Se la partecipazione di Suor Cristina Scuccia a The Voice of Italy aveva spaccato l’opinione pubblica, la sua vittoria ha fatto non solo gioire i tanti estimatori che l’hanno premiata al televoto con un generoso 62% ma anche infuriare i detrattori della sorella che non vedono di buon occhio la sua “conversione” al mondo dello spettacolo.
Naturalmente orgoglioso J-Ax, il papà pupativo, o meglio lo Zio, di Suor Cristina nella sua avventura televisiva, che più volte ha difeso la religiosa dai tanti attacchi subiti dalla sera della sua audizione trasmessa su Rai 2. Il rapper ha intenzione di seguire il percorso della sua pupilla fuori dal talent e in un’intervista a Il Tempo mette subito le cose in chiaro con la Universal riguardo al suo progetto discografico:
“Il ritorno d’immagine di un disco di beneficenza sarebbe più fruttifero di due milioni di copie vendute. Che tutti i proventi vadano a un orfanotrofio in Brasile caro a Cristina! Io mi metto a disposizione, mi sbatto, pago il biglietto, chiamo Alicia Keys e tutti gli americani. Non solo nessuno ci deve guadagnare un soldo, ma dobbiamo anche rimetterci il rimborso spese. Io fin qui ho protetto Cristina, è stato il mio lavoro, ma ora il gioco si fa più articolato (…) Potremmo far diventare una cosa nobile questa vittoria di Cristina”.
J-Ax, che non sa ancora se tornerà per la terza edizione del talent (“Ci penserò a lungo, ho richieste di tutti i tipi. Sto lavorando al mio album, un ‘classic Ax’ molto più positivo di un tempo. Questa esperienza tv mi ha cambiato“), ha avuto occasione di dire la sua anche riguardo al Padre Nostro recitato da Suor Cristina subito dopo la vittoria, altra “pietra dello scandalo”:
“Cosa c’è di strano? Una suora vince e vuole pregare, utilizzando il suo potere mediatico in quella circostanza per lanciare il proprio messaggio. Se avesse vinto Valerio Iovine magari avrebbe fatto un appello per i suoi amici in carcere. Anch’io l’ho fatto mille volte con i miei messaggi“.
Ulteriore polemiche inoltre per Lungo la riva, il singolo di debutto della suora, scritto da Neffa, che al momento non sta riscontrando i favori del pubblico (il brano, nonostante il clamore mediatico, è solo il terzo più venduto fra gli inediti dei finalisti dopo Rimedio di Giacomo Voli e Se davvero vuoi di Giorgia Pino). Secondo molti commentatori il pezzo sarebbe un doppio plagio: di Giù per il bayou, incluso nella colonna sonora del lungometraggio d’animazione Il principe e il ranocchio, e del brano La carità, cantato da Adriano Celentano e Don Backy nel film del 1963 Il monaco di Monza.
J-Ax ne ha anche per i malfidenti del plagio: “Accusino pure, sono degli sciocchi che non sanno cosa sia uno standard musicale“.
Alla schiera dei detrattori si aggiunge un personaggio che trent’anni fa fece parlare l’Italia. È Giuseppe Cionfoli, ex novizio cappuccino (ha fatto parte dell’ordine dei Cappuccini della provincia di Bari), che nel 1981 si fece conoscere come cantautore all’interno di Domenica In. La popolarità ottenuta lo portò al Festival di Sanremo per ben due anni di seguito, nel 1982 con Solo grazie, con cui raggiunse la top 10 italiana, e nel 1983 con Shalom.
“Frate” Cionfoli lasciò dopo qualche anno il cammino religioso intrapreso e si sposò, diventando padre di tre figli. Oggi è nonno e dopo svariati album pubblicati sempre a tematica cristiana, e una fugace partecipazione a L’Isola dei Famosi nel 2006, ne ha approfittato per dire la sua sulla vittoria della sorella orsolina:
“La suora mi ha fatto una brutta impressione. Che frenesia di vincere…Prima di conoscere il verdetto le inquadrature erano chiarissime. Si mordicchiava il labbro inferiore, guardava in basso, non riusciva a stare ferma. Non può essere la reazione di una donna che per tutti questi mesi della sua vocazione e della sua voglia di evangelizzazione. Non ci vedo chiaro. (…) Ma sì, quella cosa del “Io ho un dono e ve lo dono”. Andiamo, se hai un dono vai in Africa in mezzo ai bambini bisognosi. Fai opera di carità e in silenzio. Non vai in un talent show, non partecipi da anni ai casting per diventare una cantante. E’ un comportamento che stride con la vocazione cristiana, che vorrebbe un maggior distacco della cose terrene“.
Cionfoli proprio non riesce a farsi andare giù il clamore ottenuto dalla Suora che, anche a suo parere, è stata aiutata dall’abito indossato più che dalle doti vocali:
“Faccio il cantante e lei non mi pare un fenomeno musicale. Per Suor Cristina dovrebbe valere la frase che usano per uno spot pubblicitario: ti piace vincere facile? Vestita così e con una buona ugola le porte si sarebbero spalancate senza troppi sforzi a chiunque. In Italia, poi, vabbè… lasciamo perdere (…) Mi sarei aspettato che dopo i 50 milioni di visualizzazioni su YouTube la ragazza si ritirasse perché il suo scopo, l’evangelizzazione, era raggiunto. A quel punto poteva dare spazio ad altri ragazzi. Rimanendo in gara, invece, sapeva che non ce ne sarebbe stato per nessuno e che avrebbe vinto“.
Suor Cristina non risponde alle critiche e guarda nel proprio futuro con chiarezza: “Sono una umile serva di questo abito, sono stanca di questi ritmi. Ora mi voglio riprendere la mia vita fatta di Chiesa, preghiere e sveglia molto presto. (…) Il padre nostro è il mio sposo, l’ho dimostrato indossando questo abito, non ho visto nulla di strano nel recitare la sua preghiera“.