindi, al di là della bellezza del brano che possono proporre, non riescono più a trovare spazio nelle radio.
Va anche detto che purtroppo sono stati in pochi gli artisti noti che hanno realmente appoggiato la nostra causa, ci fa piacere ricordare i Nomadi i Tazenda tra questi, e questo secondo noi è uno sbaglio perché servirebbe un poi più di unione tra gli artisti (emergenti e non) italiani.
Noi che condividiamo pienamente quello che ha dichiarato la Salemi, aspettiamo un segno anche da parte sua se vorrà unirsi a noi in questo appello.